Ho sempre creduto che non esiste una letteratura minore, che a volte nei luoghi comuni corrisponde con quella di genere. Ho sempre sostenuto che esistono romanzi belli e romanzi brutti, indipendentemente dalla tematica che affrontano, dal pubblico a cui sono indirizzati, o dal sesso dello scrittore (gli scrittori sono meglio delle scrittrici? Interrogativo da non dormirci la notte e che ha occupato pagine virtuali e non, in questo periodo). Detto questo Dust & Decay è un libro bello, un libro da leggere. Un’avventura al cardiopalmo che non lascia tregua, ma che non perde mai di vista l’attenzione ai personaggi e alterna momenti di introspezione a battaglie epiche per la vita o la morte. Jonathan Maberry ha una penna tagliente, che scava nelle paure umane e lo fa senza fronzoli, colpendo dritto al punto. Questa storia, grondante sangue e affollata di morti viventi, può essere definita a tutti gli effetti un romanzo di formazione. E non mi vergogno ad ammettere che in più di un’occasione mi è scappata la lacrimuccia. A questo punto, spero che il terzo volume della saga non si farà attendere troppo e sono davvero fiera di averne firmato la fascetta: perché se gli zombie sapessero leggere vorrebbero un libro di Maberry.
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Striges - La promessa immortale
«Sono i tuoi poteri che si stanno risvegliando. Succede a ognuna di noi, al compimento dei diciassette anni. Sei una strega, Zoe. E lui è un Inquisitore»
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Grazie per il pensiero! Peccato che non ci siamo viste a Lucca, a quanto so gli zombie hanno fatto furore nel giorno dei morti. Però sono dell’idea che sia più facile per loro leggere che per gli opinionisti del target scrivere qualcosa di interessante ^^
ahahah grande Irene! Un abbraccio