Sprofondo rosso

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Appena scesa dall’aereo, respirai a fondo. Mi sentivo molto meglio.
La tensione che mi aveva inchiodato sulla poltrona per tutta la durata del viaggio era svanita.
I vicini di posto mi avevano commiserato, scambiando la mascella rigida, la schiena dritta e le mani artigliate al bracciolo della poltrona per la classica posizione da Paura Di Volare.
Non avevo detto nulla per far capire l’errore. Ero rimasta in silenzio, limitandomi a sorridere debolmente per addolcire i miei no ad ogni offerta di conforto o aiuto.
Se il corpo era rimasto pressoché immobile, la mia mente aveva lavorato a dodicimila giri.
Non avevo fatto altro che rivivere, durante il volo, gli avvenimenti delle ultime due settimane.
Come un film visto e rivisto al videoregistratore, premendo i tasti del telecomando della memoria, FFW e REW, avanti e indietro.
Io felice che apro la porta di casa, con una busta della spesa tenuta come un neonato, per non rompere la bottiglia di passata di pomodoro. Il telefono squilla, parcheggio la spesa sul tavolo, tolgo al volo la bottiglia per evitare che cada. Rispondo impugnando la bottiglia con la mano destra e la cornetta con la sinistra. All’altro capo del filo, una calda voce maschile. Mi chiede se sono io la signora…, “Ho il piacere di annunciarle che ha vinto un soggiorno di una settimana a Capri, hotel cinque stelle, trattamenti di bellezza compresi”. Cado dalle nuvole, ulteriori domande di verifica dei dati, ho vinto davvero.
Chiudo il telefono ed esco di casa. Corro nello studio del mio fidanzato per dargli la notizia.
Entro a passo di carica, attraverso la sala d’aspetto. Dopo aver a malapena bussato e atteso un millesimo di secondo, apro la porta e resto bloccata sulla soglia.
Lui è lì, di fronte c’è la mia migliore amica, non stanno parlando del tempo. Lui è chino con le mani dentro la camicetta di seta avorio che ho regalato alla mia amica per Natale.
Non riesco ad aprire bocca, la bottiglia di passata che non avevo mai mollato mi scivola di mano. Prima di voltarmi ed andarmene, sempre senza parlare, noto la chiazza rossa che si ingrandisce sulla moquette beige, penso che forse resterà l’alone. No, sbaglio, è il sangue, rosso anche quello, che lascia l’alone. Non sento le voci che mi chiamano, torno a casa pensando alla smacchiatura della moquette.
Non rispondo alle telefonate, non apro la porta. Per una settimana continuo ad evitarli. Nel frattempo preparo la valigia per la vacanza premio a Capri.
Lontana da tutti, mi godo il lusso ed i trattamenti di bellezza. Un manager del nordest che sta curando lo stress dirigenziale, siede al tavolo di fronte al mio, mi corteggia con modi vecchio stile.
Mi sento una regina in visita. Ho digerito il tradimento. Sono pronta.
Ci ho pensato per tutto il volo. Dall’aeroporto vado direttamente nel suo studio, faccio solo una fermata, prima. So che non ci sarà nessuno, ho il tempo di farlo con calma. Rovescio le bottiglie di passata di pomodoro che ho appena comprato su ogni centimetro della moquette costosa. Sembra la scena di un crimine prima dell’arrivo del RIS, l’ ho visto in tv. Prima di andar via, decido di fare al mio fidanzato l’ultimo regalo. Rovescio quattro bottiglie di passata sulla lampada psichedelica che troneggia sulla sua scrivania. Quando l’architetto di grido che curò l’arredamento dello studio gliela suggerì, non sapeva ancora che l’avrebbe odiata. Con me si lamentava: “Non ero abituato alla sua intermittenza”.

