Uno scrittore professionista e un autore esordiente entrano in un caffè…

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A dispetto del titolo, no, non avevo intenzione di scrivere una barzelletta. Quella del caffè vorrei che sia una metafora, un immaginario caffè letterario dove si può parlare con leggerezza di una cosa seria: ciò che molti considerano il futuro dell’editoria, l’ebook. Approfittando dell’uscita in edicola di Nome in codice Loki, il nuovo volume della saga più longeva della narrativa italiana, ovvero Il professionista, che da anni viene pubblicata nella collana Segretissimo, ho posto due domande al suo autore, Stefano di Marino (in arte Stephen Gunn). Il professionista è un perfetto esempio di narrativa popolare, libri stampati su carta “pulp” e venduti in edicola a un prezzo accattivante, e che contano migliaia di appassionati sparsi per la penisola che li aspettano ogni mese. Ma non basta: Di Marino è attivissimo in rete ed è recente l’uscita del suo romanzo disponibile solo su canali digitali Il sentiero dei mille sospiri, urban fantasy ambientato a Hong Kong pubblicato per i tipi di Area 51. Parlando di ebook mi sono resa conto che ci sono altresì autori emergenti che iniziano a pubblicare proprio con lo strumento elettronico. Come Glauco Silvestri, per esempio, che ha virtualmente dato alle stampe Il cacciatore di uomini. Ma lasciamo la parola all’ospite d’onore del blog: Stefano Di Marino.

Stefano, sei uno scrittore affermato sulla carta stampata, ma sei anche uno degli autori italiani più attivi sul versante ebook. Pensi che l’ebook possa aiutare la diffusione del romanzo popolare, o si tratta di una nicchia destinata a rimanere tale?

SDM: All’inizio non ci volevo credere neanche io. Sono cresciuto con i libri di carta, da toccare e collezionare. Però..è un settore in espansione e permette reali risparmi. Per farti un esempio la rivista che curo Action edita da D.books non l’avremmo potuta realizzare stampandola e distribuendola per vie normali. Invece così ci costa solo relativamente ed è sempre disponibile senza problemi di distribuzione e magazzino…e anche di conservazione a casa del lettore. Per i romanzi forse il discorso è un po’ diverso e richiede ancora un po’ di tempo. Però io voglio esserci sin da principio e più titoli si mettono in rete più si ha la possibilità di ottenere dei risultati. Così dal primo Per il sangue versato che era esaurito da anni è uscito Il labirinto di Lucrezia che è risultato il più venduto nel circuito Milanonera(e da questo settore aspettatevi grandi sorprese nei prossimi mesi…) e poi Il sentiero dei mille sospiri con Area 51 e Appuntamento a Samaringa che è solo il primo dei romanzi di Action. E poi ci sono le nuove possibilità di pubblicazione direttamente su Amazon che permettono anche di ordinare la copia del romanzo ‘print on demand’. Un mondo nuovo nel quale, ovviamente, siamo penalizzati rispetto agli autori di lingua inglese che dispongono di un mercato molto più grande. Però confrontandomi con autori amici e colleghi da lunga data come Barry Eisler, J. Konrath e Brent Ghelfi siamo arrivati alla stessa conclusione. Loro addirittura hanno lasciato grandi case editrici per pubblicare in questo modo. È il futuro, ci piaccia o no, ma non rappresenta una concorrenza al libro scritto che resterà sempre. Diciamo una possibilità in più. Ovviamente in questo settore ancora (per un po’…) non si parla di anticipi quindi non posso permettermi di legarmi con un’esclusiva. Collaboro con tre gruppi differenti e non è detto che un domani non nasca una ‘mia’ etichetta. Ripeto ci vorrà ancora un po’ perché questo mercato dia veramente segnali di prosperità, principalmente perché il pubblico deve imparare a servirsi del mezzo elettronico e perché..il problema del fatto che in Italia non si legge non si risolve mettendo un tablet in mano alla gente…ma sicuramente è il futuro. E io voglio esserci da principio.

Puoi parlarci dei nuovi progetti in ebook in cui sei coinvolto?

