IL CODICE ASKEW: Pistis Sophia, il Libro del Salvatore

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Tra i Codici di Nag Hammàdi, un insieme di manoscritti gnostici cristiani ritrovati nel 1945, il più famoso è la Pistis Sophia, meglio conosciuto come il Libro del Salvatore. Secondo questo testo, Gesù visse ancora 11 anni dopo la resurrezione, e prima di ascendere al cielo poté insegnare ancora a lungo agli Apostoli e alle donne presenti nel suo gruppo di discepoli. Fra di esse: Maria, Maria Maddalena, Maria Salomè e Marta.

( nell’immagine la copertina di un altro volume, i Vangeli Gnostici di Gesù, a cura di Marvin Meyer – National Geografic)

 Allego qui sotto la prefazione all’opera della Pistis Sophia, che spiega come fu ritrovato il manoscritto e come fu eseguita la traduzione.

 PREFAZIONE dell’Opera

Il Museo Britannico acquistò il codice di ASKEW dagli eredi del dottor Askew alla fine dell’ultimo secolo (probabilmente un poco avanti il 1785); il trattato è scritto su pergamena in lettere greche maiuscole, nel dialetto dell’Alto Egitto, e non è in forma di rotolo, ma di libro. Consta di 346 pagine in quarto, e per la maggior parte è in eccellente stato di conservazione; mancano soltanto pochi fogli. Il Codice è copia di un’originale traduzione dal greco. Il contenuto generale consiste in un trattato cui l’uso ha dato il nome di Pistis Sophia, a causa di una intestazione aggiunta da altra mano in mezzo alla narrazione. Il trattato non ha alcun titolo né porta alcuna scritta esplicatoria alla fine e, quantunque esso contenga un lungo incidente che tratta della passione e della redenzione di Sofia, altre parti di eguali lunghezza potrebbero esser chiamate ugualmente bene Le Domande di Maria, come ha suggerito L’HARNACK e, prima di lui, anche il MATTER. Il Codice contiene inoltre una corta inserzione ed una lunga appendice intitolata : Estratti dai libri del Salvatore.
Il trattato greco originale, che adesso chiamasi Pistis Sophia, può essere stato compilato da VALENTINO nell’ultima metà del secondo secolo, forse in Alessandria. Per “compilato”, intendo che quest’Apocalisse o Vangelo, o qualsiasi altro titolo possa avere avuto, non fu inventato dalla prima parola all’ultima da VALENTINO; la struttura della narrazione, la scelta dei testi e delle idee da altre scritture ebraiche, cristiane, egizie, caldee, greche, ecc.., e l’adattamento della nomenclatura furono la sua parte di lavoro.
Senza dubbio furono fatte diverse copie di questo originale ed errori, vi si possono essere infiltrati. Una di queste copie venne probabilmente portata lungo il Nilo e tradotta nel vernacolo, essendo il greco pochissimo compreso nelle alte regioni del fiume. Il traduttore evidentemente non era persona molto accurata; inoltre la sua conoscenza del soggetto era così imperfetta che si trovò costretto a lasciare molti termini tecnici nella lingua originale e, senza dubbio, di altri tentò di indovinare il significato. È altresì probabile che alcune cose fossero aggiunte ed altre sottratte in omaggio all’ortodossia. Per esempio la tediosa lunghezza dei salmi recitati da PISTIS SOPHIA nei suoi pentimenti, seguiti dalle più brevi Odi di SALOMONE, fanno supporre che originariamente il compilatore abbia citato solo alcuni dei versetti più notevoli di ciascun salmo e che il traduttore venuto dopo e più ortodosso – con quell’amore della ripetizione tediosa, caratteristica della devozione monastica, tanto orientale che occidentale – abbia aggiunto gli altri versetti meno adatti che gli erano familiarissimi, e sia stato obbligato di lasciare le odi di SALOMONE come stavano, ignorandone gli originali.
Inoltre il traduttore deve aver fatto, o deve aver posseduto una traduzione d’altri documenti simili intitolati da lui o da uno scriba venuto dopo, I Libri del Salvatore, e da essi estrasse quei passi ch’egli considerava adatti al soggetto in questione, e li aggiunse alla traduzione della Pistis Sophia. Anche questi Libri provengono, secondo la mia opinione, dall’officina letteraria di VALENTINO.
L’intero MS. del traduttore copto sembra essere stato copiato da qualche copista ignorante che ha commesso molti errori d’ortografia. La copia è stata fatta da un uomo solo ed eseguita in fretta; e ritengo che ne furono fatte due copie allo stesso tempo, e che talvolta una pagina di una copia è stata sostituita da una pagina dell’altra, e siccome esse non corrispondevano esattamente alla parola o alla frase, così si possono spiegare alcune inesplicabili ripetizioni ed alcune non meno inesplicabili lacune. Probabilmente questa copia fu eseguita verso la fine del quarto secolo.
In quanto alla storia del manoscritto, dopo questa data è impossibile fare alcuna congettura. Certo, la sua storia deve essere stata abbastanza interessante se esso ha potuto sfuggire alle mani dei fanatici tanto cristiani che maomettani. Durante questo periodo alcune pagine andarono smarrite.

Per scaricare il testo completoPistis Sofia (.zip)

fonte – http://www.rosacroceoggi.org/

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