Turiste (per caso?)

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Se abiti a Roma, prima o poi qualcuno dei tuoi amici passa a visitare la città eterna e a trovarti, più spesso in primavera. Allora vai a prenderlo in stazione, lo accompagni a casa tua o al bed and breakfast da tempo prenotato, e poi per due o tre giorni “t’imbevi di fori e di scavi”, stornelli e osterie, chiedendoti come fai a dimenticare quotidianamente quale grande fortuna la vita ti abbia riservato portandoti a vivere all’ombra del Cupolone. Prima della partenza, di rigore un salto a Fontana di Trevi, e una foto con lancio all’indietro della monetina, perché solo così, si dice, è possibile ritornare a solcare le vie della capitale.

Se abiti a Milano, chi ti viene a trovare è in città per studio o per lavoro, oppure, cosa ancor più gradita, proprio per vedere te. Se il caso è il secondo e sei proprio tu la meta di quel viaggio, allora, vai a prendere al binario il tuo ospite, attraversate i vasti spazi della stazione centrale, percorrete i nuovi tappeti volanti fatti apposta per perdere i treni, a naso in su alzate la testa verso gli alti soffitti, e poi la roteate tra le vetrine dei negozi appena inaugurati. Infine, si apre a voi lo squarcio della piazza antistante, con il Pirellone a far da sentinella, in avamposto rispetto alle altre torri innalzate alle sue spalle. La scena più probabilmente si svolgerà tra l’autunno e l’inverno, quando si accendono a una a una le prime luci di Natale, e il freddo si mescola all’umidità della nebbia facendo rabbrividire il tuo ospite, che, se proviene dal Mezzogiorno, conserverà per sempre il ricordo di quel freddo tagliente (e nella sua mente evocherà Totò e Peppino, ma lo farà in silenzio, per non suonar banale).

Se abiti a Roma basterà camminare per la città, e lei ti offrirà prodiga squarci, quinte e scenari, continuamente rimescolati, intrecciati l’un l’altro. Se abiti a Milano, invece, sarà il tuo itinerario a orientare il viaggiatore. Sceglierai, in base ai luoghi del tuo cuore e ai gusti del tuo ospite, quale traiettoria seguire, e se sarai abile ne percorrerai diverse, attraverso la città dei poeti e degli scrittori (dalla casa di Manzoni a quella di Quasimodo), la città degli artisti e quella degli illuministi, la città della moda e della movida, la città dell’architettura e del design. E poi, la trattoria milanese di una volta, con le tovaglie a quadrettoni rossi e bianchi e l’ossobuco, o l’osteria sofisticata, con le veline ciarliere al tavolo accanto, il fast-food etnico o il ristorante di classe. Come attraversare tanti diversi mondi cogliendone l’essenza, senza cadere nei cliché in cui li abbiamo ingabbiati? Come afferrare la sintesi di tante diverse anime? Alla fine spererai soltanto di aver trasmesso la tua passione per una città che non ti appartiene ma a cui tu appartieni, e forse, ci sarai anche riuscito.

P. S. Ma la monetina, a Milano, si butta nella fontana del Castello?

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