BBC vs Rai. Siamo messi male.

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Guardando quali serie tv vengono prodotte e trasmesse dalle emittenti straniere, e confrontandole con la tv italiana, beh, mi viene da piangere, e mi viene voglia di smettere di pagare il canone rai. Capisco che tra tv e tv ci siano sempre differenze e che una differenza qualitativa sia inevitabile, ma un gap così stratosferico è, per noi italiani amanti della tv, fonte di profondo imbarazzo.

Il confronto con gli Stati Uniti è impossibile. Forse non ha neanche senso recriminare qualcosa prendendo a modello un sistema televisivo che è troppo lontano dal nostro. Gli stati uniti hanno quasi solo tv commerciali, hanno un bacino di utenza 7 volte maggiore rispetto all’Italia e hanno un’industria dello spettacolo con tradizioni lunghe e consolidate. Il confronto è impossibile, e forse è anche giusto che sia così. Ma se guardiamo vicino casa, in Inghilterra e alla bbc, la tv di stato, esattamente come la rai, il confronto rimane comunque imbarazzante. E lo è soprattutto perchè la situazione geografica e sociale è la stessa, e non si capisce perchè la qualità delle proposte sia così differente.

Io non sono uno studioso o un esperto e non voglio dare spiegazioni scientifiche e universali. Sono però uno spettatore attento e ho visto molto. Ritengo che i problemi della nostra televisione siano riconducibili soprattutto a tre elementi uno concatenato all’altro: l’organizzazione del palinsesto, le sceneggiature, e i personaggi secondari.

La rai è forse l’unica televisione che organizza le fasce orarie in blocchi da due ore anziché da un’ora, infatti, quando c’è in programmazione una serie straniera, le puntate proposte sono sempre due, proprio per riuscire a coprire le due ore. Questo comporta che una puntata di una serie italiana risulta, a mio avviso, forzatamente allungata, con lunghi momenti inutili che rompono la continuità della narrazione, abbassando così il livello qualitativo complessivo e distogliendo l’attenzione da quello che di buono è stato fatto.

Le sceneggiature risentono in maniera particolare dei problemi di palinsesto appena illustrati, ma questo non toglie loro altre colpe. Le trame sono infatti parecchio semplici e poco innovative, i dialoghi lasciano molto a desiderare e danno quella sensazione di finto che ci porta a non immedesimarci affatto coi personaggi, ma anzi a provare disagio nella visione. Molto sgradevole. Trovo inoltre che le sequenze non siano legate una all’altra in maniera logica e narrativa, ma che sia una specie di giustapposizione, di collage, di scene girate non secondo la narrazione, ma secondo criteri di utilità di produzione. Poca cura nelle ambientazioni e in quelle inquadrature descrittive che ci aiutano ad entrare nel racconto.

Le sceneggiature hanno anche la colpa di creare tutta una serie di personaggi secondari, malamente descritti, senza un carattere tratteggiato e dotati di entrate e uscite dalle scene degne dei migliori fantasmi. Sono apparizioni totalmente ingiustificate di fronte alle quali la prima domanda che sorge spontanea è: ma questo chi cazzo è? E la seconda: Ma da dove cazzo spunta? Ma anche qui non sono solo le sceneggiature ad esserne colpevoli. Sono anche e soprattutto gli attori e attrici stesse, e chi ha fatto i casting. In Italia c’è questa “favolosa” tradizione secondo la quale le soubrette debbano essere anche attrici. Niente di più falso. Le soubrette sono soubrette e le attrici, attrici. Hanno intrapreso carriere differenti sin dall’inizio e non capisco perchè a un certo punto debbano intrecciarsi, come se una soubrette televisiva debba riscattarsi da un brutto mestiere con una grande prova drammatica. Attenzione, però. Non ho proprio nulla contro le soubrette, anzi, è un mestiere nobilissimo, difficile e che richiede grandi sacrifici. Il maschio alfa che è in me si diletta molto nella visione di una bellissima donna scosciata, ma che sia nei luoghi deputati. Nei programmi di intrattenimento leggero, quando quello che serve sono un bel paio di tette, che tette siano, ma nelle serie tv, la bellezza non deve contare molto, ed è preferibile fare attenzione alle capacità recitative. E se proprio non si riesce a fare a meno di bellezze naturali, che vengano almeno scelte tra le attrici! Stesso discorso per i maschietti. Capita di trovarsi di fronte a delle prove recitative che fanno accapponare la pelle e chiedere se per caso quel tal attore abbia dei problemi seri ai muscoli facciali. Tipo una paralisi. Chiamate un dottore! Che qualcuno lo aiuti, sta male, sta avendo un collasso!

