LA GALIZIA, TERRA DI FORESTE SACRE. LE RADICI STORICHE DEI PRIMI PELLEGRINAGGI, DALLE RICERCHE DELL’ARCHEOLOGO RAFAEL LEMA MOUZO

Duecentoquarantesimo-post_Galizia-Rafael-Lema-Mouzo-terza-parteCompagni di viaggio con uno sguardo al passato, continuiamo anche questa settimana con le origini millenarie del cammino di pellegrinaggio più famoso al mondo, il Cammino di Santiago de Compostela. Grazie alle ricerche dell’archeologo Rafael Lema Mouzo, viene qui sintetizzato il percorso storico che portò la regione di Galizia dai pellegrinaggi degli antichi culti verso la Dea Madre alla contaminazione prima con la cultura romana, poi con quella cristiana, fino all’imposizione di quest’ultima sulla cultura locale, con il paradosso storicamente accertato del mito giacobino. Infatti, seppur obiettivo finale del Cammino, San Giacomo mai mise piede in terra gaelica, almeno da vivo. Eppure il Cammino viene intrapreso, sempre più spesso e da più persone. Probabilmente la sua notorietà deriva proprio dall’avere radici storiche ben profonde, tramandate di secolo in secolo, radici che sopravvivono e di cui si ritrovano testimonianze che spiegano e comprovano qualsiasi dubbio.

Prima della creazione del mito giacobino come meta di pellegrinaggio a Santiago de Compostela, gli spazi della penisola iberica erano le mete di devozione ancestrale situate all’estremo ovest. I territori conosciuti tra i vari popoli erano l’Ara Solis ubicata a Finisterre, Atlantide, il Vesperia e le colonne d’Ercole. Col passare del tempo, le verità storiche vennero dimenticate e nacquero leggende e miti di questi luoghi. Eppure esistono documenti verificati che comprovano la presenza del culto verso gli dei indoeuropei, per esempio la presenza in terra di Galizia di santuari a loro dedicati. La regione gaelica era l’estremo baluardo raggiunto da questi culti, prima del mare dell’ovest. Parallelamente si sviluppò anche il culto delle divinità romane.
Emerge come il fenomeno del pellegrinaggio non sia un’invenzione ad opera della società di culto cristiano durante il Medioevo. Per esempio, basta ritrovare passi nei testi di Plinio e Tolomeo per trovare descrizioni della terra gaelica e addirittura delle attuali Canarie!
La maggior parte dei santuari ancestrali in questa regione peninsulare all’estremo ovest d’Europa si trova ubicata lungo le montagne. Gli spazi dove sono stati eretti i santuari sono luoghi neutri, richiamando l’idea per cui l’animo delle persone rimane puro perché non può essere contaminato dalla forza.
Un’altra associazione dei culti antichi in terra gaelica è quella con gli antichi culti delle isole britanniche; per molti santuari si potrebbe parlare addirittura di gemellaggio.

La terra di Galizia è sede di importanti ritrovamenti archeologici.
Partiamo da San Cristobal. Nella cattedrale di Leon è conservata la tibia di dimensioni ben più grandi di un uomo normale, perciò associata a un gigante.
Andiamo alla collina di Compostela, il Pico Sacro: questo risulta essere un luogo sacro, di culto verso l’antica divinità femminile.
La terra di Galizia e le regioni galliche hanno molto in comune in fatto di luoghi sacri, soprattutto santuari e foreste. Per esempio, in terra di Galizia si tramandano ancora antiche storie che fanno riferimento a una quercia sacra, riprendendo un’antica tradizione celtica.
Le montagne, sia in Galizia sia in Gallia, erano viste e talvolta trasformate come templi e residenze degli dei.
Perciò anche in Galizia si può parlare di foreste sacre.

L’archeologo Rafael Lema Mouzo ricorda la vera storia della terra di Galizia: “Essa ha perso la mitologia del mondo antico e ha appena conservato le storie medievali irlandesi, gallesi e scandinave”.
Eppure il Cammino richiama sempre più l’attenzione alla spiritualità.
In effetti, la cultura del mondo non potrà mai conoscere confini.

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