Corsi (e ricorsi)

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Nella vita, si sa, il tempismo è una delle virtù migliori. Azzeccare i tempi, saper cogliere il momento giusto, l’attimo fuggente, può decidere le sorti di un’impresa, può influenzare la riuscita di un progetto molto più del suo valore. Un buon proposito al momento sbagliato è destinato a sicura rovina.

“Quello di frequentare un corso era senza dubbio un ottimo progetto” dice la ragazza con i guanti bianchi di lana (altro che gonna di lino!).  “Peccato che a metà novembre sia ormai troppo tardi”, risponde Miranda, mentre se ne vanno a braccetto sotto l’ombrello tra l’acqua che scorre a fiumi dal cielo e dai tombini.

Già, metà novembre è ormai troppo tardi. Perché a Milano è difficile rinunciare ai corsi (e ricorsi). Puntuale, con l’arrivo dell’autunno, arriva il tempo delle nuove iscrizioni. Sorvoliamo sulle palestre, gli sport e le innumerevoli variabili del fitness (a proposito, in arrivo dall’America una versione burlesque della solita aerobica, con tanto di piume di struzzo). Ciò che fa la differenza in una città come Milano è la varietà dell’offerta, la fantasia delle declinazioni. Gratuiti o a pagamento, del Comune o di libere associazioni, alla moda o tradizionali, per tutte le fasce d’età e per tutti i gusti. Da prediligere gli orari serali, fascia aperitivo o cena, perché, si sa, di lavorare si finisce sempre tardi. Gli obiettivi di chi si iscrive, poi, sono altrettanto vari: voglia di imparare, curiosità, svago e distrazione… ma anche rimedio alla solitudine, nuove amicizie e nuovi amori. La natura del corso in sé è spesso secondaria.

Nessun problema per chi ama ballare, da soli, a coppia o in gruppo, anche se pare che il tango, da tanti associato alla passione amorosa, provochi nelle coppie di fidanzati o sposi strascichi interminabili di litigi. Nel tango comandano gli uomini, ma le donne, oggi, quanto sono abituate a cedere il passo e lasciarsi portare?

Intanto Miranda e la ragazza con i guanti di lana trovano rifugio in una pasticceria. Entrano, lasciano scolare gli ombrelli fradici, strisciano i piedi sul tappetino all’ingresso, si mettono sedute.

Da una borsa esce un foglio tutto stropicciato che va a ricoprire l’intero tavolino.  Il dito della ragazza ancora coperto dal guanto bianco scorre sul foglio, su e giù… “Bé, scartando i corsi di lingua, maglia, cucina, cinema, teatro e fotografia, già fatti, e considerando poi che siamo alla fine di novembre, potremmo scegliere, ascolta bene, tra…

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“Tu che dici Miranda?”

“Io prendo una cioccolata calda, e tu?”

“Anch’io”.

Il foglio appallottolato ritorna nella borsa, dalla quale riemergerà, forse, la prossima primavera.

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