Intervista a Sergio Paoli
(da VareseNoir, di Paolo Franchini)
Nome: Sergio
Cognome: Paoli
www.sergiopaoli.com
Ultimo lavoro:
Niente, tranne la pioggia
Descriviti come preferisci, hai carta bianca.
Marito, padre, quadro aziendale e sindacalista CGIL, ogni tanto scrivo qualcosa. E me lo pubblicano anche. Ti pare possibile?
Ti va di raccontarci in breve il tuo ultimo libro?
Si intitola “Niente, tranne la pioggia” (Todaro), e esce ad aprile, tra pochi giorni. E’ la storia di una indagine sulla morte di una ragazza moldava, che era venuta in Italia con tante speranze, e era finita sulla strada. E’ la storia delle relazioni tra le persone, tra soldi sporchi e sentimenti puliti. E’ la storia delle testardaggine di un poliziotto, Vasco Lubrano e della necessità di mettere, ogni tanto, dei punti fermi nella sua vita.
E’ il mio terzo romanzo.
Più che nei precedenti ho cercato di fare uno sforzo di coerenza, di ordine, di struttura, senza rinunciare alla trama, ai temi che mi interessano e alle emozioni dei personaggi. Non c’è il vicecommissario Marini (né so se tornerà). Sentivo il bisogno di uscire da quella specie di gabbia che sono i romanzi seriali e di non mettere sempre così tanto al centro temi “politici”, che qua sono più sfumati rispetto ai precedenti.
Quando hai iniziato a scrivere, sapevi già che – prima o poi – ti saresti imbattuto nella stesura di un romanzo di questo genere?
Assolutamente no. Non so nemmeno cosa scriverò tra due ore, figurati.
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