RIFUGIO NELL’INDIFFERENZA E NELL’ILLUSIONE. MA LA VITA E LA REALTÀ NON SI SPOSANO CON UN VIDEO-GAME

Duecentocinquantatreesimo-post_IndifferenzaCompagni di viaggio itineranti nell’epoca della bella illusione … In pochi decenni sono state sviluppate tecnologie oltre l’avanguardia, con lo scopo nobile di migliorare le condizioni di vita del genere umano. Eppure qualcosa è sfuggito al nostro controllo, i creatori di queste tecnologie, probabilmente per un’insistenza sul pedale dell’acceleratore.
Usufruiamo di immense possibilità, sicuramente poco immaginabili dai nostri avi, senza aver compreso appieno il significato dei libretti di istruzioni.
Una di queste è rappresentata dai media, dalle comunicazioni che avvengono in tempo reale, senza attese, dall’informazione globale a 360 gradi. Ma non è bastato. La consapevolezza della precarietà del bel vivere, conosciuto in una minoranza imbarazzante del pianeta, è assai poco diffusa.
Uno dei colossi dei media sembrerebbe aver deciso di buttare giù il sipario, per mostrare alcune verità documentate, facenti parte della storia recente o addirittura in corso. Il colosso è il cinema.

In questi giorni sono in programmazione due film molto particolari: “Il caso Spotlight” e “Good Kill”. Due film che hanno l’effetto di due pugni nello stomaco, per risvegliare la coscienza e porsi, perlomeno, qualche domanda.

“Il caso Spotlight” ha riportato sotto i riflettori delle notizie gravi, attuali, ma risalenti al 2002! Come pubblico, dove eravamo nel 2002? Ci siamo indignati al momento e poi abbiamo dimenticato in fretta, per la frenesia di tornare alla propria quotidianità, apparentemente tranquilla, apparentemente perfetta?
Per tutto questo c’è una parola: indifferenza. A causa di essa, vengono permessi veri e propri crimini.
L’indifferenza non è stata solo del pubblico, ma anche degli addetti ai lavori. Negli anni caldi del 2001-2002 l’attenzione giornalistica era puntata sulla pianificazione della guerra in Afghanistan, sull’indagine degli attentati terroristici avvenuti negli Stati Uniti, le altre notizie sono andate via via sfumando. Tranne per pochi professionisti, i veri giornalisti, appassionati del proprio lavoro e della realtà vera. Infatti il vero mestiere del giornalista potrebbe indirizzare l’attenzione dei lettori verso ogni tipologia di notizia, esulando dall’obiettivo, privo di etica, di puro marketing.

Un altro film molto particolare è “Good Kill”: in esso viene ritratta la realtà della guerra effettuata coi droni, a distanza, una guerra che si potrebbe definire facile. Come afferma un personaggio del film, è sufficiente pigiare un tasto, come si fa in un video-game.
Eppure siamo tutti esseri umani, l’alienazione non appartiene alla categoria vita. Emerge presto che si tratta di una facilità fasulla in quanto la realtà è molto più sfaccettata e, per fortuna, più complicata.

Abbiamo creato le tecnologie. Ora è giunto il tempo che studiamo, a fondo, il libretto di istruzioni.

Come nella metafora del film “Matrix”: “Benvenuto nel mondo vero”.

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One Response to RIFUGIO NELL’INDIFFERENZA E NELL’ILLUSIONE. MA LA VITA E LA REALTÀ NON SI SPOSANO CON UN VIDEO-GAME

  1. Bonnye & Clay says:

    Tutto vero, anche se il potere decisionale non chiede il permesso o il parere, non informa sulle conseguenze anche se solo psicologiche. Inoltre il fascino del nuovo trascina e coinvolge, non fa pensare; e l’egoismo può prevalere in molti di noi, coloro che chiudono gli occhi per non vedere pur di continuare nell’estrema cecità del benesssere, sì, ma marcio e cieco.

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