RITORNO AD ANTICHI VALORI PER LA FIGURA DELLA DONNA. DALLO STIL NOVO A DANTE, PER UNA LEZIONE SUL PRESENTE

Duecentocinquantunesimo-post_Donna-DanteCompagni di viaggio eredi di una cultura millenaria, il viaggio di questa settimana ci porterà oltre i pregiudizi, frutto, spesso, di scarsa ricerca culturale.
Com’è vista la figura della donna oggi, nel mondo? Questo millennio molto moderno non appare … La disperazione porta a sprazzi di femminismo separatista, di eterna lotta di potere tra i generi, di estremismo ideologico. Estremismo che mai potrà perdurare.
Eppure, sento che qualcosa non va, che il riduzionismo non è portatore di verità, che il mondo ove viviamo oggi, tutti quanti, porta sempre i semi di un passato lungimirante sulla vera modernità.

L’Italia. Da quale epoca nasce la cultura italiana?
Dopo i secoli bui del Medioevo, nel XII-XIII secolo succede qualcosa negli animi degli uomini di cultura. Si inizia a scrivere della donna. E non solo. Si sacralizza la sua figura.
Accade una rivoluzione emotiva, che avrà perpetue ripercussioni sugli aspetti culturali e sociologici del mondo. L’uomo si innamora della donna, del suo spirito, delle sue doti naturali: gentilezza, altruismo, grazia. Spesso è un amore cantato, che raggiunge i massimi vertici di un’ode alla donna.
Ricordate i versi del Dolce Stil Novo? Lodi di tenerezza, di dichiarazione di un amore eterno, sacro verso la donna destinataria della laude, esempio sommo di accostamento della figura della donna alle figure sacre della cultura cristiana. Quale modo vi è mai più coraggioso di declamare l’amore rapportandolo al sacro? E di dichiarare tale amore non solo alla donna, ma soprattutto allo spirito, all’anima della donna, portatrice di vita e di luce, eterne?
Il buio del Medioevo sembra aver scatenato l’urgenza della luce dell’epoca pre-rinascimentale.
Pensiamo ora a uno dei padri della cultura italiana, Dante Alighieri. Non scrive egli di Beatrice, ponendo la sua amata in Paradiso, seduta di fianco alla Madonna?
Il X Canto dell’Inferno della Divina Commedia richiama il “dolce raggio di quella il cui bell’occhio tutto vede”, il dolce sguardo dell’amata e desiderata Beatrice. Amata, nello spirito, e desiderata, nella carne! Quale eterno portavoce di verità e di modernità è mai Dante, ponendo spirito e passione a pari livello, uno alimento dell’altra, perché una senza l’altro non può stare.
La donna viene rispettata ai massimi livelli, poeti e artisti vedono in lei la massima aspirazione spirituale per l’uomo, il quale si innamora di lei, e di lei soltanto. Soltanto una. La Laura di Petrarca. La Beatrice di Dante. Una donna che Dante ha reso immortale nella Divina Commedia ponendola seduta come angelo di fianco a un’altra donna, la Madonna. Dante ha fatto qualcosa che nessuno, prima di lui, aveva mai fatto: ha fatto sedere due donne di fianco a Dio!
La storia, dal 1300 in poi, non può che andare avanti.

Per far bene il presente è necessario ricordare, altrettanto bene, il passato.

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One Response to RITORNO AD ANTICHI VALORI PER LA FIGURA DELLA DONNA. DALLO STIL NOVO A DANTE, PER UNA LEZIONE SUL PRESENTE

  1. Bonny & Clay says:

    Geniali e coraggiose sono state le donne inglesi,le quali nel 1918 si ribellarono al potere allora detenuto alla società maschile, dando inizio a una ribellione per il diritto di voto e di pari oportunità. Subirono botte, maltratamenti, ingiurie, umiliazioni di ogni genere, affrontarono la situazione con determinazione e coraggio, scioperandocon ogni mezzo pur di raggiungere l’obbiettivo.
    Il cinema ha trascurato per tanto tempo questo lato della storia, in questi giorni è uscito il film “Sufraggette “, finalmente!
    Solo nel 1935 le donne inglesi ottennero il diritto di voto e libertà.
    Tutti noi dobbiamo molto a queste splendide e coraggiose signore.
    Sicuramente le donne sono state lodate e messe in primo piano da poeti, scrittori e scultori, da re e imperatori, ma la vera libertà e la vera democrazia sono un’altra cosa.

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