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7 Responses to Sprofondo rosso

  1. luciana says:

    Ad impreziosire il mio raccontino, un olio di Piero Ligas sugli Archetipi Relazionali

  2. riccardo says:

    Letto!
    Mi è piaciuto quello che non definirei esattamente un “raccontino” ma anzi un bel racconto.
    E’ apparentemente scarno ma in realtà al suo interno tutto ha una sua collocazione precisa ed un senso non banale nè pretenzioso.
    Il tradimento colto in flagrante potrebbe forse sembrare un po’ scontato, ma in realtà è quel che succede a molte persone e comunque lo “denunci” in modo molto freddo, quasi asettico… anche se la protagonista ha il sangue alla testa.
    Una contraddizione interessante.
    Ma a proposito di sangue: non ho capito quando o se la tradita si sia tagliata; è l’unica cosa che mi è sfuggita.
    Divertente la vendetta con la passata e comunque, piuttosto devastante sul piano economico.
    Domanda: il riferimento al viaggio-premio a Capri è satirico? Voglio dire, è collegato all’idea della pasta, del pomodoro ecc.? Fammi sapere, va bene?
    Salutone!

  3. Luciana says:

    Grazie Riccardo! dunque, il sangue in realtà non c’è: non si è ferita fisicamente, anche se avrebbe voluto farlo scorrere, per questo usa la pommarola, metafora del sangue oltre che gioco “lavanderino” sulle macchie indelebili. Capri… è stata scelta per svariati motivi: la vicinanza con Napoli e la pommarola è solo uno di questi. In realtà in quei giorni ci andò una conoscente per una remise en forme… e mi pareva congruo al racconto!

  4. riccardo says:

    Molto MOLTO congruo!
    Aggiungo solo che mi piace (ti sembrerà un discorso contorto, ma spero di no) quando di una racconto non riesco a capire tutto…
    Significa che è molto vario e che sfugge agli schemi ed a lenti troppo invasive… o o invadenti.
    Racconti come questi sono insomma piuttosto vicini alla vita.
    Ecco perchè il tuo si è fatto onore in quel concorso… i conti tornano!

  5. Giulio says:

    Bello! Ah, i fidanzati e i migliori amici! Anche a me però rimane misterioso quel sangue che compare reale esterno e inspiegato mentre il sangue interno sale alla testa.
    Spero di avere modo di visitare ancora questo blog.

  6. Luciana says:

    Grazie, professore! I misteri della psiche… e i collegamenti neuronali hanno strade che non sempre sono visibili a prima occhiata! Una sua visita in questo blog sarà sempre gradita. Come si dice: mi casa es tu casa, o qualcosa del genere!

  7. Ernesto Fanari says:

    Confrontarsi con un topos frequentato quale quello del tradimento, esperienza devastante soprattutto per chi lo subisce, è cosa non facile. La difficoltà cresce poi in maniera esponenziale a seconda della forma letteraria che si adotta o che viene decisa per noi da altri in contesti particolari.
    Nella fattispecie Sprofondo Rosso è un racconto breve a forte connotazione simbolista la cui originalità risiede nell’ inserimento di tocchi cromatici che hanno il pregio di conferire alla composizione una innegabile forza pittorica.
    La brevità coniugata dunque al tradimento amoroso che richiederebbe un approfondimento psicologico difficilmente operabile in poche battute, miracolosamente in questo caso non pregiudica la riuscita dell’opera. Tutt’altro.
    I simboli sono colmi di dolore amore furia e violenza.
    Il viaggio della protagonista a Capri è una corsa disperata verso il nulla, la spesa tenuta come un neonato è il desiderio di maternità legato ad un progetto d’amore, la pommarola che devasta la stanza del crimine è quantomeno un aborto provocato o un tentativo di suicidio…
    Ad accrescere l’originalità di questo piccolo cameo concorre la sapiente e calibratissima mescolanza di generi effettuata con elementi che si armonizzano alla perfezione : il titolo forte che denota lo smacco della donna viene stemperato in un flusso narrativo quasi da feuilleton che ci regala atmosfere d’altri tempi dolci ma non stucchevoli e l’ironia un po’ amara ma comunque presente si accanisce contro una moquette beige ed una strana lampada psichedelica.

    Ernesto Fanari

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