La castellana vendicativa – Castellammare di Stabia (Napoli)

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La fortezza di Caastellammare di Stabia, risalente all’XI secolo, ospita il fantasma di una donna il cui nome è andato perso nei secoli, ma non certo la fama.

Si narra infatti che nel 1459, mentre la fortezza difesa da Gaillard era assediata a causa della “congiura dei baroni”, una dama residente al suo interno aprì le porte agli assedianti permettendo loro di entrare e decretando così la disfatta di coloro che vi si erano arroccati.

La dama aveva compiuto tale gesto poichè si era innamorata di uno dei soldati che militavano fra le schiere degli assalitori e probabilmente questi l’aveva incoraggiata per raggiungere il proprio scopo; tuttavia, quando il drappello fece il suo ingresso nella fortezza, la donna venne respinta dal soldato (felicemente sposato, si dice).

Poco tempo dopo la dama si avvelenò, incapace di sopportare il dolore per quel rifiuto e il trattamento riservatole in quanto vile traditrice della sua gente. Da quel momento in poi, si è cominciato a parlare delle apparizioni del suo fantasma.

Spesso la si vede sulla porta di ingresso, a scrutare l’orizzonte come se attendesse qualcuno; altri dicono che se ne percepisca la presenza nella “camera degli angeli”, una stanza della fortezza nella quale si narra della spiacevole sensazione avvertita da chiunque, di inquietudine e disagio tanto forti da non permettere una sosta prolungata nel luogo. Chi dice di averla vista parla di una donna di mezza età, molto bella, con le labbra piegate in un sorriso amaro, quasi un ghigno.

Ed è infatti la sua risata, oltre a sussurri e sospiri, che si sente spesso rimbombare in ogni angolo del castello. Una risata fragorosa e di scherno, che sembra voler deridere gli uomini e le loro piccolezze.

Se siete esponenti del sesso maschile, fate attenzione: la leggenda vuole che siano proprio gli uomini i bersagli dei peggiori scherzi di questo fantasma, il quale per vendicarsi di quell’antica onta subita, pare si diverta a far cadere i maschietti in visita al castello, spingendoli giù dalle scale.

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