Cari compagni di viaggio curiosi … Proseguiamo nell’esplorazione degli angoli più nascosti della mente, quelli che non si sa nemmeno di avere, poiché incosci, e noi inconsapevoli di custodire risorse infinite come dei tesori nascosti nella nostra testa.
Molti disagi psicologici, se non psicosomatici, derivano dal non allineamento della consapevolezza delle proprie capacità, fisiche e mentali, semplicemente non ricordiamo. Alcuni psicologici utilizzano il metodo neo-ericksoniano per risvegliare potenzialità che altrimenti resterebbero a livello inconscio, attraverso la trance ipnotica.
Dal 20 maggio al 2 giugno a Milano ha avuto luogo il Festival della Cultura Psicologica, un passaparola tra amici è stato sufficiente per partecipare di persona.
Sono in via Stampa, una traversa di via Torino, a due passi dal Duomo. Il numero 8 ospita il festival. Il tema principale è la paura e il suo ruolo come fondamento indispensabile nella vita di un individuo.
Il seminario inizia alle 18.30. saremo all’incirca una quindicina di persone, insieme ai tre psicologi che presentano il metodo neo-ericksoniano. Le sedie sono disposte a cerchio così da poter interagire.
La curiosità ha la meglio, il seminario da presentazione quasi-didattica evolve in un vero e proprio dibattito, noi spettatori e gli psicologi ci raccontiamo a vicenda le nostre esperienze passate in tema di ipnosi, alcuni per superare grossi traumi, altri per semplice curiosità.
Il seminario termina con un’esperienza di gruppo di trance. Si chiudono gli occhi, cerchiamo una posizione comoda per quanto possibile su delle sedie d’acciaio, ci lasciamo andare e l’unica attenzione conscia è rivolta alle voci di due psicologi che fanno da guida.
L’atmosfera di relax, il susseguirsi di immagini suggerite, oltre che dalle voci-guida, anche da una musica new-age, l’abbassamento del ritmo cardiaco, una respirazione più lenta e profonda, un generale stato di benessere mi fanno accorgere quanto un metodo riconosciuto dal Ministero della Sanità sia molto simile alla meditazione dell’Hatha Yoga, per esempio. Mi chiedo, sotto diverse forme, all’interno di culture e tradizioni differenti, esiste un unico filo comune? L’esperienza di via Stampa ha confermato questa ipotesi.
“Dentro di noi possediamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per far fronte alle nostre sfide evolutive”. Non siamo di fronte a lontane filosofie orientali, è sempre Milton H. Erickson che parla.
MMMMMM …………….. che argomento difficile! da dove l’hai tirato fuori un Capitolo scervelotico così impegnativo, ma che meraviglia però, mi piace e ti seguirò ancora.
Bonnye & clay