Mary King's Close – Edimburgo (Scotland)

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Edimburgo è una città che affascina per la forte aura di mistero che la avvolge: il suo passato è intriso di eventi sanguinosi e macabri, storie di violenza inaudita le quali, come prevedibile, hanno solleticato l’immaginario collettivo fino a darle la fama di essere una delle città più infestate d’Europa.

Se vi capita di andarci non perdete l’occasione di partecipare ad un tour organizzato alla scoperta dei luoghi misteriosi che essa può offrire. In particolare ce n’è uno che porta alla scoperta del Mary King’s Close.

Il nome di questo luogo è dovuto a quello della proprietaria del palazzo che si trova all’’inizio della via, che ora fa parte della città sotterranea, ma non è di lei che parlerò oggi.

Bisogna fare un passo all’indietro di diversi secoli, per la precisione al 1644, quando in Edimburgo dilagò la peste. La città vecchia, con dentro i malati del morbo nero, venne letteralmente sigillata per evitare il diffondersi del contagio. Negli anni vi si costruì sopra, quasi a voler dimenticare quell’orribile gesto seppellendone le tracce sotto nuovi palazzi e strade.

Le leggende narrano che in questo modo nacque una vera e propria comunità sotterranea composta da alcuni sopravvissuti alla peste i quali vissero ancora per qualche tempo con quanto era rimasto loro, fra queste abitazioni e vie sepolte.

Quando alcuni scavi archeologici riportarono alla luce il Mary King’s Close, non c’è dunque da stupirsi se le storie di fantasmi proliferarono su di esso: l’atmosfera, una volte scesi i gradini che conducono qui, è sicuramente d’effetto; gli edifici sono rimasti pressochè intatti, muti testimoni della storia e della quotidianità dell’antica Edimburgo, con le lampade ad olio, le vie lastricate e i palazzi addossati gli uni agli altri.

Uno dei fantasmi più famosi di questo luogo è quello di Annie, una bimba di circa sei anni percepita la prima volta da una medium giapponese, Aiko Gibo: mentre questa stava visitando un appartamento in Allan Close, si fermò dinnanzi una stanza affermando di non potervi entrare a causa di una forte sensazione d’angoscia da lei percepita; parlò della presenza di una bambina che le stava tirando la manica sinistra dell’abito e che le chiedeva con insistenza di entrare, di cercare sua madre e di chiederle perchè l’avesse abbandonata; dopo di che la bambina avrebbe chiesto alla donna se avesse visto la sua bambola, poichè essa era andata persa e la piccola appariva molto dispiaciuta per questo.

Aiko Gibo lasciò una bambola per la piccola Annie, e questo suo gesto viene imitato da molti turisti ancora oggi: nella stanza in cui la bambina viene spesso avvistata vengono lasciati in dono giocattoli e bambole che ogni anno vengono raccolti e portati all’orfanatrofio di Edimburgo.

Alcuni studiosi sono riusciti a risalire alla probabile identità della piccola: si tratterebbe di Annie McKenzie, figlia di Jean McKenzie, morte entrambe per la peste (probabilmente la madre aveva abbandonato la figlia nel tentativo di salvarla dal contagio)

Che crediate o no nei fantasmi, vale la pena partecipare ad una delle visite guidate del luogo, poichè sono molto dettagliate anche nei particolari storici, affascinanti nel modo in cui vengono poste (le guide sono in costume) e interessanti sotto molti altri aspetti.

Per eventuali informazioni, il link è questo http://www.realmarykingsclose.co.uk/

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