SDM: Prima di tutto sono impegnato alla realizzazione del secondo numero di Action che proporrà anche la ristampa della serie VLAD da tempo esaurita. Poi con Milanonera stiamo progettando un formula che mi è molto cara, quella del feuilleton. Ogni mese una puntata a basso costo di un romanzo ‘originale’ e scritto appositamente. Sarà una storia di spadaccini seicenteschi, avventura e romance sempre nelle mie corde ma un po’ diversa da altre mie produzioni. Poi con Area 51 ci sarà un’edizione ebook di romanzi thriller. Si tratta di versioni più complesse e dense di thrilling dei romanzi brevi usciti su Confidenze. Decisamente più terrificanti in questo caso…

Glauco Silvestri, credi che l’ebook sia un buon mezzo per un autore emergente per farsi conoscere, o è uno permette visibilità solo agli autori già noti?

GS: Credo che l’ebook sia una buona palestra. Se si distribuiscono ebook gratuitamente è facile trovare lettori interessati. Molti di loro lasciano spesso dei feedback sinceri, visto che non c’è un legame di amicizia e/o parentale, e questo è utilissimo per crescere. L’unico rischio è di creare attorno a sé una cerchia. A lungo andare l’autore di ebook gratuiti potrebbe fare amicizia con alcuni dei suoi lettori. Si può formare una sorta di cerchia che, visto il legame d’amicizia nascente, diventa più soft nei commenti… e da qui si perde il giudizio sincero, e soprattutto severo. Per fortuna ci sono i social network. Se l’autore è piuttosto scafato, attraverso i SN potrà davvero crearsi un numero di lettori davvero vasto.

Quindi la tua risposta è positiva…

GS: In realtà ci sono dei lati negativi che mi costringono a rimettere in discussione tutto quanto.
A) In Italia i lettori forti non sono molti, e una grande percentuale di questi è piuttosto refrattaria alle nuove tecnologie… basti pensare che in tantissimi continuano a parlare di “profumo dei libri”. E’ vero che la lettura di un libro tradizionale dona una sensazione di fisicità alla lettura, ma mettere la lettura in secondo piano rispetto al supporto è sicuramente poco produttivo per il mercato del “libro”. In Italia l’ebook è visto come un nemico da combattere… per cui una certa percentuale di lettori, pur conoscendo l’autore, potrebbe rinunciare a leggere un suo lavoro proprio perché è proposto solo in formato elettronico.
B) Il libro elettronico dovrebbe attecchire maggiormente su internet. Il fatto è che, per qualche strano motivo, c’è una percentuale elevata di internauti che è convinta del fatto che tutto ciò che si trova su internet debba essere gratuito.
E’ vero che le grandi case editrici propongono spesso e volentieri gli ebook allo stesso presto delle edizioni economiche su carta dello stesso libro (brossura sopra i 20eu, paperback tra i 10 e i 15eu, ebook sulla soglia dei 10eu…) ma è anche vero che spesso si lamentano del prezzo elevato anche quando l’ebook è proposto sotto i 5eu (specie se si tratta di esordienti).
C) I DRM soffocano il mercato. Rendere complicata l’esperienza di lettura è controproducente. Se compro un libro di carta devo solamente saper leggere per poterne usufruire. Se compro un ebook devo stare attento che il mio lettore sia compatibile con il formato in cui è distribuito, che supporti i DRM con cui è protetto, e consapevole che, se un giorno dovessi cambiare lettore, potrei rischiare di non riuscire più a leggere quel libro, ed essere costretto a ricomprarlo nei formati compatibili del nuovo ereader.
Per quanto Amazon si stia già muovendo anche in questa direzione, il prestito degli ebook, così come la loro gestione nelle biblioteche, è ancora piuttosto complesso.
In pratica, un ebook non può essere utilizzato esattamente come viene fatto per un libro tradizionale. Senza contare che le tecnologie evolvono, e di solito si lasciano indietro i vecchi prodotti. Così come su un computer di 5 anni fa è praticamente impossibile far funzionare Windows 7, nello stesso modo le prime versioni di Kindle non sono in grado di leggere il nuovo formato di ebook appena lanciato da Amazon, e probabilmente lo stesso accadrà quando ePub 3 verrà lanciato sul mercato. Insomma… i libri elettronici rendono più complesso il semplice gesto della lettura… e questo non va bene…
A fronte di tutto ciò, una domanda sorge spontanea: In quanti sarebbero disposti di investire qualche euro per un autore esordiente che fino a ieri nessuno conosceva, se non in alcune cerchie ristrette su internet? In quanti, invece, sarebbero disposti a investire la stessa cifra per leggere l’ebook di un autore noto?
Parlando del mercato Italiano (perché nel mercato anglosassone/americano il discorso è diversissimo e forse ribaltato), secondo me, l’ebook può essere un buon mezzo per crescere e fare esperienza… sicuramente può dare anche delle belle soddisfazioni. Ma per ottenere la vera notorietà (quella che hai tu, Di Marino, Varesi etc etc), il mercato del libro tradizionale è ancora importante.

