UN ALTRO 29 OTTOBRE…ERA IL 1949!

In Wikipedia ho trovato questo testo per un lemma davvero sconvolgente…

“Nell’ottobre del 1949 i contadini calabresi marciarono sui latifondi per chiedere con forza il rispetto dei provvedimenti emanati nel dopoguerra dal ministro dell’Agricoltura Luigi Gullo e la concessione di parte delle terre lasciate incolte dalla maggioranza dei proprietari terrieri. Interi paesi parteciparono a questa mobilitazione che vide circa 14 mila contadini dei comuni orientali delle province di Cosenza e Catanzaro scendere in pianura. Chi a piedi, chi a cavallo, con donne e bambini e gli attrezzi da lavoro, quando giunsero sui latifondi segnarono i confini della terra e la divisero, iniziando i lavori di preparazione della semina. Irritati per questa ondata di occupazioni alcuni parlamentari calabresi della Democrazia Cristiana si recarono a Roma per chiedere un intervento della polizia al Ministro dell’Interno Mario Scelba. I reparti della Celere si recarono quindi in Calabria e uno di loro si stabilì a Melissa (oggi provincia di Crotone) presso la proprietà del possidente del luogo, barone Berlingeri, del quale i contadini avevano occupato il fondo detto Fragalà. Questo fondo era stato assegnato dalla legislazione napoleonica del 1811 per metà al Comune, ma la famiglia Berlingeri, nel tempo, lo aveva occupato abusivamente per intero. La mattina del 29 ottobre 1949 la polizia entrò della tenuta e cercò di scacciare i contadini occupanti con la forza…”

E’ una storia che sembra uscire da quella delle “Terre del Sacramento”, solo che va oltre la storia… L’assurdo sta nel fatto che il barone Berlingeri possa essere andato dal Prefetto a chiedere l’intervento della Celere contro il Popolo, e questi, non più investito di regio potere, ma vestito del potere in Nome di Quel Popolo dal quale dovrebbe provenire l’esercizio del potere politico, abbia potuto asservirsi ai desiderata di una aristocrazia vecchia ed avara, screvra da ogni sentimento di carità o di che simile, egotisticamente ed egoisticamente arroccata nella difesa di biechi privilegi che avevano ed hanno, tuttora, il sapore del male!

In memoria di coloro che furono vilipesi, picchiati ed uccisi, anche dopo che avevano gridato ed applaudito la Celere dicendo “Ecco la Polizia della Repubblica Italiana”, con ciò volendo dire che si è sempre Popolo e si sta dalla stessa parte, chiedo un po’ di silenzio, un po’ di scuse e di inginocchiata richiesta di perdono a quelli che rimasero, che sopravvissero, in nome di quella Sacra Carta Costituzionale che costò il sangue di tanti e che, oggi, è vilipesa ed offesa dai tanti che sugli scanni delle aule del potere hanno dimenticato, come lo fecero all’epoca il prefetto e le congreghe sia a latere che sopra o sotto di lui, che essi sono al servizio del Popolo Sovrano…

Mi addolora che il detto “Difendi il figlio del povero” sia scritto solo sulle pareti della Vecchia Corte di Giustizia di Scotland Yard e non nel cuore e sulle labbra di chi il Popolo ha eletto a governare in Suo Nome…

Absit iniuria verbis!
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About storia

Ingegnere meccanico, dottore di ricerca in energetica, professore a contratto alla Facoltà di Ingegneria e alla I Facoltà di Architettura "L. Quaroni" dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", si occupa di studi di impatto ambientale, paesaggistici e urbanistici. Si interessa di letteratura, storia, disegno e fotografia.
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