Consigli per Natale: Hung

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Le vacanze di Natale sono secondo me un periodo molto produttivo dal punto di vista dello spettatore. La tuttosommato scadente proposta al cinema e la pausa invernale delle serie primetime americane, mischiate col clima buio freddo e il tanto tempo libero, mi hanno sempre portato a guardare molte cose. Scoprendo e a volte ri-scoprendo alcune chicche. In particolare in questi giorni ho riguardato con molto piacere Hung, una serie HBO che si collega all’ultimo post pubblicato perchè anche qui si parla dell’american dream dato che Ray, il protagonista, da giovane rappresentava il sogno americano con la S maiuscola. Bello, atletico, una carriera di studi che progredisce grazie allo sport, fidanzato con la capo cheerleader bellissima, e con un futuro assicurato nello sport da professionista. Insomma, tutto quello che odiamo o amiamo a seconda di come ci viene presentato. Ma a Ray capita il più classico degli incidenti. L’infortunio al legamento. Il suo è tosto e lo costringe ad abbandonare la carriera sportiva e il sogno di gloria che si aspettava. È costretto ad accettare un lavoro ben più misero, e si ritrova a fare l’insegnante di educazione fisica, proprio nel liceo in cui era stato studente e dove si era costruito una vita di successi. Chiaramente la frustrazione è molta. Ed è in questo momento che la serie ci presenta Ray: è già insegnante e lo vediamo per la prima volta proprio nel momento in cui la suddetta bellissima cheerleader lo lascia, e lo lascia per un dermatologo nano e bruttino, ma schfosamente ricco. La rivincita dei nerd. In più la squadra che allena non vede la vittoria neanche col binocolo, vive accanto ad uno stronzo che ogni giorno gli ricorda quanto è fallito e vuole comprargli la casa per abbatterla e farci una piscina, e casa sua, a causa di un corto circuito prende fuoco. Carriera di merda e casa distrutta con tanto di figli che sono costretti a tornare a vivere con la madre e il nuovo compagno. Una sfiga dietro l’altra che prendono a schiaffi Ray, ma che lo svegliano e lo mettono di fronte a se stesso. Non ha combinato nulla di valido nella sua vita. Si trova disperato al punto da andare ad uno di quei corsi motivazionali molto cari agli americani e capisce che per fare qualcosa deve sfruttare l’unica cosa buona che gli rimane. Cioè il suo grosso pene. Ray si reinventa cigolò. Sfrutta la sua unica caratteristica vincente per trovare soddisfazioni e un secondo lavoro che gli permetta di sbarcare il lunario in un momento di difficoltà sua personale e di crisi economica del paese. La strada non è facile e ha bisogno di una mano. Trova aiuto in Tanya, un’aspirante poeta, un po’ sfigatina ed estremamente insicura, ma che essendo molto brava con le parole è perfettamente in grado di vendere Ray. I due fondano la società Gli specialisti della felicità e si lanciano sul mercato.

Il tema dei genitori in crisi che si devono inventare qualcosa per uscire dai problemi non è un tema nuovo, ma Hung ci da comunque qualcosa di diverso perchè riesce a distaccarsi sia dalla comicità di Weeds e sia dai temi estremamente drammatici di Breaking Bad. Richiama lo stile di entrambi, ma se ne distanzia quel tanto che basta per risultare nuovo, e nonstante la semplicità dell’idea (un tizio col pene grosso diventa puttano) la serie non scade mai in volgarità. Si creeranno situazioni di profondo imbarazzo, nelle quali i due impareranno a migliorarsi, Ray cercando di superare la separazione e Tanya imparando ad essere molto più decisa e forte, soprattutto quando il suo posto di pappona verrà messo in dubbio da Lenore, una life consultant che ingolosita dall’idea di fare molti soldi vuole rubare Ray a Tanya e proporlo alle sue clienti tristi e insoddisfatte.

Il giuizio sulla serie è estremamente positivo perchè ci racconda dell’american dream e del suo sgretolarsi al passo coi tempi in cui la crisi economica e l’argomento topico delle conversazioni. Racconta il costante impoverimento della classe media americana e ribalta i ruoli di chi da giovane al college era pronto a spaccare il mondo e adesso scopre che anche lui deve lavorare duramente come tutti gli altri. È uno sguardo nuovo sull’america e porta una ventata di novità in tv. Uno show da non perdere e guardare con quel misto di ironia e tristezza che spesso e volentieri aiuta ad andare oltre le situazioni complicate.

Buona visione e buon Natale.

Michele Comba

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