Tanta forza in tanta semplicità. La mostra di Chardin a Ferrara

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“Davanti ad uno Chardin ci si ferma, come d’istinto, alla maniera del viaggiatore che, stanco del suo andare, si siede, quasi senza accorgersene, non appena trova un letto d’erba, silenzio, acqua, ombre, frescura”. Così, nel 1767 il grande filosofo e scrittore illuminista Denis Diderot, definiva l’arte di Jean Simèon Chardin (1699-1799), artista francese ritenuto da Van Gogh “grande come Rembrandt”.

Chardin, che nel 1728 all’Accademia Reale di pittura di Parigi fu scambiato per un pittore fiammingo del secolo precedente, per la resa perfetta di luce e colori nei suoi dipinti, è uno degli esponenti più insigni dell’arte francese che, per il suo ostinato studio della natura e della ricerca del vero, è stato in grado di influenzare maestri del calibro di Matisse, Cezanne, sino a Braque e Morandi.

Palazzo dei Diamanti a Ferrara ospita sino al 30 gennaio 2011 la mostra “Chardin. Il pittore del silenzio”, allestita in collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, che a sua volta la accoglierà dopo il debutto estense. Durante le vacanze di Natale non si può perdere un’occasione così ghiotta per visitare la mostra di questo grande precursore degli impressionisti francesi, che nella sua lunga carriera ha concepito la pittura come mezzo di conoscenza della realtà. L’arte di Chardin si connota per la misteriosa bellezza, la grazia con la quale trasferisce sulla tela oggetti di uso comune e scene della quotidianità di esponenti della borghesia locale, ma anche di persone umili.

“Solo in Cezanne e nel suo seguito si può ammirare tanta forza, in tanta semplicità” spiegò lo studioso d’arte Charles Sterling a proposito della pittura di Chardin. Ecco allora che i veri protagonisti della pittura di Chardin sono paioli, coltelli, mortai, le nature morte in generale, arricchite dalla presenza di selvaggina (lepri, starne, beccacce etcc…) ritratte dopo la battuta di caccia su tavoli di legno, nella loro cruda ed essenziale verità. Dal 1733 Chardin inizia ad inserire nei suoi dipinti figure umane, fanciulli intenti a studiare, a dipingere, a giocare e poi garzoni d’osteria, sguattere, dove alla ricerca del vero, anche attraverso il gioco di luci e trasparenze, si affianca un armonioso connubio tra forma e sentimento.

Intorno al 1770 l’artista, colpito da una malattia agli occhi, inizierà a passare gradualmente dalle tecniche ad olio ai pastelli, puntando sempre alla semplicità e all’essenzialità dei soggetti ritratti, rifuggendo il rococò ed il pittoresco dei suoi predecessori.

La mostra è aperta tutti i giorni, dalle ore 9:00 alle ore 19:00 (compresi i lunedì ed anche l’1 e il 6 gennaio 2011) a Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole I° d’Este, 21 a Ferrara (e-mail: [email protected]).

Katia Romagnoli

 

About tinteforti

Ho 43 anni, vivo a Ferrara e ho la fortuna di lavorare al mare. Conosco il Delta del Po quasi quanto la mia Città. Amo andare alla scoperta di luoghi, mostre, eventi eno-gastronomici per trasferire con la scrittura emozioni, racconti di vita e ricordi. Da buona emiliana non disdegno la buona tavola e mi diletto a girare per sagre, fiere ed eventi a tema.
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