Recensione a cura di J.A. (revisione di Fabrizio Fulio- Bragoni)
La vita del professor Tommaso Vasile è ossessiva: in seguito a un lutto che l’ha colpita, la scuola in cui da anni insegna non è più la stessa, e neppure il lavoro di ghost writer lo soddisfa più; è stufo di scrivere riempitivi per romanzi di altri, anche se il mercato non sembra interessato a ciò che lui ha da dire.
Un’opportunità di cambiamento gli viene offerta dal padre di Elisa, la sua ragazza.
Giorgio Prati è un politico affermato, pieno di relazioni che potrebbero rivelarsi utili per il professore, soprattutto in questo periodo di cambiamento.
Nonostante la ritrosia che lo spingerebbe a evitare di lavorare per lui, Vasile lascia che il politico lo metta in contatto con un imprenditore che ha necessità di accompagnare i progetti di un nuovo impianto di riciclaggio di rifiuti con materiale divulgativo e facilmente accessibile.
Tommaso è bravo a rielaborare i testi altrui: la sua esperienza come ghost writer fa di lui il candidato ideale per questo compito.Così ha inizio Inganni e ossessioni, romanzo di Andrea Borla che mette in scena la disfatta di chi, ansioso di elevarsi o semplicemente di modificare la propria condizione, diviene l’ingranaggio di un meccanismo che non sa controllare e che sembra inevitabilmente destinato a stritolarlo.
Tommaso Valise non è un puro: come quasi tutti i protagonisti dei romanzi e dei racconti di Borla è contraddistinto da ombre più che da luci. È disilluso dall’arte, e anzi rassegnato alla sua mercificazione (1); non trova stimoli nell’insegnamento e nel contatto quotidiano con i suoi allievi(2); frequenta diverse donne, alla ricerca di un amore che a quarant’anni assume un significato diverso ma non meno inafferrabile.
A differenza del protagonista del precedente romanzo di Borla (Di cose giuste e di cose ingiuste – Ed. Il Foglio 2012), che si trovava a subire le conseguenze di una scelta non sua e sulla quale non esercitava la minima influenza, qui è Tommaso Vasile a dover decidere la strada da intraprendere; il professore non si trova soltanto a dover scegliere se cedere agli inganni e ai ricatti di un sistema fatto di politica e di malaffare, che potrebbe schiacciarlo con facilità, o tentare di osteggiarlo in quella che sembra una lotta già persa in partenza. No, Vasile è costretto a giocare una partita più ampia e complessa: e per farlo deve decidere che tipo di uomo vuole essere, quale taglio vuole dare alla sua vita, o meglio, alla “mezza vita” che gli è rimasta. La mezza vita che si troverà di fronte dopo essersi tolto alcuni pesi di dosso, non ultimo l’ossessione (e non l’amore) che lo lega a Elisa, la sua ragazza.
In questa difficile prova sarà affiancato da due donne forti e risolute: Sara, la madre di uno studente morto, e soprattutto Manuela, un avvocato con cui Tommaso condividerà ben di più di un semplice percorso giudiziario…
La sua lotta, come quella di Davide contro Golia, non è priva di fallimenti e di ferite; eppure, proprio dalle macerie di una vita fatta a pezzi, sembra emergere la speranza di una rinascita tanto inaspettata quanto improbabile. E forse proprio per questo destinata a realizzarsi per il meglio…
Un’opportunità di cambiamento gli viene offerta dal padre di Elisa, la sua ragazza.
Giorgio Prati è un politico affermato, pieno di relazioni che potrebbero rivelarsi utili per il professore, soprattutto in questo periodo di cambiamento.
Nonostante la ritrosia che lo spingerebbe a evitare di lavorare per lui, Vasile lascia che il politico lo metta in contatto con un imprenditore che ha necessità di accompagnare i progetti di un nuovo impianto di riciclaggio di rifiuti con materiale divulgativo e facilmente accessibile.
Tommaso è bravo a rielaborare i testi altrui: la sua esperienza come ghost writer fa di lui il candidato ideale per questo compito.Così ha inizio Inganni e ossessioni, romanzo di Andrea Borla che mette in scena la disfatta di chi, ansioso di elevarsi o semplicemente di modificare la propria condizione, diviene l’ingranaggio di un meccanismo che non sa controllare e che sembra inevitabilmente destinato a stritolarlo.
Tommaso Valise non è un puro: come quasi tutti i protagonisti dei romanzi e dei racconti di Borla è contraddistinto da ombre più che da luci. È disilluso dall’arte, e anzi rassegnato alla sua mercificazione (1); non trova stimoli nell’insegnamento e nel contatto quotidiano con i suoi allievi(2); frequenta diverse donne, alla ricerca di un amore che a quarant’anni assume un significato diverso ma non meno inafferrabile.
A differenza del protagonista del precedente romanzo di Borla (Di cose giuste e di cose ingiuste – Ed. Il Foglio 2012), che si trovava a subire le conseguenze di una scelta non sua e sulla quale non esercitava la minima influenza, qui è Tommaso Vasile a dover decidere la strada da intraprendere; il professore non si trova soltanto a dover scegliere se cedere agli inganni e ai ricatti di un sistema fatto di politica e di malaffare, che potrebbe schiacciarlo con facilità, o tentare di osteggiarlo in quella che sembra una lotta già persa in partenza. No, Vasile è costretto a giocare una partita più ampia e complessa: e per farlo deve decidere che tipo di uomo vuole essere, quale taglio vuole dare alla sua vita, o meglio, alla “mezza vita” che gli è rimasta. La mezza vita che si troverà di fronte dopo essersi tolto alcuni pesi di dosso, non ultimo l’ossessione (e non l’amore) che lo lega a Elisa, la sua ragazza.
In questa difficile prova sarà affiancato da due donne forti e risolute: Sara, la madre di uno studente morto, e soprattutto Manuela, un avvocato con cui Tommaso condividerà ben di più di un semplice percorso giudiziario…
La sua lotta, come quella di Davide contro Golia, non è priva di fallimenti e di ferite; eppure, proprio dalle macerie di una vita fatta a pezzi, sembra emergere la speranza di una rinascita tanto inaspettata quanto improbabile. E forse proprio per questo destinata a realizzarsi per il meglio…
Il romanzo Inganni e Ossessioni di Andrea Borla è edito da Historica.
(1)Alla quale, anzi, partecipa, scrivendo a nome di autori osannati dal pubblico e dalla critica.
(2)Nemmeno un evento dirompente come la morte di un giovane riesce a scuoterlo da questo torpore, anzi, è proprio quella morte a mettere in risalto una condizione di distacco, quasi al limite del disinteresse, che lo condiziona quando siede in cattedra.