Cari compagni di viaggio, che molto spesso siete travolti dalla società materialista, me inclusa …
Una sera, a bordo di un radiobus, sotto la luce fioca dei lampioni che illuminano le mie mani infreddolite dai primi albori d’inverno, sfoglio con noncuranza un libro appena regalatomi. Rimango scettica guardando il titolo: si parla di Dio, di un’eventuale conversazione tra lo scrittore, narratore in prima persona, con cui il lettore si immedesima fin dal primo istante, e Dio in persona, che si serve della mano dello scrittore per parlare a lui e a tutti i lettori del libro. Sì, è proprio Dio che parla, Dio senza nessun tramite, il tempo dei maestri spirituali, che portavano il fardello di essere il Suo portavoce, e per questa ragione perseguitati nella maggior parte dei casi, il loro tempo è passato, l’anacronismo ha preso il sopravvento, il mondo ha bisogno di più praticità e meno parole lasciate alla libera interpretazione, perciò Dio parla e scrive servendosi dell’unico mezzo a disposizione ritenuto da Lui adeguato in quel determinato momento: la mano dello scrittore, che si lascia trasportare da questa piacevole sensazione di trance e allo stesso tempo ribatte ponendogli domande a lui care.
Le prime pagine mi colpiscono come un pugno in faccia. Dio che parla a noi, così, come se stessimo parlando con un comunissimo amico? Lo scrittore precede la mia incredulità. Anche lui conferma la sua iniziale diffidenza, ma come tutte le vicende migliori che possono capitare in vita, scrive che “Poi mi «capitò» questo libro”.
Le domande dello scrittore narrante passano in rassegna tutti i dubbi circa l’esistenza, il motivo della sofferenza, delle guerre, della povertà, dell’ingiustizia, della Creazione stessa, della funzione del sesso, che può essere motivo di gioia ed estasi mistica all’atto stesso, in funzione della possibilità della creazione stessa di un altro individuo, ma non necessariamente è stato creato per questo scopo. Dio provoca il lettore e l’umanità intera sfatando la storia della castigazione del sesso ancora presente nelle società moderne sotto forma di tabù o limitazioni nel modo di vestire, di pensare, di vivere una vita sessuale soddisfacente e rilassata. “Giocate con il sesso. È un divertimento meraviglioso. … Comunque, non distruggete l’innocenza sessuale e il piacere e la purezza del divertimento, della gioia, lasciando da parte il sesso. … il sesso è gioia, e molti di voi hanno fatto del sesso le cose più disparate a esclusione della gioia. Il sesso, inoltre, è sacro. Ma la gioia e la sacralità si mescolano (sono, in effetti, la stessa cosa), e molti di voi pensano che non sia così. … Per ora, e per te personalmente, sappi soltanto che non vi ho dato niente di vergognoso, e meno di ogni altra cosa proprio il vostro corpo e le sue funzioni. Non è necessario nascondere il corpo o le sue funzioni, né l’amore per esse e degli uni per gli altri.”
Il Dio presentato in questo libro non si riduce alla sola interpretazione della religione cristiana, ma si identifica in tutto ciò che è al di sopra delle nostre umane coscienze, perciò ogni dio di ogni religione monoteista, la Luce o la Verità delle filosofie orientali, gli schemi a livelli più alti degli scienziati … Proprio su quest’ultimo esempio, Dio sfida il lettore ad aumentare di consapevolezza, in fatto di rapporti tra Dio e lui medesimo. Quando lo scrittore, portato su quella strada da Dio, gli chiede se “… anche Dio ha un Dio”, la risposta di Dio è provocatoria, come Lui d’altronde. “Hai mai guardato dentro un potente microscopio, o visto le immagini o i film delle azioni molecolari, dicendo: «Santo Cielo, qui dentro c’è un intero universo. E per questo universo, Io, l’attuale osservatore, mi posso sentire come Dio!» Non hai mai detto questo, o fatto questo genere di esperienza?”
Tutto il libro è un susseguirsi di botta e risposta tra Dio e lo scrittore, che altro non è se non il portavoce di tutte le principali domande che chiunque vorrebbe porre a Dio. E Dio risponde! Tutto viene spiegato, finalmente il velo di Maya, di cui tanti filosofi hanno parlato, viene alzato, la realtà vera appare quale veramente è. Possono rimanere dubbi e perplessità, in fondo il libero arbitrio è la prima caratteristica che ci differenzia dagli animali. Ognuno sceglie di vivere la propria vita come meglio crede in quel momento, ma Dio, a tal proposito, invita lo scrittore, quindi l’umanità intera, a scegliere la vita che si è preposto di fare, non di lasciarsi trascinare dagli eventi o dalla paura di sperimentare, anche quando il risultato è tutt’altro che certo.
Divoro il libro in un battibaleno. La luce fioca dei lampioni, le frentate brusche del radiobus, la musica di sottofondo dell’autista non minano la mia concentrazione, rendono un clima indimenticabile di un momento in cui ho preso in mano un libro in grado di aprire gli occhi.
Chiudo il libro più provocatorio che sia mai stato scritto, ammiro rapita la copertina bianca su cui leggo: Neale Donald Walsch, Conversazioni con Dio – Un dialogo fuori dal comune.
E mi viene in mente un passaggio.
“Come terza cosa, desidero che l’intero processo della vita sia un’esperienza di costante gioia, di continua creazione, di espansione senza fine, e di completa realizzazione in ogni momento del presente”.
La vita è una scoperta, ora ne sono consapevole.