VIAGGIO ALL’INTERNO DI UNA NOTA

Miei ritrovati compagni di viaggio … Molti si trovano ancora in città, uscire di casa se non per andare a lavoro o in piscina è pressoché impossibile. Con l’afa la pressione crolla a zero. Ci si ritrova in casa, accendendo a palla il condizionatore o, per i più tradizionalisti, l’amico ventilatore.

Sbircio in un angolo … ed eccola lì. Piccola umile chitarra classica uscita dalle mani di qualche liutaio spagnolo. La vedo nascosta all’interno della custodia di jeans nero, aggressiva come lei non è, piccola e delicata.

Prendo uno spartito a caso. Con la mano sinistra prendo lo spartito, con la mano destra faccio uscire la chitarra dalla custodia. Senza di lei, il jeans nero si piega e rotola rovinosamente a terra, perdendo un po’ della sua aggressività.

Tocco le corde, tutte insieme, controllo l’accordo. Un’armonia perfetta vibra dalla cassa. Le corde sono ben tese, posso cominciare a giocare. Controllo i polpastrelli e la lunghezza delle unghie. Polpastrelli lisci e unghie di media lunghezza, non so ancora se voglio suonare ritmicamente accordo dopo accordo o sbizzarrirmi in arpeggi senza regole.

La prima nota, un Sol. Troppo deciso, troppo graffiante, oggi è troppo caldo per essere una tigre pronta all’attacco, oggi è un giorno di ferie, relax, armonia, col mondo e con la mia chitarra, con la musica che oggi le mie dita suoneranno, una musica che è la colonna sonora di questo momento.

Tocco nuovamente le tre corde del Sol. Le sfioro, le accarezzo, immagino che siano un amante addormentato, socchiudo gli occhi, socchiudo la bocca, mi lascio andare a un momento di assoluto piacere. Sì, è così che voglio suonare oggi.

Non c’è più nemmeno bisogno di leggere lo spartito. Saranno mesi che non suono questo brano, ma ora le dita si muovono da sole. Rivivono l’emozione di quando hanno imparato il pezzo, di quando l’hanno personalizzato, migliorato, vissuto. Prima il Sol, poi il Re, il Fa, un Do in finale. Il Do dura un quarto in più, il finale è l’atmosfera, l’amante sta dormendo, voglio essere delicata, non voglio che si svegli. Così per una, due, tre volte … la mia voce inizia a canticchiare sommessa, si avvicina il ritornello, prepotente ritorna il Sol, si inserisce un Fa, il Do e poi ancora il Sol. La pressione delle dita aumenta leggermente, il primo Sol la fa da padrone, l’ultimo chiude la strofa rallentando. Entrambe le mani possiedono il suono, modellano la vibrazione delle sei corde che producono la melodia.

Ho terminato la prima strofa e il primo ritornello, ora gli occhi sono completamente chiusi e la bocca un po’ più schiusa. Mi lascio andare completamente, sono in balia dell’armonia.

Arriva un intramezzo, un Mi nasce e muore solitario, cambiando le sorti del brano, l’ascoltatore e il musicista sentono tangibilmente un’emozione scaturire dal cuore.

“… e anche se i sogni in questo posto finiscono in vino

anche se perdi sempre a tavolino …

Qui … qui non è Hollywood …”.

Dall’album Reset dei magnifici Negrita!

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0 Responses to VIAGGIO ALL’INTERNO DI UNA NOTA

  1. anita says:

    …m’è spuntato il sorriso. questo è il senso dell’ESSERE!! metterci passione! sempre. in tutto ciò che si fa

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