Se potessi avere (1 milione di euro sotto il materasso)

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E’ il contrappasso. Meno ne hai e più ne sogni. Certo, ti conferisce un’allure da bohemienne, il pantalone sdrucito però di grande marca, comprato due anni fa nell’outlet grandi griffes al prezzo ancora più stracciato delle prese d’aria che hai sul lato B.

Ciò non toglie che si sogni. Specie di notte. Preferibilmente in posizione orizzontale. Sì, perchè per un periodo ho creduto di essere narcolettica. Un paio di riunioni particolarmente soporifere e interlocutori più letargici del bromuro, mi avevano portato a pensare di essere affetta dalla sindrome del sonnellino estemporaneo. Dicono che i creativi siano più inclini all’ipocondria. E’ un lenitivo che sottende un’enorme stronzata. Semmai è una caratteristica dei depressi quella di essere malati immaginari. Che poi, questi, pungolati dal terapeuta o dall’io narrante con cui dividono angosce e paure, si mettano a scrivere è tutto un altro discorso.  Ci si racconta per sfogarsi. Per scaricare su uno che arriverà ad investire dieci euro del proprio capitale, le frustrazioni personali.

Punto.

Senza ma e senza se.

Così ho sognato di svegliarmi con un milione di euro che tenevo sotto il materasso. Non mi preoccupavo sulla provenienza. Erano lì pronti da spendere. E questo bastava a rendere battito e respiro pari a quelli di un bambino felice.

Invece. Il secondo risveglio, quello vero è stato diverso.  La paturnia, per antonomasia, del mese di Dicembre s’è aperta un varco da quel bollettino. Il primo di cinque che fa capolino dallo svotatasche blu da circa due mesi. Data di scadenza: 15 ottobre. Analoga sorte dello yogurt, in fondo al frigorifero. Inconsciamente non te ne vuoi separare. Ogni giorno che passa, lo spingi un centimetro  contro la parete fino a quando il bianco del vasetto diventa una cosa sola con l’angolo più recondito del frigo. Allora, l’architettura è perfetta. I piani sono integrati tra loro e tu ti senti una designer di alto livello. Fino a quando realizzi, che tra muffe insediate sulla vaschetta di culatello e la fetta di toma trasformatasi in gorgonzola con il passare dei giorni, l’nico oggetto apparentemente commestibile è contenuto in quel vasetto.

Poi sollevi la linguetta di alluminio.  15-05-2010. Passato come la primavera. Anzi, scaduto in un giorno di maggio. Guardi fuori, nevica. Forse non è il caso, ma quel bollettino sommerso da una coltre di polvere reclama vendetta. Insieme a quell’ascensore perennemente bloccato, che ti aiuterà a tenere vivido questo dicembre di rate e yogurt scaduti.

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