Tony Scott – Cinema a tavoletta

Sai oggi è un giorno triste.
Se ne va parte della mia adolescenza, se ne va parte del cinema che ho sempre sperato di poter fare anche io, se ne va uno che molta critica non ha mai capito, se ne va l’unico uomo che ha fatto diventare una star Tom Cruise mettendolo su un aereo nei cieli di Miramar, l’unico uomo che poteva raccontare la signorina Harvey facendo durare un videoclip due ore e fischia, l’unico uomo che poteva mandare James Brown dal diavolo per chiedergli di essere ringiovanito, l’unico uomo che poteva esasperare il mito di Bogart cucendolo addosso a Bruce Willis, ecc ecc ecc

Tony Scott, all’età di 68 anni, secondo quanto riferiscono le autorità si sarebbe gettato da un ponte. Un suicidio misterioso, visto che a quanto pare il regista avrebbe lasciato una nota sul cui contenuto, al momento, c’è il più stretto riserbo.
I giornali inseguono la notizia e un po’ tutti lo ricordano come il regista di Top Gun e Spy Game.
La sua filmografia, però, è molto più corposa e questi sono solo due dei suoi tanti titoli. Scott ha sempre spinto l’acceleratore, facendo un cinema adrenalinico e non banale, spesso definito blockbuster d’intrattenimento ma, a una visione più profonda, figlio di un’esigenza di raccontare un mondo e una visione “forte” della violenza.

Tony Scott ha scritto, con le sue pellicole, pagine importanti del cinema d’azione americano, in oltre trent’anni dietro la macchina da presa (col suo fido cappellino rosso sbiadito) ha spesso assunto il ruolo di apripista per le generazioni di cineasti successivi.
Considerato come il fratello minore “meno talentuoso” di Ridley Scott, è stato molte volte oggetto di quell’impietoso confronto (a dir poco fuori luogo, a mio avviso).
Perciò ora non vogliamo vedere tutti quei critici – che con poca attenzione lo siluravano, dicendo che era un buon mestierante con eccesso di sperimentazione visiva – rimangiarsi tutto e decantare un grande regista che non c’è più.

Io non lo so com’era nella vita Tony Scott (ma se andate su Twitter vedete cosa scrivono di lui alcuni registi che lo conoscevano). Io so com’era il suo cinema.
Perché i suoi film hanno plasmato parte della mia adolescenza filmica, mi hanno fatto amare il cinema e oggi, se la penso come la penso sull’argomento, se scrivo quello che scrivo, se giro i video che giro, lo devo (anche, non solo) a lui.

Miss your Cinema a lot, Tony.


Massimo Versolatto

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