Non chiamatemi femminista. Non fatelo, per carità.
Io non do la colpa al Drive In smutandato se il degrado della mentalità maschile (a cominciare dal cervello del Premier) è oramai sotto gli occhi di tutti. Sarebbe come incolpare la pornografia per gli omicidi commessi da Ted Bundy. Tesi affascinante ma inutile, visto che non è servita ad evitargli la sedia elettrica. Ma in Italia si riciclano soldi e mode, perché siamo un popolo di fessi, vittime del vintage. In Italia c’è sempre bisogno di un capro espiatorio, ed è molto comodo crocifiggere la cultura degli anni ’80, anziché ammettere che non siamo state capaci – noi donne per prime – di insegnare ai nostri figli e figlie che la libertà sessuale non può essere scissa dal rispetto verso se stessi.
Perciò non chiamatemi femminista. Io non ho stima per la donna che chiama puttana un’altra donna, nemmeno se lo fa sotto la bandiera del femminismo, del comunismo, o del qualunquismo.
Ma questo succede oggi, intorno a me.
Questa è l’aria che si respira e che mi soffoca.