Non sono problemi insormontabili. Basta un piccolo sforzo per migliore di netto la qualità delle nostre produzioni. Basti pensare a Il commissario Montalbano di gran lunga uno dei prodotti nostrani migliori (escludendo Boris o Romanzo criminale che vanno in onda sulle pay per view). E secondo me non è un caso che lo sia, proprio perchè le sceneggiature hanno una base di qualità data dai romanzi di Camilleri e vi hanno lavorato ottimi sceneggiatori, e gli attori secondari sono stati presi in blocco dalla scuola del teatro di Catania. Ottime sceneggiature e qualità attoriale, appunto. Insomma, le mie speranze sono tante e forti. Lancio un appello alle produzioni, perchè, contrariamente a quanto si sente dire, il pubblico italiano non è tutto ignorante ed è pronto a soluzioni di qualità. Basta avere il coraggio di metterlo alla prova e la risposta sarà pronta e calda.

Pellicola. Michele Comba.

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4 Responses to BBC vs Rai. Siamo messi male.

  1. max says:

    la fiction italiana è inguardabile, Boris non l’ho mai visto, sulla piattaforma sky mi è capitato di vedere la fiction con la Baraldi che si svolge a Bologna “quo vadis baby” che non mi è dispiaciuta, ho guardato tutto Montalbano che mi piace e anche la Squadra che adesso dovrebbe ricominciare e che fra le diverse fiction poliziesche è secondo me la più divertente anche se la realtà, il realismo sono a un livello diverso.
    Non ho guardato romanzo criminale perché dopo il romanzo e il film ero satollo.
    Al momento non mi viene in mente altro se non forse alcune serie di denuncia o di ricordo come quella su Borsellino etc.

    ma la fiction ordinaria è mostruosa: Distretto di polizia, ricordo un episodio dove un bambino/a si salva da un killer grazie a un corpetto antiproiettile confezionato dal nonno a casa. Distretto è micidiale, irreale, patetico e male confezionato, poi penso a carabineri o alla serie con il bravo Abatantuono che fa il giudice.
    Non sarà che la fiction made rai ha il difetto tipico del nostro paese? clientelismo e interessi che non hanno nulla a che fare con la qualità? chissà … sono tanto lontano da Roma e grazie al cielo. Io continuo a guardare televisione europea e americana e non mi illudo che la nostra possa migliorare.

    • max says:

      dimenticavo di citare Coliandroche ha avuto molto successo a Bologna ad opera dei Manetti Bros che spiaccano senz’altro per originalità di sceneggiatura chissà forse loro rappresentano una possibile nuova strada per la fiction italiana

  2. pixel says:

    Non posso non constatare che abbiamo gli stessi gusti. Tutto quello che hai citato è quel poco che mi piace.
    Forse sono un po’ più positivo di te, o un po’ più di speranza perchè sono giovane e sto cercando di fare della mia passione per le serie un lavoro. E lavorare in tv non sarebbe niente male. Sperando che qualcosa cambi, in modo da fare un lavoro per cui andare fieri.
    Michele

  3. max says:

    io di lavoro faccio il poliziotto metropolitano e quando ho tempo scrivo storie che più o meno pubblico, e so già che il mio destino è legato allo stipendino o poco più, ma tu che sei giovane ed entusiasta non ti stancare mai di sperimentare, ti auguro di realizzare i tuoi progetti … lavorare nel mondo della finzione, quella ben fatta è un sogno che merita di essere perseguito.

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