Cari compagni di viaggio quotidiani …
È notte, il buio della città si accompagna alla solitudine delle strade ormai deserte, i lavoratori fedelmente rincasati per cena e pronti a lasciarsi con fiducia sul letto per un sonno profondo, in attesa del nuovo giorno. La notte può essere tanto affascinante quanto pericolosa, una signora che si svela e non si svela, che attrae e poi riprende con gli interessi.
Qualcuno la notte lavora incessantemente, in attesa di una chiamata d’urgenza per intervenire e salvare una vita in pericolo. Qualcuno lavora retribuito, qualcuno per pura passione e solidarietà. Quando i medici ordinari smettono il loro turno di giorno le guardie mediche entrano in scena quasi di nascosto, diventano protagonisti della scena di un delitto consumato o che potrebbe accadere, curano le peggiori ferite dei clandestini che rischiano la vita non andando al pronto soccorso con l’illusione di liberarsi di una possibile denuncia, sono chiamati per il riconoscimento di un individuo al decesso, lottano per salvare un bambino alle prese con malattie incurabili. Sono gli angeli custodi della salute, che lavorano quasi al nascosto, quando il mondo dorme. Insieme a loro i volontari della Croce Rossa, Croce Bianca, ecc. passano notti insonni senza recupero per i compiti più “semplici”, ma altrettanto indispensabili. Un camionista può improvvisarsi autista di Formula Uno solo per portare un’ambulanza in ospedale il più velocemente possibile, i casi più urgenti sono trasportati in ospedale con l’elicottero. Il paziente può morire da un momento all’altro, non c’è tempo per pensare. L’abitazione è stretta tra due alberi di cinque metri, il paziente abita al quarto piano. Il vento si alza rapido, sferza crudele le guance dei volontari e di una giovane guardia medica che guardano la scena impotenti, tutto dipende dalla precisione di manovra del pilota. Sembra che l’elicottero vada contro un albero, tutti trattengono il fiato … È solo un’impressione, l’elicottero effettua l’atterraggio alzando più polvere di quanto il terreno possa trattenere, il paziente viene trasportato imbracato sulla barella sull’elicottero, che riparte ancora più velocemente, non curandosi delle espressioni di stupore di medici, volontari e carabinieri a terra.
Sta salendo il sole. L’alba segna il ritorno alla vita “normale”, quella quotidiana. Guardie mediche e volontari si ritirano, chi va a lavoro affidandosi all’ennesimo caffé, chi va a riposarsi in attesa della prossima notte. La prossima notte da eroe.
Come canta Luciano Ligabue, “Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai …”
Ciao Isabella niente è più meritevole degli angeli della Croce Rossa: sacrifici, rinunce, notti bianche, rischi non solo d’infezioni, ma anche di aggressioni, una fatica immane, neanche un grazie, ma la grande soddisfazione di essere utile all’umanità e di aver salvato la vita ad una persona chiunque essa sia rimane, il cuore si gonfia di amore e il medico con uno sguardo stanco ma soddisfato ti dice: Grazie.
Bonnye & Clay