Bello, biondo e addestrato. È Demian.

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Con molto ritardo rispetto alle date di pubblicazione, vorrei parlare di Demian, il secondo esperimento di miniserie della Sergio Bonelli Editore, i cui albi sono tutti facilmente rintracciabili online al servizio arretrati della Bonelli, su ebay e in tutte le migliori fumetterie che trattano l’usato. Composta da 18 albi di 132 pagine l’uno, Demian, era in tutte le edicole dal maggio 2006 all’ottobre 2007 e si caratterizza per l’ambientazione di inizio XXI secolo a Marsiglia, la città simbolo del noir francese, ma che non si risparmia puntate in altre località del Mediterraneo, anche sponda africana. Creato da Pasquale Ruju e con le copertine di Alessandro Poli, Demian è incentrato sulla figura di un giustiziere, un moderno chevalier, di nome Demian e sulle sue missioni, che spesso necessitano di violenza per essere risolte. Prendendo spunto dal noir francese, dai duri più famosi e dalle leggende metropolitane Demian si pone come un esperimento riuscito e un must per chi ama il genere. Il mondo di Demian è infatti quello tipico del genere: è la moderna Marsiglia, crocevia di popoli che si ritrovano per le strade. Una città con contrasti di povertà e ricchezza, stretta intorno al suo grande porto che ha portato ricchezza e importanza, ma anche il mercato nero e la criminalità organizzata. Ma Marsiglia è anche la città del pastis e del piacere di mangiare e anche a Demian non mancheranno occasioni di banchettare con amici (pochi e intimi) sotto l’edera di una terrazza vista mare, e di riposarsi contemplando il mare e la poesia. Jean-Claude Izzo, e chi meglio di lui, ha sintetizzano in parole stupende quest’atmosfera, l’atmosfera della sua Marsiglia e della Marsiglia di Demian: “Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c’è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma antico dove l’eroe è la morte. A Marsiglia, anche per perdere bisogna sapersi battere.”

Demian è alto, biondo, giovane e con un fisico marmoreo. Ama le moto e la sua Ducati e poco sopra il cuore ha una cicatrice a forma di spada. È il simbolo di appartenenza alla Fraternité, una casta segreta di moderni cavalieri che dall’antichità continua tutt’oggi a combattere le ingiustizie che la giustizia ordinaria non può raggiungere. Dopo aver perso l’amore della sua vita, Virginie, decide di fingere la propria morte e di non avere legami con nessuno. Vive nell’ombra, ma il suo nome circola sussurrato sulle bocche dei criminali come fosse quello di un demonio. Tutti lo temono, ma nessuno sa chi è. Ma il passato, si sa, ritorna sempre e quando la mafia colpisce i suoi genitori adottivi, Demian è costretto a scendere in campo, armi in pugno, e con un codice morale personale.

Ma non rimarrà solo, con lui agirà quasi sempre l’amico di una vita Gaston Velasco. Contrabbandiere d’altri tempi, simpatico, rissoso e donnaiolo, Gaston è un criminale rispettato e ammirato per il suo coraggio e per il rispetto di regole d’onore che la nuova mafia calpesta quotidianamente. Per lui non c’è niente di peggio che vedere spacciare o uccidere innocenti. È uno spirito affine a Demian ed proprio questo che li ha tenuti insieme per tanto tempo e attraverso tante avventure.

Marie Velasco è una donna bellissima e figlia di Gaston. In aperta lite con il padre si è arruolata nella polizia scoprendo di essere in gamba e presto si trova a ricoprire il ruolo di ispettore. L’amore paterno è però molto forte e Marie, che ha un profondo rispetto del lavoro fuori dagli schemi di Demian e Gaston, è capace di ringraziarli e apprezzarne i risultati. Cresciuta insieme a Demian, ne è follemente innamorata, tanto che a furia di essere respinta non saprà più controllare la forza delle sue passioni e si ritroverà in situazioni davvero pericolose.

Fonte insostituibile di informazioni, Tristan, è il contatto di Demian con la fraternité, è quello che gli assegna le missioni. Aiuta Demian grazie a tutti gli agganci politici ed economici, ma in cambio chiede aiuto a risolvere le situazioni più disperate, quelle che hanno bisogno del pugno di ferro.

Nemici acerrimi sono Hérod Martial, che dietro una patina di mondanità nasconde il cäid del Trait d’Union, una potentissima organizzazione criminale, e Jean Luc Corsari, detto Le Luop, braccio di destro di Martial, ma che non si farà molti scrupoli a far fuori il suo capo e prendere alla svelta il suo posto esercitando così un potere crudele e sanguinario.

In un momento in cui il mondo del fumetto è stritolato dalla concorrenza, Demian si è rivelato un fenome di grande successo, ridando fiato al mondo delle nuvolette parlanti che riesce così a dimostrare di poter ben dire la sua. Elemento chiave di questo successo è la scelta del formato miniserie. La miniserie dà infatti la possibilità di lavorare con una storia chiusa per ogni albo, ma che si leghi in modo molto forte all’albo successivo, in modo da poter sviluppare un filo rosso lungo tutti gli albi che raggiunge la stessa importanza dei singoli albi, dando alla serie, la possibilità di presentarsi per intero. Se la sceneggiatura è molto curata e non ha nulla da invidiare ai romanzi, un applauso va anche ai diversi disegnatori che si sono succeduti, capaci di rendere le atmosfere noir e di sapere raccontare le rapide scene d’azione, riuscendo a conquistarsi un pubblico che va oltre gli appasionati di Izzo. Cosa non da poco. Demian è tutt’oggi uno dei migliori titoli bonelliani, e un pezzo di narrativa che non può mancare sulle nostre librerie. Soprattutto su quelle degli appassionati.

Pellicola. Michele Comba



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