Ad interim, a tempo determinato, a progetto o indeterminato. Attributi applicabili non solo ai contratti ma anche a categorie di donne. Ci sono quelle a tempo indeterminato che calcano la navata di una chiesa a braccetto del padre e dicono sì, in ginocchio davanti a un altare, convinte e coerenti nella scelta che durerà una vita e quelle che durano lo spazio di un orgasmo. In mezzo, una scala racchiude quelle intermedie. Ossia le fidanzate ad interim o le compagne a progetto. Durano lo spazio di un semestre per poi mutuarsi in qualcosa di diverso. La normale evoluzione implica un progetto più duraturo per quelle che vengono scelte e la possibilità di rimettersi in gioco, per quelle congedate.
Ci sono eccezioni che confermano la regola. Può accadere, allora, che la depositaria della sconfitta assuma l’etichetta di scopa&getta, mentre l’altra, scelta per svariati motivi, cominci a ragionare sulla tonalità di bianco dello strascico. In linea teorica, la prima dovrebbe mettersi il cuore in pace e, fugando l’imbarazzante etichetta, cercare una nuova relazione ad interim finalizzata, eventualmente alla ricerca della tonalità di rosa dei suoi confetti di Sulmona.
In linea teorica, dicevamo. Perchè ci sono le recidive che arrivano a annichilire la loro dignità in cambio di poche briciole del maschio dominante in questione che ha operato la scelta. Per lui sono disposte a fare di tutto. Inviano mail dal contenuto bollente, e si svendono in pompini clandestini in assenza dell’altra. Che, invece, raggiunge l’altare a differenza della rana dalla bocca larga costretta a uscire di scena nel peggiore dei modi, con l’infamante lettera scarlatta, tatuata in mezzo alla gambe.
Una P, che fa di lei la ragazza scopa&getta. Costo zero ma orgasmo assicurato. Che in tempi di crisi…
Tristemente attuale…ironicamente vero!