METROPOLITANA PORTA VENEZIA, FERMATA FREESTYLE!

Per i compagni di viaggio liberi. Un due tre, gira! Un due tre quattro, chassé! Un due tre, ragazze venite avanti e poi girate a sinistra. Mi trovo alla fermata della metropolitana di Porta Venezia di Milano, nel sottopassaggio da viale Tunisia a piazza Oberdan. I meneghini conoscono bene questo sottopassaggio, fatto di pilastri e di tanto spazio vuoto. I meneghini sanno altrettanto bene che questo spazio non resta vuoto per tutto il giorno. A una certa ora del pomeriggio, che siano le tre per alcuni gruppi oppure le sei per altri, questo spazio si riempe di ragazzi uniti da una passione in comune: il ballo. Ragazzi in tuta e scarpe da tennis, ragazze in leggins o fuseaux, comunque tutti vestiti con abbigliamenti comodi per provare, provare, provare e infine realizzare il pezzo vero e proprio. Chissà quanti meneghini si sono fermati a osservare questi ragazzi che sembrano usciti da un’accademia di ballo! I ragazzi solitamente preferiscono lo style freestyle, piroette a terra e una coordinazione perfetta di muscoli della schiena, gambe e braccia per girare a 360 gradi esclusivamente sulla schiena, il ritmo dettato dalla musica utilizzata come base. Le ragazze prediligono i balletti di gruppo, passando dai comuni sketch che si possono vedere alla televisione a balletti più complicati. I gruppi più coraggiosi mettono in piedi delle scenografie miste: due o tre ragazzi e una ragazza in mezzo, tutti a ballare freestyle. I ragazzi si ergono come colonne umane mentre la ragazza gira innumerevoli volte sulla schiena come una trottola, le gambe rannicchiate verso il capo. È facile riconoscere la ragazza, è vestita con colori decisamente più accessi, top e fuseaux fucsia fluo, scarpe da ginnastica in tela nera e lacci larghi viola. Quando la ragazza si alza leggiadra i ragazzi prontamente cadono a terra per girare a loro volta sulla schiena in senso opposto. Si ha come l’impressione che siano loro a dettare il ritmo alla base musicale.

Le scenografie pop si riconoscono dai colori degli abiti indossati da questi improvvisati ballerini. Maschi e femmine osano e mischiano su tutta la tavolozza dei colori, la premessa obbligatoria resta quella di scegliere solo colori fluo. Perciò, via libera a giallo acceso, arancio, rosso fuoco, fucsia, viola, blu ciano, bianco e l’intramontabile nero. Le ragazze sono avanti, i ragazzi dietro, alcuni gruppi aggiungono un maschio in più rispetto al numero delle ragazze presenti in modo da sfalsare le righe. Parte la musica e … i ragazzi diventano dei cloni perfetti di Justin Timberlake, la mossa del primo viene continuata dal secondo e così via in levare, le ragazze hanno imparato alla perfezione i movimenti di Madonna e Jennifer Lopez, hanno reinventato i loro balletti creando delle coreografie mozzafiato. A dirigere il tutto c’è un ragazzo di qualche anno in più. Con infinita pazienza non perde di vista nessuno per correggere quel mezzo minuto di ritardo o una spaccata troppo ampia che sciuperebbe una coreografia tanto studiata e tanto perfetta. Perfezione racchiusa in semplicità, passione e voglia di stare insieme. Parlo di ragazzi tra i 13 e i 20 anni, ragazzi magari non troppo ricchi e che non guardano le differenze di età e di razza.

La musica proviene da lettori Mp3 o dalle radio a cui sono state aggiunte delle casse per rendere il suono udibile, nonostante il volume sia al massimo. Eppure questi gruppi non si disturbano gli uni con gli altri, si dispongono alla distanza necessaria per lavorare in tutta tranquillità senza interferire con lo stile diverso dell’altro gruppo.

Vedo ragazzi e ragazze sorridenti provenienti da ogni parte del mondo. Italiani, coreani, cinesi, senegalesi, sudafricani, marocchini, equadoregni, cubani, argentini, colombiani …

Vedo rispetto, vedo integrazione, vedo socializzazione, vedo tranquillità, vedo passione, vedo amore. Vedo una società perfetta.

Come affermò un lontano Luciano di Samosata, “La fiamma dello spirito risiede nella danza”.

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