Cristiana Danila Formetta è nata a Salerno nel 1972.
Appassionata di cinema e musica rock, approda alla scrittura quasi per caso, partecipando ad un concorso letterario indetto dalla casa editrice Transeuropa, che seleziona il racconto “Mumble Rumble” per un’antologia. In seguito collabora a diversi siti web, fanzines e riviste come Cartaigienica Mag e il laboratorio creativo Jamcafé diretto da Anna Olmo. Sempre per Jamcafé coordina “Insonnia. Un colore per notte”, antologia virtuale inserita nel “Web Address Book” di Panorama.
Nel 2000 partecipa all’antologia Scroll Stories. Racconti dalle chat (Ed. Addictions). Un anno dopo esce Il nero che fa tendenza, pubblicato dall’Editrice Clinamen.
L’incontro con lo scrittore inglese Maxim Jakubowski, voce scomoda e controversa della letteratura erotica contemporanea, segna una svolta nella sua produzione artistica: Formetta comincia ad indagare le sottili perversioni che si annidano nell’animo umano, narrandole con un linguaggio crudo e diretto.
Negli Stati Uniti pubblica per la Cleis Press e per la Pretty Things di Alison Tyler. In Italia, nel 2005, pubblica con la Coniglio Editore il romanzo La vita sessuale dei camaleonti, poi incluso nella prestigiosa antologia International Erotica (Robinson, London), al fianco del premio nobel Elfriede Jelinek e di J. G. Ballard.
Un suo racconto “Last summer together/Ostia” viene scelto dalla Akashic Books di New York per il volume Rome Noir (U.S. 2008), che raccoglie testi di Carlo Lucarelli, Gianrico Carofiglio, Boosta dei Subsonica, e altri nomi noti.
Appassionata di cultura fetish, lavora come publisher e blog manager di Cooletto, per il network di microeditoria iSayBlog.
Cooletto è un sito web, ma soprattutto una fonte di ispirazione erotica per una comunità di uomini e donne che credono che la creatività, la personalità e l’intelligenza siano assolutamente compatibili con un sesso trasgressivo e consapevole.
Nel 2009 esce Fetish Sex, racconti erotici sul sesso feticista, per la casa editrice indipendente de “L’Orecchio di Van Gogh”.
