Per quanti di voi è diventato praticamente impossibile guardare la TV? E non intendo i singoli programmi o serie TV.
Più tempo passa e guardare un canale, fare zapping mi riempie di nervosismo. Anche con Sky (in minuscolo, in onore del nuovo stile di casa Murdoch) a meno di non essere strafortunati è molto difficile riuscire a guardare un programma per intero e, cosa ancor più importante, di riuscire a trovare un programma più o meno interessante nel momento in cui si guarda. Cosa scegliere? L’ennesima replica della Signora in giallo o stralunati documentari sulla fine dei dinosauri. Oppure aspettare quella mezz’ora prima che inizi quella serie che ci piace.
Cosa è cambiato? In teoria più canali dovevavno significare più scelta, che a sua volta doveva portare a meno mugugni riguardo ai palinsesti. Non abbiamo abbastanza? Migliaia di canali dovrebbero soddisfarci.
Quello che è cambiato è che ora più che mai si è avverato il sogno di ogni telespettatore televisivo. Dall’epoca dei VHS programmabili fino al celeberrimo Tivo (o al suo corrispettivo italiota mySky) il Sogno è stato quello di potersi gustare ciò che si voleva quando si voleva. Volevamo un fast-food catodico, un Blockbuster casalingo.
Ora dopo quasi 30 anni ci siamo arrivati. Ma a farne le spese sarà probabilmente proprio la televisione per come noi la intendiamo.
Ebbene sì, dopo la musica e il cinema anche la televisione ha dovuto fare i conti con Internet e le sue infinite possibilità. Ma se musica e cinema hanno solo dovuto reinventare il loro metodo di distribuzione lasciando intatto il ruolo dello spettatore nel caso televisivo le cose cambiano un po’.
Con lo streaming (e il download) cambia radicalmente lo stesso concetto di canale TV, portando non più l’emittente a programmare il palinsesto ma lo spettatore a sceglierselo in base ai suoi desideri. E’ una vera rivoluzione. Hic et Nunc, qui e ora.
Siamo esseri dotati di un tempo limitato su questa terra, quindi perché perdersi Lost solo perchè si ha una cena di famiglia!
Quindi cosa ci aspetta? Il futuro potremmo dire che è già qui.
Servizi come Megavideo e simili danno già la possibilità (gratuita o meno) di scegliersi il proprio palinsesto. Il loro difetto è la non totale trasparenza legale e la difficoltà di ricerca. Trovare un video su Megavideo è impresa impossibile se non con l’aiuto di siti-indice.
YouTube, il padrino dell’user-generated content, ovvero dei contenuti creati dagli utenti stessi, è stato il precursore e il motore del cambiamento. Difficilmente però ospiterà mai produzioni di livello televisivo e probabilmente mai si potrà porre in competizione con i grandi network.
Chi può cambiare veramente la posta in gioco sono infatti i grandi network che, avendo imparato la lezione dalla devastazione dell’industria discografica, si sono mossi in anticipo.
La rivoluzione in questo momento si chiama Hulu. Hulu è un portale dove (purtroppo solo per IP americani) è possibile guardare in streaming un archivio sterminato di contenuti delle maggiori case di produzione TV americane (NBC, ABC-Disney, FOX per nominarne alcune) gratuitamente in quanto la visione è intervallata da alcuni spot. Un piccolo sacrificio per un grande risultato, anche ora che Hulu sta per varare il suo abbonamento mensile (10$ al mese).
Quale il futuro della televisione quindi? Difficile da dire, probabilmente i vecchi cari canali non spariranno ma col tempo varranno sempre meno e solo per prime visioni e dirette. Nulla è paragonabile ad una sconfinata biblioteca liberamente accessibile.
Jacob “Pixel” Zucchi