Si apre il sipario sul Kentucky: Justified season 5

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Si dice che tutte le strade portano a Roma, ma ogni tanto tutte le strade portano in Kentucky, soprattutto se di mezzo c’è Raylan Givens. E’ appena iniziata la quinta stagione di Justified e subito ci ritroviamo con i personaggi e le situazioni di questo western moderno.

L’episodio si sposta in Florida, ma è sempre Kentucky-centrico perchè la trasferta è rapida e serve per introdurre i nuovi villain: la famiglia Crowe. Di questa famiglia conosciamo già Dewey e non a caso lo incontriamo da subito, come a dire “ehi, spettatori, guardate che questo qui sarà importante”. Anziché ritrovarlo immischiato come al solito in faccende più o meno legali e più o meno strampalate, lo vediamo in giro per le sale giudiziarie. Dewey ha infatti intentato causa contro Raylan e lo stato per la storia del rene (andate a rivedervi l’episodio Thick as a mud) e vince un bel gruzzoletto: 300.000 dollari. Mica male. Dewey però ha molti cugini, i cui nomi iniziano tutti con la D, che vivono in Florida e, come lo stesso Dewey afferma, i Crowe della Florida non portano niente di buono.

A Justified piacciono molto le famiglie e dopo i Crowder e i Bennet, scopriamo ora una nuova famiglia come dire, particolare. I Crowe, nei romanzi di Ellmore Leonard, sono molto presenti e prima o poi sarebbero dovuti arrivare anche nella serie, e come altre famiglie sono un mix di menti criminali, menti semplici e menti stupide, tutte unite dal fatto di essere il prodotto di scelte discutibili, se non sbagliate, ma sempre convinti di quello che fanno. I Crowe non fanno eccezione e in poche battute questo episodio ci descrive un nuovo clan formato da un mix di intelligenza, stupidità e bellezza femminile che fa tanto famme fatale.

La stessa intelligenza e stupidità è il mix che caratterizza sempre di più Boyd, arrivato oramai al ruolo di coprotagonista. Senza le sue frasi e il suo modo di parlare Justified non sarebbe la stessa cosa. L’intelligenza di Boyd la conosciamo, è una mente criminale raffinata, capace di escogitare piani strampalati ma che poi realizza davvero come una specie di Lupin, perchè è talmente convinto che siano quelli buoni, che poi buoni lo diventano per davvero. Ma ora facciamo l’incontro anche con la sua stupidità che si traduce in impulsività. Ragione vs sentimento. Quando si tratta di Ava, Boyd non ragiona molto bene e il suo piano per salvarla si rivela invece inapplicabile, e allora improvvisa, cosa che lo porta ad affrontare Paxton, il milionario ricattato tempo fa, che però non ha intenzione di aiutarlo se non dopo averlo umiliato. Boyd sembra starci, ma poi esplode l’impulsività ed estrae la pistola con la quale maciulla la faccia del suo interlocutore. Una delle scene più belle della puntata si trasforma in un casino non da poco da gestire per Boyd. Questo nuovo omicidio ha inoltre una testimone, la nuova compagna di Paxton, Mara, moglie comprata su internet e spedita dalla Moldavia, che introduce un nuovo interessantissimo personaggio che da subito tiene in pugno Boyd. Il tutto mentre la fornitura di droga in arrivo da Detroit si interrompe e il sodalizio con Duffy, fragilissimo, deve trovare altre fonti di rifornimento.

Di famiglia si parla anche con Raylan. La sua attualmente è lontana, ma è proprio in quella Florida da dove i Crowe hanno deciso di spostarsi e forse proprio al sicuro non è. Di sicuro c’è solo che Raylan ha delle difficoltà ad essere padre e per ora ci riesce solo su skype.

Justified torna alla grande con tutte le sue bellezze e sfumature. La capacità di questa serie di riflettere sul mondo che circonda i personaggi e renderli figli di quella situazione è sopraffina: in poche immagini siamo di nuovo immersi in un’atmosfera squallida e romantica al tempo stesso dove azione e dialoghi straordinari ci raccontano personaggi e un mondo unici. Un mix di noir, western e crime con Timothy Olyphant e Walton Goggins che continuano a regalare interpretazioni straordinarie. Nonostante tutto Justified rimane lontana dai premi che contano e la cosa è sempre più inspiegabile. Graham Yost continua a sfornare puntate su puntate senza che la critica si renda davvero conto della bellezza e complessità di questa serie. Forse è molto settoriale e di genere, un po’ violenta e un po’ maschilista, ma personaggi tratteggiati così bene, così carismatici e ambientazioni così genuine non si vedono molto spesso. E’, e rimane una delle mie serie preferite, e questo primo episodio della quinta stagione non fa che ben sperare per le puntate che arrivano.

L’uomo col cappello è tornato.

Michele Comba

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