Simone Masetto Maghe, Green Light 2016 polittico 5 pezzi da 40 x 60.
Compagni di viaggio connessi, con le persone e coi luoghi, per mezzo della rete internet, della rete reale di relazioni che si instaurano, spesso senza un perché di principio, della rete di interessi che portano a frequentare posti che poi determineranno l’immediato futuro … Dove sta andando la generazione cosiddetta “post-Google”? E la generazione prima e quella dopo, dove si sta andando, tutti quanti?
È stata creata la possibilità di condividere un insieme enorme di dati e di informazioni, determinando la possibilità di democrazia reale: tutti sanno, tutti potrebbero avere la coscienza e la consapevolezza di scegliere, per se stessi, per le comunità con cui abitano, per i luoghi dove passano lungo l’arco della vita. Eppure sembra che questa possibilità di democrazia globale stia sfuggendo di mano. Qualche dato non torna. Il canonico flusso di causa-effetto dovrebbe portare a ben altro risultato.
In effetti nessuno si è, come dire, “preoccupato” della gestione di un flusso, meglio, un vero e proprio bombardamento di dati e di informazioni. Possiamo dire, avere l’ardire, di essere veramente preparati?
Tante volte le situazioni più semplici offrono soluzioni immediate che possono riflettersi anche nei sistemi più complessi.
Un incontro “casuale” con una mostra d’arte, un artista, la curatrice artistica della mostra, addirittura un economista vicino a questi ambienti, hanno posto il quesito della gestione, del coordinamento, del network delle tante personalità, in questo caso artistiche, presenti nell’epoca contemporanea, ma di cui quasi nessuno è a conoscenza.
Proprio con la curatrice della mostra è stata condivisa la necessità di ristabilire un network orizzontale, in arte e nelle differenti discipline, per il semplice motivo che ogni settore disciplinare altro non è se non una manifestazione di una parte dell’essere.
Perciò, con immenso piacere, ho il privilegio di presentare il network lartquotidien con l’intervista esclusiva che segue alla sua fondatrice e curatrice d’arte, Elisabetta Mero.
1) Qual’è stata l’idea primigenia di ideare un network come lartquotidien?
Si è trattato di un processo naturale, quasi indipendente dal mio volere, dal mio percorso, diciamo, “ufficiale”, di una realtà che sta ora prendendo forma, che già da qualche tempo si manifestava attraverso varie espressioni parziali.
L’intuizione alla base del network lartquotidien è quella di voler promuovere artisti e progetti che si pongano obiettivi profondi e importanti per il mondo attuale e che aiutino a vivere la quotidianità in modo consapevole e connesso alla nostra essenza.
Si cerca di individuare un’arte, che prende forma attraverso la relazione, che aiuti a far evolvere le coscienze e le menti, e che dunque svolga al cento per cento la sua funzione umana in una direzione costruttiva. Si tratta semplicemente di andare alla ricerca di un’arte “buona” e virtuosa che spesso il mercato ha completamente soffocato e confuso. Il mondo classico, tuttavia, ci ha trasmesso l’idea di un bello che è anche buono, di cui l’arte ne è la materiale manifestazione. Per questa ragione una produzione artistica autoreferenziale risulta oggi limitata poiché difficilmente può realizzare una vera comunicazione.
L’indagine è solo agli inizi, eppure immediatamente si sono spalancate porte verso realtà già vive che, attraverso la ricerca, utilizzano l’arte per curare, stimolare e far evolvere l’intelletto. Artisti, musicisti, poeti non sono altro che traduttori di segni archetipici, portatori, spesso inconsapevoli, di messaggi e, in alcuni casi, di profezie.
Per realizzarsi ed evolversi, questa promozione necessita di un network orizzontale-verticale, ovvero di un dialogo tra persone immerse nel reale e nel quotidiano, al contempo con aspirazioni virtuose. Il dialogo e lo scambio tra creativi e menti che cercano, come me, la consapevolezza dell’essere nel nostro tempo producono importanti sintesi e scoperte, che sono solo agli inizi.
2) Perché il nome lartquotidien?