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12 Responses to Uno scrittore professionista e un autore esordiente entrano in un caffè…

  1. conan says:

    non sottovalutiamo gli ebook, anche io ho sempre pensato che non avrebbero preso in italia perchè essendo in formato elettronico stancano gli occhi del lettore e in più si perde il fascino di tenere in mano e di sfogliare un libro cartaceo,ma mi sono reso conto che ragionavo con la testa di un uomo di 34 anni che per più di 30 anni ha tenuto in mano libri di carta, le nuove generazioni già a 5 anni stanno davanti un pc,in più ho sentito che ci sono degli schermi particolari che permettono di leggere i libri in formato elettronico senza stancare gli occhi,per cui è una questione di tempo,per me gli ebook prevarranno.
    tu dici che sono poche le copie vendute in italia anche per quel che riguarda il cartaceo…e ci credo pubblicano solo porcherie, persone come moccia,fabio volo,faletti,giordano e via dicendo me li chiamate scrittori? mio cugino che fa la quinta elementare e ha il lobo sinistro compromesso da un incidente stradale saprebbe scrivere storie più interessanti!, questi autori per me hanno avuto successo solo grazie alle campagne pubblicitarie,alla notorietà di chi li ha scritti, ai titoli dei libri e nulla di più…

  2. conan says:

    non so ma non riesco a fidarmi degli editori, ho delle fobie, sono molto geloso di quello che scrivo… tra le mie paure c’è quella di vedere il mio romanzo rifiutato da un editore e poi magari ritrovarlo in edicola sotto falso nome o magari essere pubblicato ma truffato sul vero numero di copie vendute, magari sono paranoico ma degli italiani non mi fido,è il paese dei furbetti del quartierino dove tutti cercano di fregare tutti.

    • Barbara says:

      ti capisco, per fortuna il sistema editoriale si sta evolvendo nonostante tutto e quando kindle arriverà in italia ci si potrà autopubblicare senza pagare nulla, e avendo sempre rendiconti precisi al byte. le copie vendute saranno poche, ma sono poche anche in cartaceo…

  3. conan says:

    se si dovessero affermare gli ebook in italia la figura dell’editore scomparirebbe, in italia fare gli editori comporta solo sfruttare economicamente un autore,qual’è il loro ruolo oltre ad occuparsi di stampare il libro e distribuirlo nelle librerie? ormai si sono ridotti a fare i tipografi e nulla di più, sto finendo di scrivere il mio primo libro ma non mi rivolgerò mai ad un editore,specie in italia, anche perchè ho letto su internet storie assurde di editori che si facevano pagare dagli editori un “contributo”, capisco che c’è crisi economica ma arrivare a farsi pagare contributi da un autore significa sconvolgere il senso delle cose, per fortuna che con gli ebook e un pò di burocrazia l’autore può completamente gestirsi da se, nel bene e nel male… la figura dell’editore ormai è inutile e marginale.

