1 – Riassumi in due righe (al massimo) il contenuto del tuo romanzo.
Traditi dal fronte del male, un elfo delle tenebre e un cavaliere nero sono improvvisamente costretti ad abbandonare tutto ciò in cui credevano. Solo la Luce potrà salvarli… sempre che essa lo voglia.
2 – Descrivi il personaggio di questo romanzo per te più importante.
In Ivengral ci sono due protagonisti inscindibili per importanza.
Aradras è un elfo delle tenebre, un dokkalf. Per volere di suo padre, non gli è mai stata rivelata l’origine della propria stirpe. Così, quando si ritrova da solo per la prima volta, non sa come reagire.
Il mondo attorno a lui si capovolge: gli alleati tramano contro di lui, mentre i nemici sembrano gli unici in grado di dare un nuovo significato alla sua vita. Dietro alla rabbia e al desiderio di vendetta si nascondono sentimenti nuovi e inspiegabili, che lo spingeranno a schierarsi nella fazione della Luce per riscoprire se stesso.
L’archétipo di Aradras racchiude tutte le paure e le incertezze di un’adolescenza infelice, privata dell’affetto che il padre non gli ha mai donato. Ma il cuore di questo ragazzo non è fatto solo di oscurità; lo scoprirà nel corso della storia.
Uldaric è un seguace del male. Anche lui non ha avuto una vita facile. Orfano di guerra, si è fatto strada con le sole cose di cui disponeva: il furore e l’acciaio. Il dovere sembra ormai avere divorato il suo cuore sigillandolo in un’armatura di gelido metallo nero; la spada è la sola compagna che gli resta, l’unica a comprendere il dolore che rivela ogni suo gesto. Ma quando per volere del suo signore è costretto a sacrificare la vita di persone innocenti, il senso di colpa comincia a fare breccia nella sua anima. Di ritorno da un viaggio lugubre e tenebroso, decide che è giunta l’ora di venire meno al suo compito, incrociando il suo destino con quello del giovane Aradras.
Se dalla sua parte, Aradras non ha mai avuto l’affetto di un padre, Uldaric non ha mai potuto esternare sentimenti diversi dall’odio e dalla crudeltà, che ora è pronto invece a condividere con quel ragazzo che tanto gli ricorda il suo passato infelice, affinché non subisca gli stessi patimenti di un’infanzia ricca di solitudine e di cattiveria.
3 – Quale legame c’è tra questa storia e l’attualità italiana?
Di solito non tendo a legare le mie opere all’attualità italiana o alla politica odierna. In compenso ho avuto occasione di puntare – in minima parte – su temi attinenti al razzismo e alla diffidenza nei confronti delle diverse culture. In Ivengral i personaggi si evolvono costantemente, e solo accettando le differenze razziali e le diversità di pensiero (problematiche riscontrate anche nella quotidianità) saranno in grado di affrontare assieme le difficoltà, sentendosi così partecipi di un solo gruppo.
4 – Qual è l’atteggiamento migliore che il lettore può assumere prima di cominciarne la lettura?
Ivengral è un’opera epica. Per cui, prima di cominciare a leggere il romanzo, non farebbe male isolarsi dal mondo con le colonne sonore di Hans Zimmer e i brani dei Rhapsody of Fire ascoltati a tutto volume! (ride, n.d.a.)
A parte gli scherzi, l’opera è stata predisposta per un pubblico giovanile. La critica coglierà difficilmente in esso le sottigliezze contenute nei miei futuri romanzi (attualmente in valutazione). L’atteggiamento migliore è quello di prepararsi a un romanzo multiforme, a tratti gotico e oscuro e a tratti epico, magico, intriso di valori come il coraggio, l’amicizia, la grinta e lo spirito di sacrificio.
Con i suoi pregi e i suoi immancabili difetti.
5 – In riferimento al romanzo nella sua complessità, in cosa ti riconosci e in cosa, invece, non ti riconosci?
I protagonisti di Ivengral rispecchiano la mia voglia di mettersi in gioco, di non arrendersi mai. Portano dentro di sé l’allegria e la disponibilità che cerco sempre di dimostrare nei confronti di amici e colleghi. Al contempo non posso nascondere che la tristezza e le incertezze che li caratterizzano in alcuni tratti della storia facciano parte di me e possano ricollegarsi ad alcuni periodi della mia vita passata e presente.
Scrivere è anche un modo di esprimere attraverso le pagine il proprio stato d’animo. Nei miei romanzi dai toni maggiormente adulti ho cercato più volte di trasmettere attraverso determinate frasi il mio modo di essere. Anche se non c’entra con Ivengral, questa è senz’altro una di quelle che rispecchia meglio i miei pensieri:
Ragnar scosse il capo. – Forse apparentemente, ma la tua anima è sporca quanto la mia. – Un ghigno involontario marcò a fondo la sua espressione impenetrabile da guerriero quando il tono della sua voce si attenuò – Rassegnati, prete. Noi siamo il frutto delle nostre esperienze passate, delle sofferenze e degli amori perduti, di ciò che siamo stati costretti a diventare. Pochi possono sottrarsi al fato.
– L’Incubo di Ragnar Sigdrasum –