Sono andata alla Tomba di Giganti di Is Concias (Quartucciu – Cagliari) la prima volta nel mese di settembre, pochi anni fa. Era una giornata ventosa, il posto è bellissimo, il verde della macchia mediterranea è addirittura insultante, il cielo azzurro, pulito dal maestrale, pareva appena lavato a secchiate. Ho ammirato la bellezza del sito archeologico, gironzolando un po’ nei dintorni, ma fu una visita breve.
L’unica cosa insolita che ho notato dopo, è stato che dal momento della mia visita, mi si è bloccato il ciclo mestruale. Ne ho parlato con un amico, che mi ha spiegato che il bio – magnetismo di questi luoghi può avere effetti sul ciclo. Ne ho preso atto, visto che non ci avevo sicuramente pensato, e non ci credevo neppure, prima di verificarlo personalmente.
La seconda visita, un mese dopo, con delle amiche, venne organizzata come una gita, per regalarmi un momento di spensieratezza dopo il lutto. Pochi giorni dopo la mia prima visita, infatti, mio fratello è morto, investito da un’auto. Sapendo quanto mi era piaciuto quel posto, le amiche, che non c’erano mai state, mi hanno chiesto di accompagnarle.
A differenza della volta precedente, sono entrata dentro il monumento. Da sola. Mi sono seduta su una grossa pietra vicina all’ingresso, ho poggiato la schiena alla parete di pietra e ho raccolto dal pavimento di terra un frammento di roccia, grande come una mandorla.
L’ho stretto tra le mani, ho chiuso gli occhi e, per la prima volta da un mese, mi sono sentita in pace. Pensavo a mio fratello ma senza dolore: una grande conquista. Sentivo quel sassolino pulsare fra le mani, e stavo bene.
Che sia stato il sito, o il piacere della gita, i bei momenti con le amiche, ma sono stata meglio.
Poi ho parlato del posto con un amico, appassionato anche lui di archeologia, e abbiamo concordato di andarci insieme, quando fosse tornato in Sardegna un suo amico, che io non conoscevo, col quale aveva visitato a settembre una Tomba di Giganti nella provincia di Nuoro.
L’appuntamento coi ragazzi, a novembre, era per le due del pomeriggio. Quando ci siamo ritrovati sulla piazzola, abbiamo liquidato frettolosamente i convenevoli e le presentazioni di rito, mentre prendevamo i nostri zaini dal bagagliaio, e subito ci siamo fiondati oltre l’ingresso della zona archeologica.
Breve pausa per estrarre le macchine fotografiche dagli zaini, e poi subito ad annusare il terreno intorno, come cani da caccia.
Ricognizione del perimetro, misurazione, verifica con la bussola. Appena posizionata sulla parte terminale della Tomba, la bussola pare impazzita. Il nord varia di volta in volta di 30°. Si ferma ogni volta in un punto diverso.
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E poi? Voglio sapere che altro è successo.
Appassionante e appassionato racconto.
I luoghi archeologici sono oltre che belli e affascinanti anche “magici”
Grazie Miriam per l’apprezzamento! Vero, i siti archeologici sono bellissimi e magici, e le pietre parlano!