In questi giorni confusi e grigi, per la politica mondiale e, più modestamente, per il tuo umore, cerchi per l’ennesima volta conforto nelle dolcezze domestiche.
L’amore di tuo marito, certamente, aiuta, ma non c’è nulla di male nell’arricchirlo ulteriormente cucinando qualcosa o preparando un dolce per voi due.
Così, nel giorno che sarebbe stato l’anniversario di matrimonio dei tuoi genitori, il primo senza tuo padre, ti butti in mille impegni burocratici come un fattorino di pony-express e dopo prepari la torta con cui hai conquistato i tuoi futuri suoceri, l’anno precedente.
Pesi la farina, lo zucchero, il burro e rompi un uovo nella ciotola. Lavori con silenziosa determinazione gli ingredienti, fino ad ottenere una palla d’impasto perfettamente liscia, che poi copri amorevolmente con uno strofinaccio prima di metterla a riposare in frigorifero.
Nel frattempo, lavi un’arancia ed un limone dei tuoi, pesi altro zucchero cui aggiungi tre uova intere, mescoli un po’ e aggiungi la ricotta che lavori pian piano.
Quindi un pizzico di sale, zafferano del paese di tua madre fino a prendere quel bel colorino, e poi la buccia grattugiata dell’arancia e del limone.
Quando il composto è perfetto, accendi il forno perché accolga alla temperatura giusta la teglia col suo contenuto profumato.
Tiri fuori dal frigo la palla della pasta, la stendi con decisione sulla carta da forno, che posi sulla teglia, fai dei buchi con la forchetta sparsi sulla superficie e ritagli la pasta che eccede dai bordi.
Rovesci delicatamente il composto cremoso e aromatico della ricotta sulla pasta dai bordi rialzati ad hoc, orni i bordini di pasta con un motivetto ad onde creato con la forchetta.
Intanto, il forno ha raggiunto la temperatura che occorre, ed inforni.
Dopo un’oretta, la casa profuma come una pasticceria. Quando tuo marito rientra, sniffa come un cane da caccia, alla ricerca della fonte di tanto profumo.
Alla fine della cena, porti trionfalmente il piatto con la crostata di ricotta che preparava tua nonna e lasci a tuo marito l’onore (e l’onere) di tagliare il dolce con un coltello di quelli del sontuoso regalo di nozze di amici coltellinai.
Mentre mangi l’ennesimo pezzetto di crostata, continui a leggere il libro nuovo. Ogni tanto vorresti leggerne una pagina al marito, ma sta lavorando al computer alle chiusure mensili e non può ascoltarti.
Gironzoli da sola, seguendo il protagonista del libro, per le strade descritte. Barrio Palermo, Buenos Aires, Argentina. Non sai dire quanto tempo è passato, quando tuo marito ti chiama e sei di nuovo nella tua cucina del Medio Campidano, in Sardegna, Italia.
Sorridi, quando pensi che poche ore prima eri a Cagliari, al colle di Bonaria, che ha la stessa etimologia (e quasi lo stesso suono) di Buenos Aires…
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che belle parole… ma che responsabilità!!!!
grazie Luciana!
Ho appena cominciato a leggerti! Aspetta… e se poi nun me piace?