“meglio guardare le belle ragazze che essere gay”

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Di una faccia così c’è di che aver paura. Oggi alla Fiera di Rho si è esibito nella sua ultima minaccia: “da 3 a 30 giorni di sospensione per i giornali che pubblicano le intercettazioni” e nella sua ultima battuta: “meglio guardare le belle ragazze che essere gay” (chissà che cosa dirà Guido Westerwelle, capo del partito dell’FDPtedesco, vicecancelliere e ministro degli Affari esteri della Germania, gay dichiarato?).

I colpi di coda del caimano sono i più pericolosi. Ma il problema ormai sta in quella parte di italiani che dalle battute e dai comportamenti di questo signore si sentono sdoganati nel loro maschilismo, nella loro volgarità, nella loro indifferenza per il bene comune, nella loro ammirazione per i “furbi”. Una devastazione culturale iniziata negli anni Ottanta che sarà molto difficile estirpare. Che è sotto gli occhi di tutti, anche della pletora di cortigiane e cortigiani che fanno quadrato attorno a quest’uomo indifendibile, ma che non possono farne a meno pena il ritorno alla nullità da cui lui li ha tratti. Miracolati che non hanno alcuna intenzione di rinunciare ai privilegi cui il capo li ha abituati. Che non potrebbero più arricchirsi alla faccia di un paese che arranca. Che non avrebbero più la loro faccia di bronzo sui giornali e in tv, a riecheggiare come dei mantra le parole d’ordine del loro padrone.

E’ urgente oggi più che mai costruire una sorta di CLN dei cittadini che contrasti radicalmente non soltanto Berlusconi e i suoi accoliti, ma il brodo di coltura  che ne ha permesso la (finora) irresistibile ascesa. Che ci consenta di invertire la rotta. Affinché i prossimi che verranno – dopo la caduta del caimano – non siano soltanto delle variazioni sul tema. Il problema è pre-politico, è una questione di civiltà.

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One Response to “meglio guardare le belle ragazze che essere gay”

  1. guantanamo says:

    Gettare fango sulla cultura italiana. Un degrado continuo.

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