Dopo aver intervistato scrittori, al primo romanzo o già al secondo e oltre, ho pensato di esplorare il mondo dell’editoria facendo qualche domanda a Patrizio Zurru, libraio, agente letterario, operatore culturale a tutto tondo.
Patrizio, grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande. Spero tu possa aiutarmi a capire meglio il misterioso mondo dell’editoria e della “letteratura”.
Mi pare che negli ultimi anni il numero di “persone che scrivono” sia aumentato in modo esponenziale, questa almeno è l’impressione che si ha svolazzando in rete e leggendo i giornali. O forse sono solo aumentate le possibilità di ottenere visibilità (penso ai blog e alla rete in genere, e al proliferare di siti di auto pubblicazione, corsi di scrittura, concorsi letterari dai più blasonati a quelli che lasciano un po’ perplessi). Dalla tua posizione di agente letterario (co-fondatore dell’agenzia Kalama) che mi dici? Dacci un po’ di numeri!
“Si può dire, dati alla mano, che ci siano più persone che scrivono rispetto a quelle che leggono. L’idea che si possa diventare famosi pubblicando si è insinuata nella testa di molti, e questo provoca il proliferare di tantissime Edizioni A Pagamento, i famosi EAP, che approfittano di persone in buona fede.
Molti concorsi letterari sono legati a doppio filo con case editrici di questo tipo e spesso il premio consiste in una pubblicazione, di cui il vincitore deve acquistare copie.”
Sempre da questa tua posizione privilegiata, per avere un quadro verosimile, l’aumento di numero corrisponde anche all’aumento della qualità degli scritti che vi sottopongono, oppure il livello qualitativo è identico, o magari peggiorato, nel senso che ora si sentono novelli Dante anche persone che litigano con l’analisi logica e l’analisi grammaticale?
“Appunto per quello che ho detto prima la qualità degli scritti va peggiorando. Diciamo che ci rende felici ricevere materiale ben scritto, ma è molto raro rispetto alla media degli invii.”
Ho anche l’impressione che sia aumentato il numero delle case editrici, penso alla fortunata ondata di case editrici nate in Sardegna negli ultimi anni. Secondo te è un bene o in alcuni casi si tratta solo di imprenditori che han fiutato l’aria e approfittano della vanità degli “scrittori”?
“Già risposto. Alcune investono sugli scrittori, scommettendo sulla qualità del lavoro, altre fanno
investire gli scrittori.”
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