ferita

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Dormo poco ultimamente. Probabilmente anche a causa del caldo. Questo caldo improvviso che mi ha spogliata di vestiti e sentimenti. Non voglio più bene a nessuno. Credo non sia egoismo né egocentrismo. Semplicemente tutta l’energia la devo spendere per prendermi cura di me. Non posso permettermi di occuparmi d’altro. Come una bestia ferita. Lo sapete cosa fanno gli animali feriti? Riposano. Noi invece non ci fermiamo mai. Ecco io mi sento ferita. No anzi. Io sono proprio ferita. Profondamente ferita da un sacco di cose che capitano sempre allo stesso modo. Standard e clichè. Luoghi comuni. Come me, come bella ragazza, belle tette, bello tutto, roba da usare, da consumare, anche solo con gli occhi, che all’ultimo gliel’ho detto e quasi urlato se guardarmi a quel modo gli serviva a dare un senso alla sua vita di merda, quindi non solo stanca, proprio ferita. Sono brava. Il mio lavoro lo so fare bene e questo sembra significhi che mi possono chiedere sempre di più. Come non esistesse per tutti un limite. Il capo pare mi metta sempre alla prova. Sempre più cose, sempre meno tempo. Non si tratta di soldi. Non voglio più soldi per lavorare di più. Non voglio lavorare di più per guadagnare più soldi. A me così va bene. Lo decido io il limite. Sono una donna, mica una macchina. In tutti i sensi non sono una macchina. Non faccio pompini a gettone. E quindi ho preso a fare quello che mi va e cambio pure idea in fretta. Giro nuda per casa coi figli che mi gridano mamma copriti e non capisco perché. Il mio corpo tanto desiderato dai più a loro crea imbarazzo. Non capisco perché, ma mi fa stare bene. Oddio bene… non bene, meglio dai. Avrei bisogno che mentre sto qua ferma, mentre non faccio niente, qualcuno mi cercasse, mi vedesse, mi considerasse per quella che sono e non per quella che sembro. Ho bisogno di esistere negli occhi di un altro. Di essere riconosciuta. Perché io so benissimo chi sono, ma le risposte che ricevo sembrano sempre rivolte a un’altra. In cui oramai stento a riconoscermi. Perché mi pare sia arrivato il momento di chiedere qualcosa in cambio. Di avere una giusta collocazione. Sono arrabbiata e so che non dovrei. La rabbia mi fa consumare energie preziose. E poi mi fanno incazzare specialmente quelli che all’inizio se la tirano e poi mi muoiono dietro. Quelli sono i peggiori. Sono loro infatti che rendono evidente lo scarto tra ciò che è e ciò che sembra. Ciò che sembro. Loro che quando do qualche risposta che non arriva ad essere intelligente, ma semplicemente logica, si mostrano sorpresi. E si vede che la cosa gli fa immediatamente sesso. Perché poi si mettono a tampinarmi peggio di quelli che mi guardano in quel modo che mi fa tanto incazzare. Che almeno quelli basta poco per azzerarli. No. Adesso basta. Devo prendere ferie. Fare solo quello che mi va. Cenare col gelato. Non credo faccia male ai bambini. Sono stanca. Anzi no. Sono ferita.

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