NOME IN CODICE: PROGETTO BLUE BRAIN

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Cari compagni di viaggio … Questa settimana varcheremo una soglia oltre il comunemente conosciuto, nel nostro viaggio alle radici più intime e nascoste della nostra essenza: il cervello. Inizia la rivoluzione …

Tra cervello e computer si fanno comunemente rimandi ed analogie. Sono veramente simili? È possibile una sorta di integrazione?

Alcuni scienziati stanno operando in una cittadina svizzera, Losanna, verso questa direzione. Il progetto prende il nome di “The Blue Brain” e vuole prevedere un modello del cervello a computer.

L’intelligenza umana è caratterizzata da apprendimento, memoria e comportamento, che sono il risultato dell’interazione delle sinapsi all’interno del cervello. Se in una cellula si viene a creare, o meglio, risvegliare, attività elettrica, le sinapsi si servono dei neurotrasmettitori per trasmettere e generare attività elettrica in un’altra cellula. Ogni neurone contiene diecimila sinapsi, il cervello è composto da dieci miliardi di neuroni. Quindi si può considerare il cervello come un insieme di enormi reti ramificate composte da neuroni, collegati tra di loro per mezzo delle sinapsi. I neuroni producono segnali elettrici tipici, denominati punte d’onda o spikes, che sono la chiave per spiegare il concetto di percezione. La realtà materiale appare reale attraverso i cinque sensi: vista, gusto, ascolto, tatto, olfatto. Eppure i cinque sensi non sono altro che una codifica degli spikes. Questo vale anche per le sensazioni e i movimenti motori degli arti. Appena prende vita il concetto di sensazione, di pensiero, di azione ecco che entrano in gioco gli spikes: nell’area del cervello interessata e nella rete nervosa di riferimento a questa area si viene a creare elettricità.

I centri di ricerca internazionali stanno cooperando tra di loro nel progetto “Blue Brain”: un supercomputer si occupa della ricerca dell’attività del cervello, poiché la potenza di tale supercomputer è continuamente in aumento si ipotizza la futura possibilità di simulare l’attività cerebrale coi computer. Per questo motivo il progetto “Blue Brain” può essere considerato un “calcolo neurologico”.

Gli scienziati stanno procedendo con la costruzione di un database a disposizione dei centri di ricerca di tutto il mondo per la comprensione delle funzionalità del cervello e con la messa a punto di un modello matematico del cervello stesso che possa essere impiegato dai computer, così da rendere possibile la simulazione a computer del funzionamento dell’attività cerebrale.

Nel modello di computer creato per questo scopo ogni neurone è descritto attraverso un modello matematico, la cui soluzione rappresenta l’attività elettrica del neurone. Le sinapsi sono indicate dai legami tra le cellule nel modello.

A Losanna lavora il supercomputer “Blue Gene” dell’IBM, costituito da diecimila processori connessi tra di loro, i quali rappresentano una colonna corticale attiva di diecimila neuroni, ovvero dieci miliardi di connessioni tra sinapsi. Il modello a computer studia e controlla il funzionamento della rete nervosa e la generazione delle componenti della rete: le qualità dell’attività elettrica, la velocità del segnale nervoso nelle fibre nervose e le caratteristiche del legame tra sinapsi.

Tutto ciò quali conseguenze potrà avere all’interno della società?

Il secolo corrente segna un grande trionfo nella fusione di due discipline modernamente ritenute lontane: scienza e filosofia. Oggigiorno esistono e lavorano i neurofilosofi. Prendiamo l’esempio del progetto “Blue Brain”, che può essere esteso al concetto generalista di computer: i computer sono dotati di intelligenza propria? Spingendosi oltre il limite quasi etico, possiedono coscienza e consapevolezza? Qual è il punto di partenza per cui una macchina può essere definita consapevole?

Un’altra questione riguarda il libero arbitrio. Un ricercatore che osserva l’attività cerebrale di una persona può predire con qualche secondo di anticipo l’attività che questa persona sceglierà di compiere prima che ne sia consapevole, ovvero che dica verbalmente la sua scelta! Questo è possibile attraverso le analisi ottiche ed elettriche del cervello della persona che si è presa a campione. Siamo noi o il nostro cervello a scegliere, quindi a decidere, in ultimo ad agire?

Il libero arbitrio è il risultato di una sensazione oggettiva che si viene a creare attraverso una rete nervosa, la quale agisce dopo che il cervello ha stabilito la scelta da intraprendere.

Sorge spontanea una domanda: la nostra vita è solo il prodotto dell’attività cerebrale? La complessità del cervello non ha ancora permesso di rispondere a questa domanda, ancora sfugge qualcosa.

Lo stesso Albert Einstein affermava “Sarebbe possibile descrivere tutto in termini scientifici, ma non avrebbe senso e sarebbe insignificante come descrivere una sinfonia di Beethoven come variazioni d’onde di pressione”.

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