Compagni di viaggio utenti della tecnologia, guardatevi attorno. Il telefonino tuttofare, più comunemente chiamato smartphone, si trova dovunque. Vari enti, dalla sanità ai gestori di credito, intenderebbero indirizzare molti gesti dell’esistenza attraverso l’uso di questo oggetto, così piccolo quanto insidioso: lo smartphone. Pagare con un selfie, alla faccia della sicurezza, ricettari medici online, cartelle cliniche online, addirittura l’accensione e lo spegnimento di elettrodomestici e accessori casalinghi, frigorifero e tapparelle in pole position.
D’altro canto, l’uso quotidiano, quasi ossessivo, dello smartphone ha permesso la fruizione di notizie più o meno attendibili, essendo il web, per definizione, culla di qualsiasi cosa, finzione compresa. Ciononostante un risultato buono c’è stato: la scelta di consumo etico è in crescita esponenziale. È ovvio: chi sa riprende la facoltà di scegliere.
Ora, una persona intelligente, benpensante, soprattutto in vista del futuro, indirizza le proprie scelte verso chi e cosa garantisce lo svilupparsi di un mondo bello, pulito, dignitoso.
Lo smartphone ha fatto scacco matto a se stesso.
Africa. Parliamo del continente che siamo abituati a vedere in guerra, abitudine inumana … Conosciamo gli affari loschi del petrolio, quelli dei diamanti, delle pietre preziose; consapevolezze che poco cambiano, se mai lo fanno, le comode abitudini di stili di vita agiati di Stati e continenti capitati in condizioni migliori. Il tutto si potrebbe riassumere nella parola egoismo, scomodissimo sostantivo, quasi un tabu.
Se parliamo di coltan, cosa conoscete? Siete al corrente che si tratta della materia prima per tutti i dispositivi tecnologici su cui si basa la vita moderna, ovvero computer e smartphones? Perché mai dovremmo prenderci la briga di diventare dei tecnici specializzati? È tutto controllato, certificato, schedato, il consumatore si fida. E così commette un errore.
Trattasi di una sorta di sabbia, composta dai minerali colombite e tantalite, da cui viene estratto un metallo prezioso più dell’oro, il tantalio, elemento chiave per la costruzione di computer, smartphones e aerei. La ricerca della maggiore efficienza ha portato a una vera e propria industria di estrazione del coltan, dal momento che la polvere metallica di tantalio aumenta la potenza e al contempo ne riduce l’energia di consumo.
La rarità di diffusione di questo metallo ha portato a una vera e propria egemonia per l’estrazione, soprattutto se l’80% del coltan è presente in un solo Stato: il Congo.
Senza fare demagogia, la questione è un’altra: conviene davvero continuare in questa direzione? Al di là dell’etica, sappiamo che il mondo è un esodo continuo, non vi è più posto dove le barriere tra molto ricco e molto povero non si incontreranno. Ora tutti vediamo, ora tutti sappiamo. Si apre una porta delle possibilità: cambiare rotta, per realizzare davvero quel mondo bello, pulito e dignitoso, che troppo spesso viene ridotto a utopia.
Oggi dietro agli smartphones si nascondono interessi non dichiarati, crimini contro l’umanità, sfruttamento del lavoro minorile, inesistenza di precauzioni per lavoro a rischio, dal momento che il coltan è una sabbia leggermente radioattiva, causa di morte prematura dei lavoratori.
Sempre oggi esiste lo smartphone equosolidale, proprio così: il FairPhone.
Pochi anni addietro, in quel dell’Olanda, emerse una campagna di sensibilizzazione mediatica avente come oggetto la provenienza delle materie prime per i beni dell’elettronica di consumo: la campagna si chiamava FairPhone.
Qualche tempo dopo venne costruito il primo dispositivo e poi gli altri, dimostrando al mondo intero l’alternativa etica e solidale a un apparecchio largamente diffuso in tutto il globo, alternativa possibile e realizzabile.
In un ottica di trasparenza, FairPhone espone al consumatore i costi di ogni singolo componente, di modo da giustificare il prezzo totale. Già, quanto costerà? Il prezzo è largamente minore di quello della diretta concorrenza.
FairPhone propone anche un ricavo sostenibile, non volgendo il profitto fine a se stesso, ma indirizzando una cifra, pari a una ventina di euro a dispositivo venduto, allo sviluppo di progetti equosostenibili: la ricerca delle materie prime in contesti equi, condizioni di lavoro eque, riciclo dei materiali, realizzazione di softwares open-source.
Di tecnologia Android, FairPhone racchiude la sua forza nel nome, “fair”: tradotto in italiano, il significato è giusto, equo, etico.
Più che l’indifferenza, l’evoluzione sceglie lo studio di nuove possibilità.
Lo scrittore Irvine Welsch proclama una verità, scomoda e abbagliante di speranza: “I perdenti trovano scuse, i vincenti trovano soluzioni”.
Le alternative esistono, ma i profitti si ridurebbero.
Molte persone sono a conoscenza dello sfruttamento di minori che lavorano in situazioni insane e pericolose.
Chissà se un giorno si riuscirà a scoprire una valida alternativa all’uso di questo minerale.