Il personaggio più cazzuto della tv, Raylan Givens, è da poco ritornato in onda. Meno male, perchè già ne sentivamo la mancanza. Nel tempo della finzione riprendiamo i nostri eroi poco tempo dopo il finale della quinta serie, ma in realtà sembra che sia passata un’eternità: tutti sono stanchi, affaticati, e i tratti dei volti ci danno dei personaggi che sembrano all’ultima spiaggia, pronti a fare un passo decisivo verso quella che sembra essere l’ultima mossa. L’ultimo gesto eclatante da cui di solito ne esci vincitore o ne esci con i piedi davanti. E’ passato tanto tempo dall’inizio, ma ora il cerchio si sta chiudendo. Dopo aver girato tra Florida, Canada, Detroit, e Messico rincorrendo ogni villain possibile si ritorna dove tutto è partito da Raylan, Boyd e la contea di Harlan, con le rapine in banca e gli inseguimenti. Ora, a distanza di sei anni, però tutto ci sembra più intimo. Ma oltre che più intimo tutto ci sembra anche più nero, più noir. Al di là della fatica che traspare dai volti dei protagonisti, ritroviamo una contea dove la crisi sta attanagliando ogni cosa, dove non sembra esserci nessuna speranza verso il futuro. Ritroviamo poi un Raylan che ha sempre interpretato a modo suo l’applicazione della legge, ma che oggi dichiara apertamente il suo intento di andare oltre le regole, perchè a seguire i manuali si va troppo lentamente e i cattivi scappano via prima. Il tutto poi è accompagnato da una fotografia molto contrastata che intervalla esterni gialli e polverosi del caldo sudista a interni scuri dove la luce di taglio proietta dure ombre sui volti di Boyd e Ava.
Sarà quindi Boyd vs Raylan ovvero quello di cui la serie ha sempre voluto parlare ma che per ragioni televisive e produttive ha sempre dovuto congelare e rimandare il più possibile. Ora il momento è giunto, e se FX non avesse obbligato Yost a fare 6 stagioni, sono sicuro che la quinta serie sarebbe stata skippata totalmente. Certo non ci ha mai annoiato e ci ha regalato personaggi magnifici, ma era decisamente off topic. Questo episodio si prende quindi il tempo necessario per riportare l’attenzione dello spettatore sul Kentucky e crea la tensione che annuncia lo scontro finale. A noi non rimane che vedere chi morirà e penso proprio che sarà Boyd. Non abbiamo mai visto Raylan lottare per la sua vita e tutti i dilemmi che gli sono capitati riguardavano soprattutto questioni su che tipo di uomo voleva essere. Anche adesso il suo dubbio è se andare in florida da Wynona (bella come non mai) oppure no. Gli sceneggiatori ci hanno provato e hanno imbastito un dilogo su proiettili e fortuna dove Art dice a Raylan che la fortuna può sempre girare e in un attimo sei morto. Ci hanno provato, ma non mi hanno convinto. Non credo che siamo di fronte a una situazione alla Breaking Bad o alla Tony Soprano, per cui vedo per Boyd grossi guai in vista.
Nel frattempo, prima dello scontro finale ne vedremo delle belle. Gli elementi nuovi e interessanti sono tanti, dal nuovo personaggio di Sam Elliot alla Ava spia e al Boyd violento chiuso in un angolo. Dal ritorno alle rapine in banca, alla voglia di tutti di andarsene. E un ruolo importante dovranno avere anche le figure paterne e gli antenati, quindi il passato della contea, perchè il regista Michael Dinner si sofferma molto su una vecchia foto del nonno di Boyd prima di una giornata di lavoro alla miniera. Ad inizio puntata la vediamo come focus delle riflessioni e dei pensieri mattutini di Boyd e poi la vediamo come perno del discorso sui tempi che furono, sul passato florido e la possibilità dei propri avi di vedere un futuro brillante pur vivendo un presente di merda. Poi la foto viene ricoperta dal cervello di Dewey e la nostra impressione e che oggi, il presente sia di merda come una volta, solo che qui è pure ricoperto di sangue e non si intravedono speranze per il futuro.
In un quadro così lugubre, la serie continua a costruirsi sui propri punti fondanti e Raylan è sempre il solito coi suoi dialoghi brillanti e il suo cappello. Lo sentiamo infatti fare la lezioncina ad un poliziotto messicano riguardo la superiorità del bourbon o rispedire al mittente un possibile acquirente del terreno appartenuto al padre. Acquirente che, ci scommetto, rivedremo a breve e sarà sicuramente molto più di un semplice acquirente.
Arrivati alla sesta stagione Justified si conferma ancora come una delle migliori serie televisive di sempre perchè anche se può mancare di creatività e originalità rimane comunque al top grazie a personaggi indimenticabili e dialoghi sopraffini scritti nel rispetto totale dell’opera di Elmore Leonard. Justified vive del proprio mojo e sullo schermo porta una poesia della vita di campagna, seppur disperata e sporca. Niente come Justified è in grado di accompagnare lo spettatore dentro il vero grande protagonista della serie: il Kentucky e la Harlan County, oggi più noir che mai.
Michele Comba