Il nome è nato dopo alcuni anni, successivamente ad alcune riflessioni legate semplicemente al mio profilo di instagram e a un blog che avevo timidamente avviato, in cui però non era ancora avvenuto il passaggio in me tra “il dentro” e “il fuori”, motivo per cui mi rendevo conto di parlare solo a me stessa. Tuttavia divenni consapevole che la mia vita non era scissa dalla mia passione per l’arte, ma anzi, che era un tutt’uno. Da questa intuizione nacque l’idea de lartquotidien, una dose quotidiana di arte, offerta attraverso i canali di comunicazione a mia disposizione, da condividere con chi esprime un’analoga curiosità e un’analogo bisogno di bellezza e novità. Contemporaneamente è avvenuta un’evoluzione, mi sono resa conto che era proprio quella ricerca del bello, con le sue contraddizioni, che mi stava facendo evolvere. In numerosi casi ho avuto anche modo di vivere un rifiuto verso questo ambiente perché nell’esserci non mi ritrovavo. Avevo la percezione del fatto per cui l’interesse principale degli addetti ai lavori fosse solamente l’accumulo di nozioni con una chiusura settoriale quasi soffocante, oltre a, ovviamente, il commercio. Poi ho compreso che la conoscenza è fondamentale, ma, per renderla pulsante e viva, essa è da connettere al “tutto”. L’idea dell’insieme, tuttavia, a volte confonde e blocca perché ci vuole una fase di pazienza e incubazione per creare la sintesi.
3) Può l’arte essere una necessità per tornare a un senso più genuino di umanità nei tempi odierni?
Assolutamente sì, per la ragione che dicevo prima, ovvero perché una “bella” e “buona” arte, intesa nelle sue varie declinazioni, può far evolvere l’essere umano a stadi più evoluti di coscienza e a farlo diventare più consapevole e lucido nella vita di tutti i giorni.
Per non rischiare confusione, credo che sia importante rivedere e riaggiornare anche il concetto di cosa s’intenda per “Arte” e per “Bello”. è tempo di rifare ordine. La “post Google generation” (vedi D. Edwards, “Artscience. Creativity in the post-Google Generation”, Harvard University Press, 2008) ha un potenziale altissimo nel poter maneggiare un’infinità di dati di tutti i saperi, ma il rischio alto è il non saper discernere tra ciò che è utile e buono e ciò che, al contrario, può divenir dannoso per lo sviluppo culturale. Il relativismo non produce nulla. Servono invece, oggi, persone in grado di decifrare il flusso del bombardamento d’informazione senza rimanerne vittima. L’arte può aiutare a guardarci da fuori, a prendere coscienza, di conseguenza, a imparare a scegliere. Leggere un libro, ascoltare un concerto musicale, vedere una mostra sono tutte esperienze che possono essere vissute come pause di riflessione, meditazioni accessibili a tutti indipendentemente dal livello culturale perché l’arte agisce sull’inconscio. Se l’avvicinarsi al bello, inteso come forma che produce del bene, porta un’evoluzione, allora tutti ne hanno diritto, appunto per trovare una via per vivere bene i nostri tempi e, dunque, in modo più sano e disintossicato.
Vivendo principalmente a Colonia, città che in modo naturale comprende e supporta l’arte, ho avuto modo di scoprire un mondo dell’arte vivo e connesso alla vita di tutti i giorni. La personale “Trascend” dell’artista newyorkese Violet Dennison alla galleria Jan Kaps mi ha toccato perché attraverso allestimenti simbolici ci parla di batteri e acque sempre più contaminate dalla nostra non consapevole quotidianità: così, nell’apparente bruttezza delle alghe messe in scena, si nasconde la potenza di un messaggio di risveglio.
4) Qual’è il filo comune tra gli artisti che sono passati per lartquotidien?
Lartquotidien è ora agli inizi.
Per quest’anno ho scelto tre artisti che in un certo senso erano già a me vicini da anni, ma di cui ho compreso la loro importanza nel profondo da poco. Si tratta di Simone Masetto Maghe, di Maryam Rastghalam e di Rodolfo Oviedo Vega. Pur con linguaggi diversi, tutti e tre testimoniano, attraverso il loro lavoro e la loro vita, di aver compiuto una profonda evoluzione non solo artistica, ma anche spirituale, per questo motivo la loro arte trasmette un’esperienza e una scoperta di armonia nel disordine: un cosmos dal caos. Simone Masetto Maghe è un artista che riesce ad aprire del tutto le porte all’inconscio, riuscendo a rappresentarlo, aiutando così lo spettatore a entrare nella sua percezione dell’infinito in cui ci ritroviamo. È sicuramente grazie alla riflessione e osservazione delle sue opere (vedi “Green Light”, dalla serie “Vellutoitaliano”, in “Velvet Breath. Simone Masetto Maghe”, catalogo della mostra, lartquotidien, Milano, 2016, p.22) che anch’io ho oggettivamente compiuto un salto verso una maggiore conoscenza di me stessa. L’esperienza artistica e curatoriale che abbiamo condiviso mi ha portato su una via senza ritorno in cui non posso più chiudere gli occhi di fronte a tutto ciò che la vita suggerisce nella quotidianità, che si esprime attraverso una canzone, una frase, una visione o semplicemente un colore.
