Solo oggi scopro questo articolo de Il Sole 24 ore, riguardante una sorta di “manifesto” degli intellettuali trenta/quarantenni che vogliono oltrepassare la linea d’ombra dettata dal cambiamento epocale avvenuto nel mondo culturale italiano.
Si parla di un passaggio tra gli intellettuali della cultura di un tempo e quelli della cultura nella quale ci identifichiamo (anche se con grande fatica). Più che altro è una frattura, che nel mondo della letteratura fantastica italiana assume un aspetto ancora più evidente. Basti guardare al genere fantasy, dove a produzioni del primo inizio degli anni Settanta ha fatto seguito un abisso del tutto vuoto, e dopo un nuovo fantasy quasi del tutto differente, dotato di aspetti positivi e negativi. Leggete l’articolo, perché è interessante ed è in vista di un incontro, denominato Generazione TQ (Trenta Quaranta, ma anche molte altre declinazioni delle due lettere, tutte da scoprire e su cui riflettere), che avverrà venerdì 29 aprile nella sede romana della Laterza, al quale parteciperanno un centinaio tra autori, critici, editori, tutti rigorosamente trenta-quarantenni.
La disgregazione che si vede internamente al mondo fantastico del nostro Paese non è un evento isolato: pare che tutto il mondo letterario nostrano versi in simile condizione. E allora diamoci da fare perché si riesca a trovare un ragionamento comune, e ognuno di noi, scrittore, critico, editore, blogger, appassionato di genere o no, riesca a uscire dal guscio che ci destina in posizioni contrapposte. Riconosciamo il debito del passato (ma io lo chiamerei “credito” da riscuotere in termini di bagaglio e comprensione della realtà) e riconosciamo ciò che va riconosciuto agli stranieri, anche se più che mettere la nostra realtà narrativa sulle spalle di Quentin Tarantino (come fa l’articolo), personalmente mi sentirei di appoggiarla sulle spalle di un altro gigante ancora fin troppo misconosciuto: Stephen King. Riconosciamo finalmente che buona parte della letteratura efficace prodotta in questi ultimi quindici anni italiani è debitrice del grande scrittore del Maine, e poi mettiamoci a parlare.
Ciao Fabrizio, veramente King tanto misconosciuto non è…
Ciao Cris. Ma certo che non lo è. Infatti il mio tono era ironico e leggermente polemico, come si evince dalla frase immediatamente successiva
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