Chi ha paura di Melissa P?

Condividi su facebook Condividi su Twitter

Qualche giorno fa ho pubblicato sul mio Tumblr un post dove affermavo che alle volte avevo la sensazione di essere l’unica persona al mondo a non odiare Melissa P. Parole giustificate dall’accanimento contro la scrittrice da parte di molti amici presenti su Facebook che discutevano sul valore del suo ultimo libro Tre. Ma Tumblr è impostato in modo tale da pubblicare i nuovi post anche su FB, e sul network si è sviluppata una discussione che ha portato a quasi 60 commenti, pro e contro Melissa. Ma non una parola sul libro, attenzione!

Io ho incontrato Melissa P. poco tempo dopo il suo 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, durante una presentazione dove è stata vittima di insulti, parolacce, ecc. In quella occasione, sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla sua classe. Lei è rimasta calma e impassibile, rispondendo in maniera composta ed educata agli attacchi senza mai un cedimento, senza mai alzarsi e andare via. E confesso di aver invidiato quella ragazzina capace di mantenere una tale compostezza. Io al suo posto (e con 10 anni di più) non ce l’avrei fatta. Sarei crollata insieme alla mia arroganza e avrei frignato per tutta la presentazione. Tanto di cappello a Melissa P. dunque. Ma allora perché tutto il web, la blogosfera dura e pura, e la cultura di massa fessbucchiana ce l’ha con lei?
Forse perché scrive male? Ma è proprio vero?

A questo proposito Luca Ducceschi (autore di CI PIACEVANO I GANSENDROSIS e di diversi racconti erotici) mi ha fatto notare che “a quindici anni se si è sveglie si parla di ‘fare pompini’ non di assaggiare il turgido mistero di lui“. Su questo gli do ragione, anche io non ho simpatia per una certa scrittura erotico/lirica che in Italia abbonda, ma in tema di romanzi erotici ho letto di peggio. Dovete credermi, io ho letto delle porcate immense che sfuggivano alle leggi più elementari della grammatica italiana, per tacere della struttura narrativa e dei dialoghi clone. Porcate regolarmente pubblicate solo perché il sesso vende. E vende anche bene. Eppure gli autori di queste porcate non attirano tanto odio quanto Melissa P. Un odio che ha raggiunto vette mai viste, proprio in occasione dell’uscita di Tre.

Ecco il punto: Tre.

Spulciando la blogosfera indovinate un po’ cosa ho scoperto? Che gran parte dei critici/blogger che hanno scatenato questo putiferio ce l’hanno con la scrittrice perché ha pubblicato Tre per l’Einaudi, un editore serio, con una lunga tradizione alle spalle. Un editore che dovrebbe vergognarsi di avere nella sua scuderia una come Melissa P.

Strano. Davvero molto strano.

Su dieci blog letterari che ho letto di recente, solo un paio parlavano dell’ultimo lavoro di Melissa P. I restanti otto nemmeno l’avevano letto, ma sbraitavano tutti, con tono più o meno accorato, dello scandaloso comportamento dell’Einaudi che aveva mandato in stampa un libro della suddetta autrice. Una vergogna, una roba inconcepibile, che non si spiega.

Questo è il vero problema: i critici/blogger, gli aspiranti scrittori, i geni incompresi e i guru di Facebook si sono coalizzati tutti contro Melissa P perché non sanno spiegarsi come mai una come lei pubblichi per Einaudi.

Tutto qui? Ma ve lo dico io, basta che la facciamo finita!
Aprite bene le orecchie: Melissa P. pubblica per Einaudi perché l’Einaudi non si farebbe mai sfuggire una autrice che vende milioni di copie. Contenti? Soddisfatti? Ora fate i bravi, che ci vediamo al prossimo linciaggio mediatico.

About Cristiana

Cristiana Danila Formetta è nata a Salerno nel 1972. Scrittrice e blogger, negli Stati Uniti ha pubblicato per la Cleis Press e per Pretty Things. In Italia, ha pubblicato per Addictions e Coniglio Editore. Suoi racconti sono stati pubblicati su diverse riviste, tra cui il magazine Blue e GQ Italia. Il suo ultimo libro è FETISH SEX (edizioni "L'Orecchio di Van Gogh")
This entry was posted in Scrittori and tagged , , , . Bookmark the permalink.

3 Responses to Chi ha paura di Melissa P?

  1. Lobotomia says:

    Beh niente di più vero, perchè mai no npubblicare una che vende tanto?

  2. Alessio says:

    ho letto un unico commento al nuovo libro di Melissa P., quello sul blog Le malvestite. L’autrice si muove abilmente tra le pagine del libro e lo stronca con grande abilità. difficile dire se lo leggerò per accertarmi della correttezza della critica, poiché questa è convincente. sulla rete, ma anche sui giornali, non è difficile trovare critiche che sparano a caso. personalmente penso che da un bel po’ di tempo le case editrici italiane si preoccupino un po’ troppo degli autori e delle loro storie personali piuttosto che delle storie che stampano. so che non è il tuo genere, ma nel romanzo “Wunderkind”, un fantasy ben scritto edito da Mondadori, ho trovato molti piccoli errori che fanno credere ad editor distratti o addirittura menefreghisti nei confronti dei lettori. Insomma sono d’accordo sulla sostanza del tuo articolo, ma forse persino questo mio commento è solo robaccia se non ci riappropriamo del diritto che ha il lettore di pretendere il mestiere di scrittore a chi viene pubblicato da storiche case editrici.

    • Cristiana says:

      Apprezzo sempre i tuoi commenti che trovo precisi nell’analisi e pungenti nel tono. E aggiungo un paio di cose.
      1) gli editor non sono menefreghisti, ma spesso sono poveri disgraziati sfruttati e sottopagati, che devono vedersela con editori che pretendono troppo (ma pagano troppo poco) e scrittori che invece pretendono tutto. Si tratta di un lavoro titanico che di norma viene ricompensato con quattro soldi, per questo motivo si assumono giovani anche con poca esperienza, che si accontentano di pagarci le bollette ma correggono le bozze in maniera distratta. Quelli bravi costano molto, e le case editrici preferiscono utilizzare quei soldi per assicurarsi i nomi famosi.
      2) Io seguo il blog delle malvestite, ma prendo le loro critiche coi guanti, perché Betti appartiene alla categoria degli “haters”, cioè quei blogger che si sono fatti una reputazione per aver demolito libri e nomi celebri della cultura, della politica, o dello spettacolo (vedi Bucknasty di http://www.7yearwinter.com). Insomma, le critiche degli haters non sono sempre obiettive o spontanee, ma rispondono al personaggio del blogger colto e cattivo. E in Italia una medaglietta da intellettuale controcorrente non si nega a nessuno.
      Ps. detto questo, preciso che trovo divertentissimi sia Bucknasty che Le Malvestite.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

*

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>