    • Barbara says:

      Chiariamo una cosa: quelli che si fanno pagare dagli autori NON sono editori. Sono dei furbetti che approfittano della vanità e dell’assenza di autocritica di molti aspiranti scrittori. Gli editori, anche nell’era digitale, dovranno essere sempre di più dei “garanti” di un certo livello di qualità del testo e interpreti del gusto dei lettori a cui si rivolgono. Anche se facciamo tutti allegramente finta di niente, scrivere testi ha regole e tecniche che vanno apprese con il tempo e l’esperienza, e spesso è l’editor a dover “raddrizzare” un testo magari potenzialmente buono ma carente dal punto di vista della scorrevolezza o la coerenza

  4. Simone Bedetti says:

    Grazie a te Barbara ;)

  5. Simone Bedetti says:

    Eccellente intervista, complimenti a intervistatrice e soprattutto a Stefano che ha fatto strike dei punti principali. Come editore del “Sentiero dei Mille Sospiri” e come editore digitale penso che soltanto l’integrazione potrà portarci frutti economici. Mi sono ripromesso di centrare sempre le mie analisi e i miei studi per lo sviluppo della casa editrice in senso esclusivamente economico, anche se la mia natura filosofica mi spingerebbe sempre alla teoretica ;) Ma credo fortemente che INTEGRAZIONE, RETE, COLLABORAZIONE debbano diventare parole chiave dell’economia del digitale e dell’editoria in particolare. Integrazione a tutti i livelli: tra qualità e quantità, tra catalogo e novità, tra programmazione, produzione e promozione, tra autore, editore e lettore, tra editore, aggregatore e store, tra editoria digitale ed editoria tradizionale, etc. L’interdipendenza tra i soggetti economici che realizzano i contenuti, il cuore pulsante dell’economia digitale, è fondamentale per irrobustire la rete stessa e presentarla più forte sul mercato globale, dove i contenuti saranno in prospettiva MILIARDI. E’ necessario secondo me in questa fase pionieristica che continuiamo a battere, che continuiamo a crederci, che continuiamo a pubblicare in maniera ragionata, organizzata e strutturata per costruire non “Isole nella Rete” ma PERCORSI che spetta ai lettori esplorare. Credo che la rivoluzione del digitale sia in realtà un’evoluzione, e che molte categorie oppositive che oggi ancora tengono banco (letteratura alta/letteratura bassa, mainstream/pulp, lettore/non lettore, lettore forte/lettore debole) siano destinate a dissolversi sostituiti proprio da questi precorsi individuali del singolo lettore-sperimentatore di mondi. Dei propri mondi intendo dire, mondi che evolvono come evolve la nostra storia personale e che nel tablet, nello smartphone, nei reader, etc., come già nell’iPod, trovano. Penso proprio che la differenza col passato è che l’iPad, per esempio, sia essenzialmente un GENERATORE DI MONDI. Un ambiente che crea le condizioni per l’esplorazione della propria conoscenza e per l’esperienza non di un kàos ma di un kòsmos. Sono convinto che sempre meno la cosiddetta cultura sarà governata da chi ti dice cos’è giusto e cos’è sbagliato, cos’è alto e cos’è basso, cos’è bello è cos’è brutto, sostituita da una rete di mondi-esperienze narrative esplorati e vissuti dai singoli lettori. Così il fantastico diventa realtà, come abbiamo sempre sognato. Ecco sono tornato a fare il filosofo ;)

    • Barbara says:

      Ciao Simone, grazie per il tuo intervento. Non posso che condividere la tua posizione, e ben vengano le tue filosofie :) Sono sempre piuttosto diffidente nei confronti delle eterne diatribe, ma curiosa nei confronti dei percorsi. Inserisco il link al sito area 51. A presto!

  6. Glauco says:

    E’ un onore essere affiancato a Stefano in un articolo di questa portata. Grazie Barbara, e tanti complimenti a Stefano per il suo lavoro e le sue capacità ^_^

  7. ilprofessionista says:

    grazie dell’opportunità di paralre del mio lavoro ma anche in senso più ampio dell’editoria digitale. credo sia un campoche può dare ancora moltissimo e che vada esplorato giorno per giorno…

    • Barbara says:

      Ciao prof, è sempre un grande piacere fare due chiacchiere con te, e l’occasione mi sembrava perfetta!

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