Per Maryam Rastghalam è stato proprio un colore a fornirle la visione dell’”Uno”. Da donna persiana residente in Italia da alcuni anni, per lei era stato sempre molto complesso il riuscire ad armonizzare, nel suo lavoro di artista, le due culture iraniana e italiana. È stata la visione del colore nero a mostrarle un’unità: il nero delle vesti delle donne del suo paese, con gli occhi dell’anima, appariva come il nero delle gondole veneziane (vedi l’opera “Cipresso”, dalla serie “Cipressi”, china su carta indiana, 30x40cm, 2016). Magicamente l’armonia è avvenuta. Da lì in poi la strada creativa può esser per lei solo in salita perché connessa con il “tutto”.
Infine il salvadoregno Rodolfo Oviedo Vega, pur essendo il più giovane dei tre, è un artista evolutissimo sia a livello di carriera sia sul piano umano. La sua poetica si basa sul viaggio e ogni sua opera raccoglie e condensa tutti gli elementi che incontra nel suo peregrinare non casuale. Si fa guidare dalla vita al cento per cento. Arrivato giovanissimo a Parigi, la sua vita è la testimonianza della possibilità di una crescita infinita se ci si abbandona ad essa fidandosi delle possibilità che arrivano e che si presentano soprattutto grazie all’interazione con gli altri. Ogni opera racchiude testimonianze e memorie di incontri (vedi “Composition N°500”, 200x400cm, Parigi 2015, https://www.oviedovega.com).
5) Pensi sia possibile il connubio tra arte e scienza?
Penso che l’una abbia bisogno dell’altra. La mia formazione è umanistica, eppure riscontro una necessità sempre più insistente nell’ampliare le conoscenze e abbattere le barriere tra i settori; l’interdisciplinarietà si riscontra ormai come un’esigenza imprescindibile per il sapere attuale. In America e in alcuni ambienti si parla già di “artscientists”, ovvero di persone che provengono dal mondo della cultura o della scienza e che indagano attraverso scambi interculturali e interdisciplinari per approfondire aspetti del reale in una nuova prospettiva. Il mondo della cultura, soprattutto in Italia, si è bloccato per lungo tempo legandosi alle politiche e alle ideologie, molte Università in primis, così non ha saputo guardare al di là del proprio naso. Il desiderio di dare vita a un network di esploratori dell’arte attraverso occhi nuovi deve avvenire in stretto dialogo con il mondo scientifico. Nella recente mostra “Velvet breath. Simone Masetto Maghe”, quasi spontaneamente sono emerse tutte queste esigenze partendo dall’osservazione dei lavori dell’artista.
È stato aprendo gli occhi che ho visto che gli artisti che condividono un sentire affine sono numerosi. Come Dana Thater, i cui recenti lavori sono ora in mostra al Museum of Contemporary Art di Chicago dal titolo “The Sympathetic imagination”.
6) Se si parlasse di un concetto come Nuovo Rinascimento, in che modo lartquotidien potrebbe giocare la sua parte?
Lartquotidien, ponendosi come obiettivo la ricerca del bello e di un’arte che aiuti a sviluppare la consapevolezza, può dare, nel suo piccolo, un contributo nell’osservazione della nostra contemporaneità. L’arte vera, se osservata con profondità, ci può svelare molti significati utili per comprendere i nostri tempi e i segni di un cambiamento che potrebbe essere messo a confronto con la rivoluzione culturale avvenuta nel Rinacimento. La storia è circolare, dunque, se l’uomo guarda se stesso nella sua epoca, non può fare altro che dare il massimo esprimendosi in libertà.
Concretamente lartquotidien è in grado di offrire numerosi servizi nell’ambito della produzione culturale, dalla progettazione di mostre alla loro organizzazione, dalla realizzazione di cataloghi alla promozione e comunicazione. Ogni attività culturale cercherà di maturare in connessione con il presente e in dialogo con le parti coinvolte, ciascuna indispensabile per lo sviluppo di questo network.
Anche l’incontro con questo blog è stato per me un ulteriore dono e una conferma importante nell’immergermi seriamente in questa missione. Da subito si è parlato insieme di sincronicità, la quale si è manifestata anche nel nostro incontro: il suo essere passata “per caso” alla mostra di Simone Masetto Maghe da me curata e l’averne compreso immediatamente l’essenza e l’energia in circolo.
“Servire la società è in molti modi la missione prima dell’arte e della scienza. Invece è ciò che fa apparire le due inscindibili per la maggior parte della storia dell’uomo. Le nuove circostanze sociali stanno riportano artisti e scienziati di nuovo insieme”. Dall’autore di “Artscience. Creativity in the post-Google Generation”, D. Edwards, un monito, o anche una profezia, per il futuro.