Andrea Mariani: Rollercoaster

mariani
Milano, oggi.
Walter è un biondino con un problema di erezione e un vizietto inconfessabile.
Nicole è una sventola tutta curve con un segreto (quasi) insospettabile.
Poi ci sono Angus, costretto in sedia a rotelle da un vecchio incidente, Gomez, Spider, e Pitbull, gli spacciatori, Vito Santacroce il pezzo grosso, e sua figlia Rosalba; c’è il brigadiere Locascio, lo sbirro corrotto, e l’avvocato De Martinis, professore di diritto che si è misteriosamente tolto la vita; per finire ci sono Nico e Lorenz, due studenti di giurisprudenza che, complice la tormentata e pericolosa pupa della porta accanto, si troveranno nei guai con la legge, e dovranno tirarsene fuori senza l’aiuto di nessuno.
A complicare la situazione, intrecciando il destino dei personaggi e costringendoli, tutti, a una furiosa e improbabile fuga tra Milano e Camogli (e ritorno), l’arrivo di una partita di coca non esattamente pura, la scomparsa di una valigetta contenente centomila euro in contanti, e la malaugurata entrata in scena di un killer “professionista” (ma per nulla professionale) venuto dall’est.

Con Rollercoaster, uscito in ebook per Meme nel 2014, e presto disponibile anche in cartaceo, Andrea Mariani, milanese, classe 1977, ci regala una commedia pulp dalle tinte forti e dal ritmo indiavolato, capace di trattare uno sterminato campionario di brutture con mirabile irriverenza e un pizzico di (apprezzabile) cattiveria.
Coerentemente con tanto pulp dell’era post-tarantiniana, il romanzo di Mariani rinnega l’aspirazione realistica del noir, e punta tutto sul ritmo, sull’intreccio e sulla costruzione di infiniti effetti sorpresa; qui la parola d’ordine è esagerazione, esuberanza, chiasso. Il chiasso tipico del cinema action, riferimento principe di Mariani. E con l’action postmoderno, il romanzo, che potrebbe essere un prodotto del miglior Guy Ritchie, condivide anche la forma decostruita, la narrazione per pezzi brevi che funziona grazie al folle ma accorto lavoro di montaggio; questo è Rollercoaster: un racconto ipercinetico fatto di brani talmente rapidi e ben tagliati che gli attimi sembrano dilatarsi indefinitamente, eppure l’azione mantiene la sua assoluta, inarrivabile velocità.
Già visto, dite? Fidatevi di me, non a questi livelli.
Altro che “Rollercoaster”: qui non c’è sforzo, non c’è salita; la narrazione è tutta vertiginosamente in discesa, dalla prima all’ultima pagina. Divertimento puro.

Rollercoaster, di Andrea Mariani è edito da Meme Publisher.

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