Imprevedibili compagni di viaggio …
Il nostro viaggio inizia con una favola di La Fontaine, L’Amore e La Follia. Amore, figlio di Venere, perde la vista per colpa della Follia, che aveva perduto la pazienza nei suoi confronti. Giove, per riparare al male fatto, obbliga la Follia a portare con sé Amore per sempre.
Amore, follia, divino. Tre aspetti apparentemente diversi della stessa realtà, intrecciati tra di loro proprio per crearla. Tanti modi di dire richiamano la favola di La Fontaine. “L’amore è cieco”. “L’amore è portato per mano dalla follia”. “L’amore è la scintilla di Dio”.
Le epoche cambiano, gli anni passano, eppure qualcosa non cambia mai, l’amore e il modo di amare, come se l’amore fosse immortale. Il divino di La Fontaine.
Ma esiste un solo modo di amare? Se così fosse, l’amore non sarebbe folle.
Per amore ci si spinge oltre, ci si scopre più forti e più impavidi, chi esternamente nega sicuro di sé si scopre romantico, l’amore colpisce chiunque e la freccia scoccata torna sempre indietro.
Ci sono le classiche storie d’amore, quelle combinate e quelle clandestine, quelle regali e quelle quotidiane. E ci sono anche le storie d’amore che capitano, quando non ci sono né i presupposti né un terreno fertile per iniziare, almeno apparentemente.
Ci sono un ragazzo e una donna, un ragazzo con problemi familiari e una donna che ha deciso di smettere di vivere, per lutti personali.
Un incidente li fa incontrare. Un cane vivo per miracolo li fa incontrare di nuovo, li obbliga a un appuntamento amichevole, li fa conoscere, è il loro passepartout.
Il ragazzo è appena uscito da una casa di recupero per tossicodipendenti, non che lui lo sia. È giovane, troppo giovane per la donna, già oltre i quarant’anni, le convenzioni sociali non permettono una relazione così provocatrice.
Il ragazzo è innamorato, di un’altra ragazza, sua coetanea, la figlia del proprietario della casa dove lavora come operaio artigiano, la bambina con cui giocava nella casa di recupero dove lui è nato, da una madre tossicodipendente. Ma il ragazzo non sa niente d’amore, non conosce le innumerevoli sfaccettature del corteggiamento, non ha la più pallida idea di come farsi notare dalla ragazza. Qui entra in scena la donna. Passo dopo passo, la donna gli insegna come corteggiare, anche servendosi di un cellulare, gli insegna a lasciarsi andare, proprio lei, che non sa più quale sapore abbia la libertà personale per un lutto di cui lei si è proclamata colpevole. Gli insegna la follia, quella dell’amore.
Ma l’amore è folle, l’amore non segue le regole che noi gli diamo, l’amore decide tutto di testa sua.
Il ragazzo ottiene la ragazza, hanno una relazione, ma non è quello l’amore che il ragazzo prova veramente. Il ragazzo scopre di essere innamorato della donna, la donna scopre di essere innamorata del ragazzo, le lezioni d’amore impartite per altre persone sono state il mezzo galeotto per stupire le loro vite, per renderle davvero folli e, questa volta, davvero felici.
Perché in amore è possibile tutto, a patto di farsi trascinare da un’imprevista corrente di follia.
“«Sei bellissima.»
Io che mi alzo in punta di piedi cercando di trovare il suo viso oltre quell’oceano di teste.
«Dove sei?»
«Qui.»
«Non ti vedo.»
«Non stai guardando dalla parte giusta».
E poi Sasha che cammina verso di me. E io verso di lui.
È solo un gioco”.
Da Parlami d’Amore di Silvio Muccino e di Carla Vangelista. Per chi vuole partecipare al folle gioco dell’amore.