Cari compagni di viaggio … Se siete su questo blog molto probabilmente non vi accontentate dell’evidenza. I prossimi viaggi ci porteranno ad esplorare il mondo del cinema, che racchiude molti segreti.
Per esempio, chi ha inventato il cinema? Forse i fratelli Lumière come vorrebbe la tramandata tradizione? O forse è stato il risultato di più menti di diversi Paesi che respiravano la stessa aria di innovazione? Non è un caso che siano vissuti nella stessa epoca e che le loro invenzioni appartengano allo stesso decennio …
Il nostro primo viaggio ci porta in Italia, alla riscoperta del pioniere italiano del cinema: Filoteo Alberini.
Il cinema nasce dall’opera di diversi pionieri: i celeberrimi fratelli Lumière, Edison, Le Prince, i fratelli Skladanowsky e l’italiano Filoteo Alberini, un pioniere del cinema che costruisce con le sue mani il kinetografo, ispirato e incuriosito dal kinetoscopio Edison.
“ … non sarebbe forse meraviglioso poter vedere quella fotografia animata a centinaia di persone col mezzo della proiezione luminosa sul tipo della vecchia lanterna magica? Da quel giorno – anno 1894 – incomincia la mia vita cinematografica.” (F. Alberini, “Dalla prima sala cinematografica allo stereocinema”, in “La Tribuna”, Roma, 1 febbraio 1923). In questo passo Alberini accetta una sfida con se stesso: superare il kinetoscopio di Edison (che ha “sperimentato” per caso nel 1894 sotto i portici di Piazza Vittorio Emanuele a Firenze) per permettere una proiezione animata accessibile a un numero maggiore di persone. In soli due mesi il pioniere mette a punto”un apparecchio di presa vedute e al tempo stesso di proiezione animata” (da “Filoteo Alberini. L’inventore del Cinema”, di Giovanna Lombardi, edizioni Arduino Sacco): il kinetografo Alberini. Il kinetografo viene inventato nel 1894, un anno prima de “L’arrivée d’un train” dei fratelli Lumière. Il kinetografo è una macchina capace di riprendere le immagini per poi proiettarle su schermo.
Per tale occasione Alberini decide di fare visita ai fratelli Lumière, ma tale visita non dà il risultato sperato. In conseguenza di ciò il kinetografo è brevettato in Italia un anno dopo l’invenzione, quasi contemporaneamente alla prima proiezione dei Lumière.
In Europa si respira aria di cinema, agli albori del nuovo secolo, il Novecento. Il kinetoscopio Edison è di sicuro l’Adamo del cinema, ma la ripresa e la proiezione di immagini “al di fuori della scatola” è oggetto di studio e di modifiche da parte dei fratelli Lumière, dei fratelli Skladanowsky e di Filoteo Alberini.
Ai fratelli Lumière viene solitamente attribuito il merito di aver reso possibile girare un film alla velocità di 16 fotogrammi al secondo, eppure un’osservazione attenta del disegno del kinetografo di Alberini smonta in pieno questa tesi. Infatti, come anticipato dallo stesso Alberini nella descrizione del kinetografo, sul disegno è riportata la precisazione che l’apparecchio è in grado di fare 1000 impressioni al minuto, ovvero 16 fotogrammi al secondo.
Nonostante il kinetografo sia stato “superato”, perlopiù per ragioni burocratiche, dal cinématographe dei Lumière, l’energia di Alberini sembra inesauribile: “apre la prima sala cinematografica; fonda la prima casa di produzione; gira il primo filmato di cinematografia scientifica; è sceneggiatore e regista del primo film italiano a soggetto, La presa di Roma; realizza innumerevoli altri brevetti” (da “Filoteo Alberini. L’inventore del Cinema”, di Giovanna Lombardi, edizioni Arduino Sacco).
Nel 1905 Alberini apre, insieme alla collaborazione di un amico di Orte, Dante Santoni, la prima casa di produzione italiana: la Alberini & Santoni.
Una particolarità dei film prodotti riguarda il commento musicale, che fa comporre ad hoc, con lo spartito per pianoforte oppure, se richiesto, per orchestra, venduto insieme al film.
Nello stesso anno Alberini realizza il primo film italiano a soggetto, quindi con una storia ricostruita in un teatro di posa recitata da attori. “La presa di Roma” è l’inizio della storia del cinema nazionale. Alberini stupisce ancora e anticipa i decenni futuri, infatti scrive il soggetto e la sceneggiatura del film, che racconta la Breccia di Porta Pia, in occasione dell’anniversario.
Alberini “regista” “realizza una novantina di film”, negli anni tra il 1895 e il 1907. perciò è fuori discussione il fatto di ignorare un personaggio di questo calibro nella storia del cinema!
“Alberini è tra quelli che pensano che la vita uno debba giocarsela fino in fondo. Non per il successo o per arricchirsi, ma semplicemente per esprimere appieno se stessi e non avere alcun rimpianto”. Da “Filoteo Alberini. L’inventore del Cinema”, di Giovanna Lombardi, edizioni Arduino Sacco.
La Presa di Roma
Ma dove trovi tutte queste notizie? hai forse un archivio segreto, magari potresti condividerlo con noi! E… viva la forza della conoscenza!
Bonnye & Clay
La fonte primaria è stata il libro di Giovanna Lombardi: “Filoteo Alberini. L’inventore del Cinema”, edizioni Arduino Sacco. Se già si va a fare un salto al sito della casa editrice, Arduino Sacco, si può capire la filosofia che permea l’opera e come ancora, dopo oltre un secolo, la grandezza e l’innovazione di una personalità geniale quale è stata Filoteo Alberini siano ancora messe da parte. Purtroppo quest’anno il Festival del Cortometraggio Filoteo Alberini, istituito proprio a Orte in onore al pioniere, non è stato organizzato per mancanza di fondi. Penuria economica o mancanza di entusiasmo di fronte alla cultura?
mi è servito da aiuto….. Grazieeeee!!!!!!!!!!!
Allora urge un bel passaparola, per far conoscere le vere origini del cinema italiano.