Life in plastic, it’s fantastic.
E pensare che l’ho sempre invidiata. Le sue chilometriche gambe da gazzella, lo stacco di coscia perfettamente separato che solo una top da passerella potrebbe sfoggiare. Quella fessura in mezzo alle corsie dell’autostrada, l’unica non sigillata da Catone il Censore della Mattel, che rende noi donne invidiose del silicone altrui e refrattarie a quelle che indossano una taglia che comincia col tre. Lei la bambola senza la quale eri considerato un reietto e un paria fin dai tempi dell’analisi grammaticale. Lei che ha nutrito l’immaginario collettivo sollecitando prurigini prepuziali ai maschietti che, dopo aver rubato le bambole alla sorelline, si affinavano nell’arte di lanciare oggetti dal banco delle compagne nei loro colorati kilt. Per vedere cosa c’era sotto. Il banco, ovviamente. Lei, solare cinquantenne che ha patteggiato con Faust senza incorrere in avverse forze di gravità. Lei, basta la parola, Barbie.
Ebbene la Shiffer dei giocattoli è stata lasciata. Mollata, ripudiata, sedotta e abbandonata come, una qualunque sciampista di Quarto Oggiaro. Ma il carnefice non è quell’eunuco di Ken che passava il tempo a rimirarsi negli specchietti retrovisori della Porsche rosa e che sempre Catone il Censore Mattel aveva reso più efebico di una ballerina del Bolshoy nei tratti somatici e, purtroppo per le Lolite interessate al gioco del dottore, anche lì, dove non batte il sole. No, al nostro bombato eroe di plastica bastava ritoccarsi le meches ed avere sempre manicure e abbronzatura in ordine per sentirsi un uomo completo. Zebedei esclusi. Non che il nostro abbia caratteristiche molto diverse dai vitelloni in carne ed estrogeni delle principali metropoli italiane, comunque non è stato lui l’ostracizzatore. A macchiarsi di tale onta è stato il guru del punta/tacco, ladies and gentlemen mr Louboutin, che ha formulato un curioso contrappasso per la nostra regina della silicon valley. Il papà delle suole rosse si è infatti rifiutato di firmare l’accordo che prevedeva di disegnare una collezione completa con la regina smontabile, perché quest’ultima non rispettava i canoni vitruviani imposti dallo stilista francese: il diametro della caviglia è il doppio di quello del polso. Troppo, decisamente troppo per una struttura longilinea come quella di Barbie. Ergo nessun sandalo alla schiava, né svettanti tacchi dodici con suole a contrasto. Io nel mio armadio di Louboutin ne ho due. La giustizia è (a volte) uguale per tutti.
Proprio ieri transitavo sulla provinciale per andare al lavoro e ho notato che sul muro di sostegno di un nuovo ponte in costruzione avevano scritto: DIO C’E’!
Ma siamo proprio sicuri? Può esistere un Dio che ammette un’ingiustizia così esagerata: da una parte l’Occidente viziato che ad esempio, si preoccupa di commentare la mancata firma per la collezione della Barbie e dall’altra il bistrattato Sud del Mondo che vede morire di fame e di stenti i propri figli altrimenti impegnati in sterili guerre civili! No, Dio non c’è!
Qualcuno, neanche poi così tanto tempo fa, identificava la religione come l’oppio dei popoli. Un contemporaneo, rimanendo nella metafora e completando l’equazione, potrebbe dire che l’Eccelso è il pusher supremo. Non lo so, pensiamoci. In tal caso Dio sarebbe veramente ovunque….
E’ non a caso stupefacente osservare come marchiani fraintendimenti semiologici possano inopinatamente condurre moraleggianti e ficcanti riflessioni di teodicea..
D’altra parte è piacevolmente sorprendente il modo in cui l’ammaliante Bea “pennadoro”
ci disveli con leggiadria il profondo legame tra psicotropi e “teofori” ,analogico prima e d’identità poi..(essendo Dio com’è noto “causa sui” è anche banalmente “lator sui”)
…Ma non stupirebbe invece se l’amico Pierluigi rientrasse nel novero dei candidi personaggi ( tra i quali il Leibniz dei più noti “Saggi..” a tema suaaccennato) giustificati nelle loro considerazioni -con l’ironia dell’ Arouet- dall’esser familiari a stati di obnubilazione e semicoscienza aggravati da psicosi luetiche come nel caso dello sventurato Pangloss o seguenti ad abuso di eteri inebrianti nei rimanenti….peggio comunque sarebbe non dedicarsi agli spiriti : si vorrà forse che in preda all’astinenza, con un altro fraintendimento (questa volta ortografico) si confonda il rigoroso Bayle con il morbido Baileys?
Questa interpretazione rappresenta una indiscutibile novità entro l’ecumene delle esegesi Aliseiane e costituisce un preciso punto di riferimento che apre nuove vie per la comprensione del suo pensiero sulla teodicea, sul suo valore e funge da guida al pensiero ontologico-fondamentale e al pensiero appartenente alla storia dell’essere, in modo tale da potersi affermare che tra l’effimero visto come il male e la duplice linea di pensiero tracciata e percorsa dalla Chiesa sussiste una “essenziale coappartenenza”: bere Baileys!!
Mere ma con moderazione. E, come diceva la prodroma della comunicazione che era mia nonna” scherza coi fanti, ma lascia stare i santi!”. Pirle di saggezza….
Diu al ghé / s’a ghé la figa al ghé. / Sul lö al pudeva invantà / na roba acsé / cla pias a töti a töti / in ogni luogo / ag pansom anca s’an s’ag pensa mia (C. Zavattini)
Questa, una volta per tutte, come prova definitiva dell’esistenza di Dio.
Tutto ebbe origine dal buco nero: l’ordine dal caos, la materia dall’antimateria. Perfino il big bang e quindi la nascita dello stesso tempo. Paradigmatica la citazione che segue:
« Un famoso scienziato tenne una volta una conferenza pubblica su un argomento di astronomia. Egli parlò di come la Terra orbiti attorno al Sole e di come il Sole, a sua volta, compia un’ampia rivoluzione attorno al centro di un immenso aggregato di stelle noto come la nostra galassia. Al termine della conferenza, una piccola vecchia signora in fondo alla sala si alzò in piedi e disse: “Quel che lei ha raccontato sono tutte frottole. Il mondo, in realtà, è un disco piatto che poggia sul dorso di una gigantesca tartaruga.” Lo scienziato si lasciò sfuggire un sorriso di superiorità prima di rispondere: “E su cosa poggia la tartaruga?” “Lei è molto intelligente, giovanotto” disse la vecchia signora. “Ma ogni tartaruga poggia su un’altra tartaruga!”
Perchè tutto va al buco nero, ma soprattutto tutto viene nel buco nero.