E’ tutto partito da una telefonata. I coldplay che intonavano il solito motivetto di Lovers In Japan. Dall’altra parte una voce cristallina. Molto più giovane di quella che mi sarei potuta immaginare dall’altra parte. Frizzante e divertita nel sentirsi raccontare la mia storia. Eppure, la squillo reale vince sull’adescatrice virtuale. Perchè?
Stamattina, mi sono svegliata ancora con questo chiodo in testa. Sbiadirà, per carità, finendo nello scarico delle cose che sarebbero potute essere ma non sono state. Capita a tutti, prima o poi, soprattutto a quelli più sprezzanti e dalla facciata più audace di ricevere una telefonata di quel tipo. Ti dà l’impressione che la tua vita potrebbe cambiare. Che finalmente sei stato notato e che il giorno della nemesi storica si avvicina. Le amiche ti suggeriscono la mise, il tuo lui guarda gli orari dei treni. Insomma, alla seconda telefonata ci si sente pronti. Perchè l’esperienza diventa di gruppo.
L’attesa dura lo spazio di una notte. La terza chiamata è una nota discorde rispetto al coro delle precedenti. Errata corrige. Ci dispiace.
Meglio avere la garanzia di una fanciulla esperta nel danzare la quadriglia del Bung Bunga. Poi non è rilevante se per lei il cubismo sia un’evoluzione del cubo su cui balla ogni sabato notte all’Hollywood e il glucosio, un glicine geneticamente modificato. Serve una buona dose di silicone, un considerevole stacco di coscia e voilà: les jeux sont fait!
Se un tempo bastava una telefonata per allungare la vita, oggi serve una squillo in (molta) carne e (poche) ossa per fare ascolto. E, l’ascolto aiuta il canone allungando ancora una volta la vita di chi vive nel magico acquario del quattordici pollici. Che poi la squillo allunghi direttamente la vita di chi la guarda, non saprei. Probabilmente allunga qualcosa, dalla vita in giù, per i pruriginosi che resteranno ancorati alla diretta di questa sera. Non mancate…porno subito!