Dan Harmon è tornato, in gran stile. E tornando ha tracciato una lunga riga nera su tutta la quarta stagione, cancellandola e ricominciando da capo, sperando che presto tutti si dimentichino di una delle più brutte stagioni televisive. Il secondo inizio comincia già dal titolo: repilot. Un secondo pilot necessario per far capire a tutti che ora si ricomincia, necessario per scrollarci di dosso le brutture della quarta stagione. La situazione iniziale è la stessa di cinque anni anni fa. Troviamo infatti un Jeff disperato e senza nulla, proprio come nella 1×01. Ma dopo quattro stagioni c’è in lui qualcosa di diverso: volente o nolente il Jeff di oggi è cambiato un po’, ci sono sei persone che lo hanno cambiato e influenzato. E come lui anche gli altri tornano al punto di partenza un po’ cambiati, fomentando così un circolo di crescita che ti porta negli stessi posti e nelle stesse situazioni, ma con una coscienza diversa. Più cresciuto insomma. Qui si racchiude il primo grande pregio delle sceneggiature di Harmon: i personaggi non percorrono una linea da un punto A ad un punto B e poi basta, ma percorrono un cerchio come accade nella vita vera, e sullo schermo sono estremamente più credibili e incisivi.
Jeff e gli altri infatti tornano a Greendale ingannati dallo stesso Jeff che ufficialmente forma un comitato per la salvaguardia del College, ma che in realtà vuole denunciare la scuola per aver rovinato la sua vita e quella di tutti gli altri. I componenti del gruppo di studio sono armati di buoni sentimenti e amore verso il college, ma Jeff, mentendo, ingannando e manipolando, li convince che in realtà il college ha rovinato le loro vite. Questa convinzione, nei piani di Jeff, dovrebbe portare testimoni per la sua causa, ma invece porta tutti a decidere di inseguire (stavolta per davvero) i loro sogni e di re-iscriversi al college perchè in fondo Jeff, mentendo e ingannando, mostra la vera verità. In questa affermazione, esplicitata da Abed, si racchiude il tocco di Harmon e si sente il suo ritorno in cabina di regia. Vengono infatti abbandonati tutti i sentimentalismi e buonismi della quarta stagione e si ritorna qui ad una cattiveria ed egoismo rivelatori. Attraverso il personaggio egoista di Jeff, gli altri personaggi ricevono le più vere lezioni di vita che possano mai ricevere, e lo stesso Jeff, sorpreso dall’effetto che sortiscono le sue “mezogne”, in un certo senso si ravvede e diventa anche lui una persona migliore. Così anziché denunciare il college, Jeff avverte il preside del rischio che la scuola sta correndo e decide di proteggerla da dentro, diventando insegnante. In fin dei conti, il Greendale Community College è un posto speciale perchè offre ai disperati e a chi non ha più nulla, un’occasione per riscattarsi e con Jeff lo sta facendo per ben due volte. Un posto così va protetto, e per proteggerlo ci vogliono tutti.
La complessità dell’episodio è tale che scriverne lo ridurrebbe tantissimo. Va visto tutto d’un fiato godendo di battute taglienti e citazioni raffinate. Abed, per esempio, spende molto tempo a spiegare come loro siano nella stessa situazione della season 9 di Scrubs provocando l’indignazione di Troy che non capisce come Zach Braff possa apparire in soli sei episodi “dopo tutto quello che Scrubs ha fatto per lui”. E qui parte il paragone con Jeff: come fa Jeff a denunciare il college dopo tutto quello che ha fatto per lui? Infatti non lo farà, e come JD, diventerà insegnante. Anche la scrittura torna agli altissimi livelli iniziali e su tutti vale la frase con cui viene gestita l’uscita di Pierce dalla serie: “Do you guys feel weird doing this without…. Magnitude?” Non credo possa esserci modo migliore per gestire l’assenza di Pierce.
La bellissima complessità di questo show non lo rende la punta di diamante per gli ascolti della NBC, ma tornando ai livelli che lo hanno reso celebre, Community crea un forte pubblico fedele e porta premi e critiche molto positive da tutta la stampa, speriamo che la NBC si “accontenti” e smetta di provare a trasformarlo perchè, ragazzi, Community is back on fire.