Quando Darabont incontra Danny Boyle: The Walking Dead

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È da pochi giorni andato in onda il preair di The Walking Dead. Prodotta dalla AMC, che non è affatto nuova a prodotti di autentica qualità (Mad Men, Breaking Bad e Rubicon su tutti), era una serie molto attesa, ed ora che il mistero è svelato, a pelle, 5 minuti dopo aver finito di vederla, posso dire che è identica a 28 giorni dopo. Ed era proprio da 28 giorni dopo che aspettavo qualcosa del genere. La serie già prima della messa in onda aveva tutte le carte in regola per raggiungere il successo: oltre al già citato marchio AMC, la serie è creata dal regista Frank Darabont e basata sull’omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman e illustrata da Tony Moore e Charlie Adlard. Rispetto al fumetto, che sarà comunque ampiamente rispettato, Frank Darabont ha rivelato che ci saranno alcune novità: l’introduzione di alcuni personaggi inediti e l’ampliamento della trama di ogni singolo episodio che grazie al flashback, si arricchirà di sequenze in cui scopriamo i nostri personaggi nelle loro vite prima dell’infezione. The Walking Dead racconta infatti la storia di un mondo post apocalittico dove i morti viventi hanno invaso il pianeta. In questo mondo si muove un gruppo variegato di sopravvissuti che cerca disperatamente un luogo sicuro dove stabilirsi. I superstiti sono guidati dall’agente di polizia Rick Grimes, risvegliatosi dal coma proprio qualche settimana dopo gli eventi che hanno causato la catastrofe. Muovendosi di città in città il gruppo di sopravvissuti scoprirà presto che i morti viventi non sono l’unica minaccia per la loro vita e che i mostri, spesso, sono proprio gli esseri viventi.

È esattamente un revival di 28 giorni dopo, ma non è affatto una nota negativa. Anzi, perché se il film di Danny Boyle è un capolavoro (e uno dei miei 10 film preferiti), questa serie gli si avvicina parecchio. I morti viventi qui sono morti viventi e non “infetti”, infatti non sono iper-veloci e sembrano essere ciechi e attirati dai rumori, ma guardando le prime immagini non si può non notare la grandissima qualità degli effetti speciali curati da Jaremy Aiello, già al lavoro su Grindhouse. La sceneggiatura è solida su tutti i fronti e anche la fotografia si fa notare per alcune soluzioni di grande qualità, quali la sequenza praticamente al buio nelle scale dell’ospedale.

Negli Stati Uniti il primo episodio andrà in onda il 31 ottobre, la notte di Halloween e in Italia, grazie ad un contratto tra Fox e AMC, la potremo gustare appena 18 ore dopo (contando il fuso orario), e cioè lunedì 1 novembre.

“Questa partnership”, ha detto David Haslingden, a capo di Fox International Channels, “evidenzia l’impegno continuo di Fox International Channels nell’assicurarsi contenuti di alta qualità a livello internazionale, collaborando con network importanti come AMC. Con questo accordo, per la prima volta acquisiamo interamente i diritti internazionali di una serie televisiva. Questo ci permetterà di ottimizzarne il lancio, la promozione e la distribuzione lavorando con i nostri uffici locali e con altri canali televisivi in tutto il mondo.”

Ecco anche il link per il trailer:

Michele Comba

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2 Responses to Quando Darabont incontra Danny Boyle: The Walking Dead

  1. Bubenatti says:

    Carissimi,
    vi ringrazio di cuore. Ho incominciato a vedere The walking dead, una serie che si adatta completamente ai miei gusti e non solo. Non perchè vivo in una società dove tutti mi vogliono mangiare e io sparo di quà e di là…certo che no. Questa serie riesce a tenermi attaccato ad emule come non è mai successo dopo The Big Bang Theory e ovviamente il magico How I Met Your Mother. Ovvio, si tratta di un genere completamente diverso, ma la voglia di arrivare a casa e accendere il pc per vederlo è (quasi) la stessa che ho, ancora, per vedere quelli che ho citato. Quindi grazie di cuore, senza di voi non l’avrei mai conosciuta.
    28 giorni dopo è un must, irranggiungibile. Basta pensare anche solo alla colonna sonora. Neanche 28 settimane dopo ce l’ha fatta, a mio avviso, a mantenersi sugli stessi livelli del primo, sebbene l’abbia visto con piacere. Fare una serie su questo? Idea incredibile, realizzazione buona. Sì, mi piace, ho visto solo poche puntate ma posso dire che ci siamo. Migliorabile ovviamente, ma aspetto di vederne altre prima di sparare commenti probabilmente errati.

    Grazie ancora

    Bubenatti.

    • pixel says:

      Bubens ti adoro. La serie è stupenda, ma devo dire che più la guardo e meno si avvicina a 28 giorni dopo. Quello là è quasi perfetto e più sottile nel discorso che porta avanti. Qui hanno fatto miracoli visto il budget risicato e ad ogni puntata prendono due strade separate. In ogni caso sono sulla stessa lunghezza d’onda. giovedì mattina dalle 11 alle 12 in radio faccio un commento un po’ più articolato e diverso. Soprattutto a fronte di molte più puntate viste. Lo puoi sentire in streamn su rbe.it

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