QV su L’Evocatore, di Paola Boni

L'evocatore1 – Riassumi in due righe (al massimo) il contenuto del tuo romanzo.

A sei anni, Daniel evoca per errore il demone Baal che per anni lo segue per riottenere i poteri perduti durante l’evocazione incompleta. Quando scopre l’esistenza del Sentiero dell’Evocazione, cinque templi dove sono rinchiusi demoni Nobili dormienti, Daniel vedrà in esso il modo per capire di più la sua natura di Evocatore e liberarsi di Baal.

2 – Descrivi il personaggio di questo romanzo per te più importante.

Il personaggio più importante, sebbene non sia il protagonista vero e proprio, è sicuramente il demone femminile Baal. Sotto certi aspetti Baal è un essere capriccioso e infantile che sfrutta ogni occasione per giocare brutti tiri a Daniel mossa prevalentemente dalla frustrazione di non poter divorare o torturare nessuno. Molte volte, però, Baal lascia emergere la sua natura demoniaca, una natura violenta e sanguinaria, inoltre ha una grande influenza su Daniel. Anche se apparentemente i due sembrano essere sempre in contrasto, è lei che gli ha insegnato a usare il suo potere, così come è lei che gli ha spiegato ogni cosa sulla natura dei demoni e la loro gerarchia ed è sempre lei che, spesso, fa emergere il lato più violento e oscuro del ragazzo.

3 – Quale legame c’è tra questa storia e l’attualità italiana?

Il romanzo è ambientato principalmente nella Parigi dei giorni nostri quindi non ha legami diretti con l’attualità Italiana. Nell’intera saga però, a partire dal background storico, vengono affrontate tematiche e problemi che rispecchiano purtroppo anche la nostra realtà tra i quali i pregiudizi verso chi è diverso o il fanatismo religioso.

4 – Qual è l’atteggiamento migliore che il lettore può assumere prima di cominciarne la lettura?

Approcciandosi ad Amon un lettore può scegliere se leggere “semplicemente” la storia immergendosi in essa e lasciandosi guidare dai suoi personaggi oppure dedicarsi a una lettura a un livello più profondo, soffermandosi sulla simbologia di una magia e di una demonologia che traggono origine tanto dal paganesimo quanto dalle principali tradizioni esoteriche delle grandi religioni.

5 – In riferimento al romanzo nella sua complessità, in cosa ti riconosci e in cosa, invece, non ti riconosci?

Direi che mi riconosco pienamente in tutto il romanzo nel quale ho cercato di trasmettere il più possibile la mia visione del mondo e della vita. Quello in cui sento di rispecchiarmi di più, comunque è il dualismo presente in ogni personaggio. In Amon anche i personaggi “positivi” spesso agiscono in maniera aggressiva o violenta o commettono errori che spesso li portano a ferire chi sta loro intorno. In loro bene e male non sono mai così nettamente separati ed è una cosa che sento far parte in maniera profonda di me e, in fondo, della mia stessa natura umana.

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